Diabete di tipo 2. Aifa lancia Algoritmo per definizione terapia individuale. Pani “Siamo di fronte ad un’epidemia mondiale”
L’algoritmo, realizzato in collaborazione con la Società Italiana di Diabetologia e l'Associazione Medici Diabetologi, è in grado di definire il percorso logico ottimale per la definizione della terapia personalizzata per il trattamento della patologia che colpisce 5 mln di italiani. Lorenzin: “Diabete rappresenta una malattia di alto interesse sociale, che impatta nella vita delle persone, e che ha notevoli influenze sulla società”.
22 GEN - Oggi una persona su 16 in Italia ha il diabete. I malati sono 3.750.000 ma a questi vanno aggiunti altri 1.250.000 che non sanno di averlo e così il numero rischia di salire a circa 5 milioni. Il diabete uccide, è una malattia da cui non si guarisce e il suo impatto in termini di costi per il Ssn è di circa 15 miliardi di euro l’anno. Non stupisce quindi che
Luca Pani, direttore generale dell’Aifa, parlando nel corso della presentazione del nuovo algoritmo per la gestione del diabete mellito di tipo 2 (T2DM, realizzato dall’Agenzia in collaborazione con la Società Italiana di Diabetologia (Sid) e all’Associazione Medici Diabetologi (Amd), rappresentate dai rispettivi Presidenti,
Enzo Bonora e
Antonio Ceriello, ha definito il diabete “un’epidemia mondiale che non riusciamo in nessun modo a contenere. Colpisce anche i Paesi in via di sviluppo, i luoghi dove non c’era quell’opulenza. C’è da farsi delle domande di politiche di salute pubblica per il livello a cui questa sindrome metabolica sta arrivando”.
Per affrontare la patologia l'Aifa ha predisposto, on line, un sistema innovativo basato su algoritmo, disponibile ad accesso libero sul portale dell'Agenzia, nella sezione “Percorsi Decisionali sui Farmaci”, in grado di definire il percorso logico ottimale per la definizione della terapia personalizzata per il trattamento del diabete. Si tratta di un approccio individualizzato al trattamento del diabete mellito di tipo 2, sia in termini di obiettivo glicemico che di opzioni terapeutiche, al fine di ridurre la mortalità e l’incidenza di complicanze.
D’accordo sull’importanza dell’algoritmo
Beatrice Lorenzin, ministra della Salute, la quale attraverso un messaggio ha fatto sapere che “il diabete rappresenta una malattia di alto interesse sociale, sia perché impatta nella vita delle persone, sia perché ha notevoli influenze sulla società. L’assistenza ai malati rappresenta inoltre uno dei problemi principali di organizzazione dei sistemi sanitari, in particolare nella malattia diabetica l’impatto sociale, economico e sanitario, ha imposto la ricerca di percorsi organizzativi in grado di minimizzare il più possibile gli eventi acuti e le complicanze spesso invalidanti”.
Lorenzin ha aggiunto che “è ormai un dato certo come un approccio multidisciplinare e multi professionale con il coinvolgimento attivo delle persone con il diabete può portare a risultati migliori. In grado cioè di ridurre il peso sociale della malattia, un miglioramento della qualità di vita delle persone. L’Italia dispone oggi, grazia anche al Piano nazionale per il diabete, di un sistema di assistenza alle persone malate ben riconoscibile e soprattutto abbiamo una crescente disponibilità e varietà di farmaci. Condivido quindi pertanto non solo l’opportunità ma anche la necessità di fornire agli operatori sanitari e ai pazienti una guida all’approccio terapeutico individuale per la gestione del diabete”.
“La vera difficoltà in una terapia antidiabetica – ha detto ancora Luca Pani – sta nella combinazione di due aspetti apparentemente in contrasto: la complessità, quindi la multi scelta da un lato e la personalizzazione dall’altro, l’approccio multifattoriale, molti principi attivi a disposizione usati non sempre da soli ma in combinazione. I diabetologi sono stati tra i primi ad anticipare le complessità delle multi terapie. Si sono infatti accorti che era molto difficile trattare la complessità di questi pazienti con un solo farmaco. Hanno quindi iniziato a fare delle combinazioni personalizzate”.
Gli
obiettivi dell’algoritmo, li ha spiegati il Dg dell’Aifa: “Presentare diverse opzioni terapeutiche nell’ambito di quanto rimborsato dal Ssn. La decisione terapeutica va condivisa con il paziente per migliorarne l’aderenza alla terapia. Per questo l’algoritmo è
on line e aperto ai cittadini. Il paziente deve essere consapevole, specie nel diabete, che deve darci una mano”. Il che significa che il paziente deve mantenere uno stile di vita salutare, migliorare le proprie abitudini alimentari, ricorrere periodicamente all’esercizio fisico e tenere sotto controllo il peso.
L’algoritmo, ha aggiunto Pani “è stato sviluppato per pazienti con diabete di tipo 2 di neo diagnosi o non ancora in terapia. I pazienti in terapia ipoglicemizzante entrano nell’algoritmo in corrispondenza del punto più vicino alla terapia in corso. Se non si raggiunge il target desiderato di emoglobina glicata alla dose massima tollerata della terapia in corso si passa allo
step successivo dell’algoritmo. Che in realtà sono tre. Uno serve per identificare la valutazione dell’emoglobina glicata e poi ci sono altri due algoritmi uno con Metformina e uno senza. La terapia può cambiare e quindi l’algoritmo può essere percorso anche al contrario nel caso che le mutate condizioni cliniche suggeriscano una riduzione o una semplificazione della terapia ipoglicemizzante in corso”.
Pani ha riferito che “a luglio del 2014 è stata fatta la revisione della prima versione dell’Algoritmo sulla base dei commenti ricevuti dalle società scientifiche di diabetologia e di medici diabetologi. La maggior parte dei commenti suggeriti sono stati implementati sino alla versione finale dell’algoritmo, con relativo
endorsement delle società. Gli ultimi sei mesi abbiamo implementato via, via nuovi farmaci che abbiamo inserito nell’algoritmo. Le maggiori critiche, le maggiori limitazioni che sentiamo di farci riguardano il fatto che ci sono molti principi attivi, e non tutti i medici specie quelli più giovani, con meno esperienza conoscono; non tutte le combinazioni sono studiate
head to head tra di loro
, quindi non esattamente identici; e infine il fatto che ovviamente ci sono poche evidenze dal punto di vista regolatorio sulle opzioni di trattamento e sulle combinazioni tra i farmaci”.
Pani ha voluto ribadire che non si tratta di “una linea guida” quanto piuttosto di “una guida per consentire a tutti, in maniera trasparente di capire come la terapia deve essere fatta. Cosa ci aspettiamo per il futuro? Ci aspettiamo un numero enorme di nuovi farmaci. Per noi avere la
real life utilization è un valore inestimabile. Vorremmo insomma sapere cosa succede nel territorio nazionale quando i colleghi utilizzano i farmaci che abbiamo approvato e che rimborsiamo per le aree terapeutiche a maggior impatto”.
In conclusione “si tratta di uno strumento di trasparenza messo on line, se ci sono delle cose che non vanno bene è facile identificarlo in modo da poterlo correggere. Nei prossimi mesi lo trasferiremo completamente nel web e potremo modificare anche un singolo nodo indipendentemente da quelli che seguono”.
“Con i medicinali ipoglicemizzanti attualmente in commercio – ha spiegato
Enzo Bonora Presidente Sid – è possibile ricorrere a oltre 150 combinazioni; a ciò si aggiunge il fatto che ogni paziente costituisce un
unicuum, perché il diabete, a differenza delle altre principali malattie croniche, colpisce una molteplicità di organi del corpo con conseguenze differenti da persona a persona”.
Di appropriatezza ha parlato il Presidente dell’Amd,
Antonio Ceriello, il quale ha rimarcato “la necessità di una presa di coscienza del fatto che la spesa diretta per la cura al diabete comprende farmaci, presidi e “prestazioni” per l’assistenza, (ambulatoriali e /o di ricovero) che comportano l’impiego di risorse professionali e tecnologiche che complessivamente assorbono una consistente quota del finanziamento sanitario in ogni Paese”.
22 gennaio 2015
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