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QS Edizioni - sabato 14 dicembre 2024

Lettere al Direttore

È arrivato il tempo di unificare il diritto alla libera professione dei dipendenti del Ssn

di Ilenia Malavasi
immagine 11 dicembre -

Gentile direttore,
credo sia arrivato il momento di rendere omogeneo e unificare il diritto alla libera professione al di fuori dell’orario di servizio tra i dipendenti delle professioni sanitarie in servizio nel SSN. Purtroppo, infatti, l’approvazione della legge 56/2023 che ha consentito di affermare questo principio per le 22 professioni sanitarie del comparto ex L. 43/2006 prevede una scadenza: il 31 dicembre 2025. Si corre il rischio di compromettere un risultato storico per il sistema sanitario nazionale senza una proroga o una riforma definitiva della normativa.

Ho presentato più volte emendamenti che depositerò nuovamente in sede di esame del decreto legge Milleproroghe per uniformare in positivo per tutte le professioni sanitarie nonché una specifica legge in materia. Mi auguro che questa volta il Governo si esprima favorevolmente e il Parlamento approvi l’estensione della libera professione agli operatori sanitari non dirigenti, colmando così una inaccettabile disparità. Sono ormai trent’anni che i dirigenti esercitano il diritto alla libera professione che è servito a rafforzare le competenze e migliorare la qualità del servizio.

È evidente che l’introduzione di tale norma valorizzerebbe le 22 professioni sanitarie ex L. 43/2006, rendendo al contempo uniforme la normativa in materia, Ciò consentirebbe, peraltro, di rendere più attrattiva per i giovani l’iscrizione al corso di laurea per infermiere, i cui aspiranti sono quest’anno ridotti talmente tanto da non coprire né il turn over né la carenza di oltre 60.000 infermieri ed, inoltre, faciliterebbe il ritorno in patria di tanti che sono emigrati per le migliori condizioni di lavoro offerte all’estero.

Nel frattempo, migliorerebbe la capacità di risposta ai nuovi bisogni di salute, in particolare nel territorio e non ultimo ci sarebbe un aumento delle entrate per lo Stato in ragione della tassazione applicata su tali nuove prestazioni e per l’emersione del lavoro sommerso. Parliamo di risorse che potrebbero essere destinate al miglioramento delle retribuzioni che non sono in linea con quelle degli stessi professionisti sanitari che esercitano in molti paesi dell’area Ocse. Dobbiamo dare una risposta concreta a queste professioni che svolgono un ruolo fondamentale nella gestione dell’assistenza sanitaria. Ci auguriamo che nel decreto milleproroghe si possa dare un primo segnale, prorogando la scadenza del 31 dicembre, dando una indispensabile continuità e omogeneità normativa a un provvedimento importantissimo. Non lasciamo questi professionisti nel limbo.

Ilenia Malavasi
Deputata Pd

11 dicembre 2024
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