Malattie infettive: il ‘reparto virtuale’ abbatte i costi e riduce la comparsa di germi multi-resistenti
di Maria Rita Montebelli
Un interessante esperimento, messo in atto dal Policlinico Universitario A. Gemelli, dimostra che dedicare una task force interna di Infettivologi alla gestione quotidiana delle consulenze di tutti i reparti, porta a notevoli risparmi in termini di terapie utilizzate e di giornate di degenza in oltre il 40% dei casi esaminati e consente di allontanare lo spettro dell’insorgenza di ceppi antibiotico-resistenti
24 GEN - Tempo di bilanci per il ‘reparto virtuale’ di infettivologia, inaugurato al Policlinico Universitario A. Gemelli un anno fa. Un’esperienza unica nel suo genere, non solo in Italia ma anche all’estero, sulla quale è appena stato pubblicato su
Future Microbiology un
report, coordinato da
Roberto Cauda, direttore dell’Istituto di Clinica delle Malattie Infettive dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma.
Il ‘reparto virtuale’ è un reparto affollatissimo, ma senza pazienti, perché questi sono degenti presso tutti i reparti del Policlinico. Da qui, arrivano richieste di consulenza ad un’
équipe dedicata di specialisti Infettivologi – lo
staff del reparto ‘virtuale’ appunto - che, giorno per giorno, risponde alle varie problematiche presentate.
E il bilancio di un anno di attività è assai lusinghiero: è stato infatti registrato un abbattimento delle terapie incongrue, le degenze per patologie infettive si sono ridotte e terapie antibiotiche mirate hanno preso sempre più il posto di quelle ad ampio spettro. I risparmi di tutto ciò sono valutabili intorno a mezzo milione-1 milione di euro l’anno. Ma ci sono anche altri ‘guadagni’, meno tangibili ma importantissimi, quali la riduzione dell’uso incongruo di terapie antibiotiche che può portare a selezionare ceppi batterici resistenti e quindi infezioni ospedaliere sempre più difficili da trattare.
Il bilancio del reparto virtuale ad un anno è presentato in dettaglio nel lavoro su
Future Microbiology , che ha interessato i primi 2000 pazienti valutati dall’Unità di Consulenza Infettivologica Integrata, in collaborazione con l’Istituto di Microbiologia e la Direzione Rischio Cinico del Gemelli.
“Il reparto virtuale di infettivologia – spiega il dottor
Massimo Fantoni, responsabile dell’unità operativa e primo autore dello studio – consente la gestione dei casi di infezione che si verifichino nei reparti del Policlinico, permettendo di dare una pronta risposta a tutte le necessità che si presentano giorno dopo giorno. Nei primi duemila pazienti osservati, sono stati riscontrati 486 casi di sepsi, per il 17% causati da infezioni micotiche (
Candida) e in un caso su quattro correlate all’uso di un catetere vascolare, 491 polmoniti, 289 infezioni delle vie urinarie, 154 infezioni addominali, 73 infezioni osteoarticolari e 78 infezioni del sito chirurgico”.
In un quarto dei casi di questa casistica è stato possibile adottare soluzioni che hanno portato ad un risparmio di risorse. In metà dei casi si è provveduto a sospendere una terapia o una profilassi antibiotica ritenuta non strettamente necessaria; in un caso su tre invece è stato possibile ‘semplificare’ la terapia antibiotica o passare ad una a somministrazione orale. In totale dunque, nel 41% dei casi è stato possibile dare ‘pareri salva-risorse’ (
resource saving advice, R-SA).
Tutto ciò consente di ridurre la pressione antibiotica e dunque l’insorgenza di infezioni da germi antibiotico-resistenti, oltre naturalmente a ottimizzare le risorse e ridurre i costi. Il solo passaggio da una terapia antibiotica somministrata per via parenterale ad una in formulazione orale ad esmepio, consente un contenimento dei costi stimato nell’ordine di 50-300 euro o in 1-3 giorni di ricovero risparmiati; semplificare il trattamento porta invece ad un risparmio stimato di circa 250 euro per paziente.
“Il nostro studio – conclude il dottor Fantoni – dimostra, quindi, che nei pazienti ospedalizzati un
team dedicato di consulenza infettivologica può operare molto efficacemente nel determinare scelte diagnostico-terapeutiche che generano un significativo risparmio di risorse. Il prossimo obiettivo è la messa a punto di un sistema per il
follow-up attivo delle sepsi, per ottimizzare nell’ambito del ‘reparto virtuale’ i tempi di diagnosi e soprattutto di durata della terapia antibiotica”.
Maria Rita Montebelli
24 gennaio 2015
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