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Dirigenza sanitaria Ssn: fatti e non parole 

di Roberta di Turi

29 OTT - Gentile Direttore,
un Governo (purtroppo non il primo) sordo alle aspettative, alle criticità e preoccupazioni degli operatori sanitari e dei cittadini per il destino nefasto al quale si sta consegnando il nostro SSN. La recente sequenza degli annunci dei diversi dicasteri sui fondi da dedicare al SSN ci ha lasciato attoniti. Inizialmente fiduciosi per l’annunciato finanziamento da destinare alla sanità (3,7 mld in più) da parte del Ministro della Salute, siamo ripiombati in uno stato di sconcerto nel momento in cui è stato immediatamente smentito qualsiasi intervento, in nemmeno 48 ore, dal MEF che ha congelato tutte le aspettative circa il recupero di risorse finanziarie indispensabili per restituire ai cittadini un Servizio Sanitario Pubblico adeguato alle necessità del Paese.

Il Ministro ha, in ogni caso, dato seguito alla richiesta dell’Intersindacale per un incontro chiarificatore sui progetti, sui programmi e sulle risorse da destinare alla Sanità pubblica e privata.

Lo stesso Ministro, del resto, lo scorso 17 ottobre, nella seduta inaugurale del Congresso SIFO a Napoli, ha dichiarato: “Siamo in un momento storico in cui il Servizio Sanitario Nazionale è interessato da un profondo processo di ammodernamento per poter rispondere ai nuovi bisogni di salute, un processo di riforma, a distanza di 45 anni, reso necessario anche dalle sfide che arrivano dalle continue innovazioni tecnologiche e scientifiche”. Ha ricordato e raccomandato di tenere alta l’attenzione sulle innovazioni tecnologiche e intelligenza artificiale facendo esplicito riferimento alla importanza della multidisciplinarità necessaria per garantire la qualità e specificità della assistenza. In tale contesto è stato esaltato il ruolo del farmacista ospedaliero e territoriale del SSN per il suo profilo di terzietà rispetto a linee di attività riguardanti in particolare l’ appropriatezza prescrittiva, attività indispensabile per assicurare la sostenibilità economica del SSN.

L’incontro, però, si è rivelato, a dir poco, deludente.
Deludente perché tutto ciò è stato dichiarato e, almeno larvatamente, promesso rischia di essere cristallizzato nel limbo delle parole vuote del tutto disallineate rispetto alla realtà di un finanziamento eufemisticamente definito “inadeguato”.

Siamo alle solite. Se si continua a non considerare il fatto che al SSN devono essere destinati investimenti adeguati, si produrranno effetti irreversibili che determineranno danni assistenziali ai cittadini in unicum con una palese violazione dell’articolo 32 della nostra Costituzione.

La FASSID nel corso dell’incontro del 23 ottobre u.s. (in linea con le altre sigle presenti dell’intersindacale) ha chiesto al Ministro di schierarsi al proprio fianco al fine di promuovere e sostenere l’esplicita richiesta di svincolare le necessarie risorse per sventare il pericolo paventato dei tagli previsti e già annunciati.

Sono stati riproposti tutti i punti reiteratamente rappresentati dall’intersindacale e in particolare:
· risorse accessorie per le assunzioni di tutti i dirigenti sanitari (non solo medici)
· risorse adeguate per il rinnovo contrattuale
· risorse ulteriori per l’indennità di specificità e soprattutto per la sua perequazione della dirigenza sanitaria ad oggi vittima palese di discriminazione
· risorse adeguate per i contratti di formazione per TUTTI gli specializzandi e in particolare per le specializzazioni storicamente dimenticate (biologi, chimici, farmacisti, fisici, psicologi e veterinari).

In attesa delle risposte del Governo, la FASSID ha plaudito alla scelta di abolire l’ipotesi di defiscalizzazione della indennità di specificità la cui attuazione avrebbe creato una ulteriore sperequazione tra i diversi dirigenti sanitari. Non solo: tale iniziativa avrebbe sottratto, da un lato, risorse preziose allo Stato e radicato, contemporaneamente, l’errata cultura del vantaggio del beneficio fiscale rispetto al fisiologico sistema dell’incremento salariale legato al tasso inflattivo e alle risorse previste per i rinnovi contrattuali, regolarmente tassato al pari di quanto avviene per tutta la popolazione contribuente senza privilegi gratuiti.

Sull’articolo 62 della bozza della finanziaria è stata avanzata, da parte di FASSID, formale protesta per la “dimenticanza” della dirigenza sanitaria (cioè dei dirigenti non medici). A questo proposito, però, il Capo di Gabinetto ha ben chiarito che si tratta di un infelice refuso che aspetta con urgenza di essere emendato in quanto, così ha sostenuto, il finanziamento previsto riguarda TUTTA la dirigenza.

Ultima, ma non in termini di importanza, la necessità di mettere a punto un emendamento volto a finanziare l’adeguamento dell’indennità di specificità al fine di perequarla, finalmente, a quella dei medici. In tal modo si renderebbe omaggio alla tanto decantata multidisciplinarità. Riteniamo, infine, che si debba porre in essere anche la questione del finanziamento delle scuole di specializzazione della dirigenza sanitaria non medica nel percorso formativo post-universitario dei nostri studenti.

In assenza di un qualsivoglia segnale positivo che modifichi questo stato di stagnazione da parte del Governo, la FASSID si vedrà costretta a dichiarare lo stato di agitazione unitamente alle altre sigle dell’intersindacale come prima fase di un fitto programma di manifestazioni di protesta fino al molto probabile (per non dire inevitabile) sciopero!

Roberta di Turi
Coordinatore nazionale FASSID

29 ottobre 2024
© Riproduzione riservata

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