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Temperature oltre i 35 gradi all’intero del carcere della Dogaia di Prato. NurSind: “Situazione intollerabile anche per i sanitari”

Le condizioni all‘interno della casa circondariale sono tali da avere “conseguenze rischiose sia per la salute degli infermieri che per le loro prestazioni lavorative”, dice il segretario territoriale Roberto Cesario. L’Asl, riferisce il sindacato, è intervenuta recentemente installando dei condizionatori portatili in alcuni dei locali dove lavorano gli infermieri, “ma è del tutto evidente che si tratta di soluzioni tampone che non risolvono il problema”.

08 AGO - Non trovano soluzione i problemi, già denunciati in più occasioni da NurSind, che riguardano il lavoro degli infermieri all’interno del carcere della Dogaia di Prato. “A causa di un guasto ormai cronico all’impianto di condizionamento, infatti, il personale sanitario in servizio presso la casa circondariale pratese è costretto a lavorare in ambienti dove le temperature spesso superano i 35 gradi”, riferisce il sindacato.

“Una situazione intollerabile - commenta in una nota il segretario territoriale Roberto Cesario - con conseguenze rischiose sia per la salute degli infermieri che per le loro prestazioni lavorative: in alcuni casi, infatti, si sono segnalati malesseri tra il personale in servizio. Il tutto in barba alla legge che disciplina la sicurezza sui luoghi di lavoro e che, evidentemente, non riguarda quanti si trovano a prestare la loro opera nelle carceri. Ci viene inoltre segnalato che gli stessi farmaci conservati in questi ambienti superano le temperature previste dalle case farmaceutiche e risultano quindi essere alterati”.

Nelle scorse settimane la segreteria di Prato del sindacato delle professioni infermieristiche ha segnalato con una lettera al direttore generale dell’Asl Toscana Centro e alle altre figure interessate queste problematiche. “Siamo in attesa di risposte concrete e a breve termine - conclude Cesario - altrimenti ci vedremo costretti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie. Dopo una lunga diatriba col ministero della Giustizia, l’Asl è intervenuta installando dei condizionatori portatili in alcuni dei locali dove lavorano gli infermieri, ma è del tutto evidente che si tratta di soluzioni tampone che non risolvono il problema. Nel padiglione di massima sicurezza e in quello dei collaboratori di giustizia, dove si trovano spesso a operare i nostri colleghi, la situazione è drammatica e si registrano temperature indegne di strutture di un paese civile”.

08 agosto 2024
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