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Fine Vita. In Consiglio regionale della Toscana parte l’approfondimento sulla Pdl Coscioni 

Ascoltati in commissione i rappresentanti dell’Associazione Luca Coscioni che ha promosso la campagna “Liberi subito” e la relativa proposta di legge di iniziativa popolare. Sostegni (commissione Sanità): “La mancanza di una legge sul suicidio assistito è una lacuna del nostro ordinamento. Oggi si apre un lavoro importante. Speriamo che la Toscana sia la prima regione a portarlo fino in fondo”.

31 LUG - Si è aperto in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), l’iter di approfondimento sulla proposta di legge di iniziativa popolare su “procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019”. Su questo tema, nella seduta di ieri mattina, sono stati auditi i promotori, ovvero i rappresentanti dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, che il 14 marzo scorso hanno depositato presso la presidenza del Consiglio regionale la proposta di legge regionale, supportata da oltre 10mila firme autenticate.

L’atto, elaborato dalla stessa associazione, che ha lanciato poi la raccolta firme in diverse Regioni per portare il testo all’esame dei Consiglio regionali, si pone l’obiettivo di definire il rispetto e la diretta applicazione, relativamente a ruoli, procedure e tempi del Servizio sanitario nazionale e regionale, della verifica delle condizioni e delle modalità di accesso alla morte medicalmente assistita, affinché l’aiuto al suicidio non costituisca reato, così come delineato dalle sentenze della Corte Costituzionale 242/2019 e da quella più recente della settimana scorsa (135/2024).

Per approfondire le varie questioni di carattere legale e tecnico-medico sono intervenuti Felicetta Maltese, Gianni Baldini, attivisti dell’associazione, Andrea Riccio, medico anestesista e Roberto D’Andrea, dottorando in Diritto penale. “I promotori – riferisce una nota del Consiglio regionale toscano - hanno spiegato come l’obiettivo della legge sia quello di garantire la necessaria assistenza sanitaria alle persone malate che intendano accedere al suicidio assistito, nel rispetto dei principi stabiliti da due sentenze della Corte Costituzionale sopra citate.

“Questa proposta di legge – ha spiegato Gianni Baldini – non chiede al Consiglio regionale di istituire nuovi diritti o di entrare nell’ambito di competenza dello Stato, ma di regolare organizzativamente il fenomeno dei suicidio assistito che la Corte Costituzionale, con due sentenze, ha qualificato come diritto soggettivo della persona, determinando in quali condizioni è esercitabile”.

Felicetta Maltese ha ricordato come la proposta di legge vada a colmare un vuoto tra le sentenze della Corte Costituzionale e il legislatore. “Un vuoto discriminante – ha spiegato - perché chi ha i soldi può andare in Svizzera, mentre chi non ne ha la possibilità viene sottoposto alla tortura di Stato”.

Roberto D’Andrea ha precisato come sia un dato di fatto che il Parlamento non interviene su questo tema. “Con questa proposta di legge - ha aggiunto - non si va a riconoscere un generale e generico diritto all’autodeterminazione, bensì il diritto alla scelta delle terapie, compresa quella di liberarsi da sofferenze intollerabili. Lo Stato se ne deve fare carico, così come la Regione che garantisce i servizi più vicini ai cittadini”. In particolare il testo della proposta di legge definisce la procedura e i tempi, previsti complessivamente in venti giorni, decorrenti dalla presentazione della domanda, del procedimento di verifica dei requisiti per accedere al suicidio medicalmente assistito.

Andrea Riccio, ha ricordato di aver assistito al primo e al terzo suicidio assistito in Italia, casi in cui alla risposta positiva del comitato etico e tecnico in merito alla presenza dei requisiti, non ha corrisposto una fase applicativa. Ha sottolineato poi come “nei paesi che hanno legiferato in maniera complessiva rispetto alla morte medicalmente assistita nel corso degli ultimi anni, ultima la Spagna, il 4 per cento dei decessi complessivi viene affidato a un percorso di suicidio medicalmente assistito”.

“La mancanza di una legge sul suicidio assistito è una lacuna del nostro ordinamento – ha affermato il presidente della commissione Enrico Sostegni - A settembre continueranno le audizioni in Commissione per capire se il testo va bene o debba essere modificato”. “Oggi si apre un lavoro importante – ha concluso - . Speriamo che la Toscana sia la prima regione a portarlo fino in fondo”.

Secondo la proposta di legge possono accedere al suicidio medicalmente assistito le persone affette da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputano intollerabili; tenute in vita da trattamento di sostegno vitale; pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli; che esprimono un proposito di suicidio formatosi in modo libero e autonomo, chiaro e univoco.

31 luglio 2024
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