22 luglio -
“La sentenza della Consulta ci lascia sbigottiti - dichiara
Sveva Belviso, presidente di Fifo Sanità Confcommercio - Gli errori della classe politica non dovrebbero mai ricadere su imprese e lavoratori: il payback genererà una crisi senza precedenti da un punto di vista economico, occupazionale e sanitario. Secondo lo studio Nomisma commissionato da Fifo Sanità, rischiano il fallimento oltre 1400 aziende e il licenziamento 190mila addetti ai lavori. Verrà meno una gran parte della fornitura agli ospedali di dispositivi medici anche salvavita come stent, valvole cardiache e quant’altro. Ci chiediamo come il personale sanitario riuscirà a garantire le regolari cure ai cittadini negli ospedali”.
“È urgente un confronto con il Governo Meloni per risolvere una situazione che sta precipitando. Da anni, ancor prima dell’uscita dei decreti attuativi del Governo Draghi, abbiamo chiesto con forza l’istituzione di tavoli tecnici per definire una strategia di superamento del payback, ma, nonostante i nostri sforzi sia a livello nazionale che regionale, nessuna parte politica ha preso seriamente in considerazione l’emergenza del nostro settore”.
“Oggi - conclude la presidente Belviso - si chiedono 1.2 miliardi alle imprese su bilanci già chiusi in forma retroattiva per gli sforamenti delle Regioni maturati fino al 2018 e altri miliardi per gli anni successivi. Ci sono aziende che hanno un payback di oltre il 100% del proprio fatturato: l’unica soluzione per queste sarà portare i libri in tribunale, lasciare a casa migliaia di lavoratori con gravi danni per le forniture di dispositivi medici agli ospedali. Non ci fermeremo, perché non abbiamo alternative. Per questo, qualora le Istituzioni continuassero ad ignorarci, valuteremo nell’immediato con i vertici della Federazione, le imprese e i nostri legali un’interruzione delle forniture di dispositivi medici a livello nazionale”.