toggle menu
QS Edizioni - giovedì 8 agosto 2024

Lavoro e Professioni

Concorsi da direttore di struttura complessa. Cercasi ancora trasparenza e omogeneità

di Claudio Maria Maffei
immagine 5 agosto - Ammesso che i punteggi della Commissione marchigiana della procedura da cui sono partito siano stati stabiliti “oggettivamente”, essi avrebbero portato a una nomina diversa in almeno la metà delle Regioni e Province. Siccome dentro queste vicende ci sono professionisti “veri” con le loro aspirazioni e le loro storie io una riflessione su queste mancanza di omogeneità la farei, oltre che continuare a porsi il problema della trasparenza 

Il tema delle ingerenze politiche sulla nomina dei dirigenti è tanto vecchio quanto attuale. Se si va nell’archivio di Qs si trova ad esempio un intervento del 2017 di Antonio de Falco della CIMO Campania dal titolo “Concorsi per primari. Trasparenza disperatamente cercasi”. C’era molta attesa al riguardo nei confronti del Ddl Concorrenza, come scriveva 5 anni dopo su Qs Pierino De Silverio dell’Anaao-Assomed. Fra l’altro l’attenzione al tema così forte da parte dei Sindacati fa venire in mente l’opportunità di sottolineare che la “buona” selezione dei dirigenti è interesse prioritario di tutto il Ssn e che la sua “cattiva” gestione da parte della politica è un ulteriore contributo alla sua crisi, già di per sé gravissima. Il Decreto Concorrenza è poi arrivato e su Qs ne abbiamo letto subito contenuto e commento.

L’interesse mai sopito per l’argomento viene ovviamente rilanciato da vicende concorsuali in cui il possibile ruolo della politica sembra possa aver esercitato il suo effetto. E’ quello che mi è capitato di recente nelle Marche quando mi è stato suggerito di approfondire i risultati di una procedura per l’assegnazione di un incarico di Direzione di struttura complessa a un dirigente medico. Il risultato del lavoro della Commissione aveva ribaltato in sede di colloquio la graduatoria generata dalla valutazione del curriculum. Una netta differenza percentuale nel curriculum a favore di uno dei candidati idonei era stata compensata da una differenza percentuale molto più bassa a suo sfavore in sede di valutazione del colloquio. Non aggiungo altri dettagli su tale procedura di selezione e sul suo risultato, ma la utilizzo per riprendere il tema della trasparenza di queste procedure e soprattutto della loro omogeneità tra Regioni.

Prima sono andato a rileggere quanto previsto dalla Legge sulla concorrenza, che all’Articolo 20 prevede quanto segue per la selezione delle Direzioni di struttura complessa (riprendo dal già citato articolo su Qs): “Sulla base dell'analisi comparativa dei curricula, dei titoli professionali posseduti, avuto anche riguardo alle necessarie competenze organizzative e gestionali, dei volumi dell'attività svolta, dell'aderenza al profilo ricercato e degli esiti di un colloquio, la commissione attribuisce a ciascun candidato un punteggio complessivo secondo criteri fissati preventivamente e redige la graduatoria dei candidati. Il direttore generale dell'azienda sanitaria procede alla nomina del candidato che ha conseguito il miglior punteggio.” Poi ho cercato le indicazioni date dalle Linee Guida della Regione Marche in applicazione di questa parte della Legge sulla concorrenza. La Delibera regionale che le contiene, la 215 del 27 febbraio 2023, prevede che nelle Marche il peso del colloquio sia del 70% su un punteggio massimo complessivo di 100, mentre il peso del curriculum è del 30%. Ecco spiegato, almeno in termini numerici, il risultato del concorso marchigiano.

Ho cercato in rete per ogni Regione e Provincia un avviso pubblicato nel 2023 o 2024, comunque uscito dopo l’approvazione della Legge sulla concorrenza, per la selezione di un incarico di Direzione di struttura complessa. Ne è venuto fuori questo quadro che magari su singole realtà regionali potrebbe dover essere ritoccato (ringrazio anticipatamente chi mi aiuterà). Una delle due situazioni più comuni è quella di un punteggio massimo di 60 per il colloquio e 40 per il curriculum.Questo è quello che avviene in sei regioni: Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Abruzzo, Campania ed Emilia-Romagna. Un analogo numero di Regioni attribuisce invece un 50% a entrambe le voci: Toscana, Bolzano, Trento, Sicilia, Valle d’Aosta e Liguria. Puglia, Veneto e Lazio prevedono per il curriculum un massimo di 50 punti e un massimo di 30 per il colloquio. L’Umbria prevede un massimo di 50 punti per il colloquio e di 30 per il curriculum. L’inverso per il Molise: 30 per il curriculum e 50 per il colloquio. La Sardegna prevede invece 40 per il curriculum, 55 per il colloquio e 5 per il rapporto esclusivo. La Basilicata prevede un punteggio massimo analogo per le due voci: 40. Con le Marche e il suo punteggio massimo di 70 e di 30 per il curriculum abbiamo finito il Giro d’Italia dei concorsi per la selezione delle Direzioni di struttura complessa.

Insomma, ammesso (e non concesso, come avrebbe aggiunto il grande Totò) che i punteggi della Commissione marchigiana della procedura da cui sono partito siano stati stabiliti “oggettivamente”, essi avrebbero portato a una nomina diversa in almeno la metà delle Regioni e Province. Siccome dentro queste vicende ci sono professionisti “veri” con le loro aspirazioni e le loro storie io una riflessione su queste mancanza di omogeneità ce la farei, oltre che continuare a porsi il problema forse non proprio superato della trasparenza.

Claudio Maria Maffei
Coordinatore Tavolo Salute Pd Marche

5 agosto 2024
© QS Edizioni - Riproduzione riservata