"Nel 2017 i soldi per la sanità aumenteranno e non ci saranno interventi sui pacchetti di sigarette", arriva dalle telecamere di Uno Mattina la smentita di Matteo Renzi alle anticipazioni sulla manovra autunnale pubblicate stamattina da
Repubblica.
"Lo dico anche a nome del ministro Padoan", ha specificato il presidente del Consiglio, che ha aggiunto come sia "finito il tempo in cui i politici consideravano i cittadini un bancomat, non riuscivano a coprire le spese e mettevano una tassa. Con me presidente del Consiglio le tasse non aumenteranno, a differenza di altri eventi calamitosi, quest'anno nessuno si è permesso di dire potremmo mettere un'accisa sulla benzina per il terremoto nelle Marche e nel Lazio: chi ha provato a dirlo segretamente nelle stanze di palazzo Chigi si è preso qualche urlo, che sta ancora cercando di sistemarsi le orecchie".
"No all'aumento né di tasse, né di accise, nemmeno sulle sigarette - ha detto ancora Renzi - io non fumo, credo che fumare faccia male, però non è possibile che si prenda quella parte di cittadini che fuma e che si sprema. O dici che non si può più fumare in Italia o non è che li utilizzi come bancomat perché fumano".
E sui tagli alla sanità? La risposta di Renzi sembra ricalcare il leit motiv dello scorso anno sul famoso “mancato aumento”. In sostanza ha detto il premier, "nella sanità avevamo 106 miliardi di euro nel 2013, siamo a 112 miliardi di euro e continuerà a crescere. Quindi gli investimenti per la sanità continueranno a crescere. Certo, il ministro della Sanità chiede sempre dieci, poi se ottiene uno non è che ha avuto un taglio, ha avuto uno”.
“Per essere chiari – conclude il premier - nel 2017 i soldi per la sanità aumenteranno e non ci sarà nessun intervento sui pacchetti di sigarette. Quando si parla di tagli non si parla di tagli su quello che è il passato, si parla di tagli sulle richieste dei ministeri".
Ma come stanno effettivamente le cose? Dal ministero della Salute per ora c’è riserbo ma anche la conferma che la mini tassa di scopo sulle sigarette per contribuire al finanziamento dei farmaci innovativi contro il cancro,
lanciata l’anno scorso dagli oncologi, è sempre stata vista con favore da Lorenzin, consapevole comunque della necessità di trovare un consenso ampio nel Governo su una materia così delicata come quella fiscale.
Ma il nodo vero resta quello dell’ammontare del fondo sanitario 2017. Per Lorenzin l’asticella si ferma a quei 113 miliardi più volte annunciati (
lo ha ribadito anche oggi dopo le dichiarazione di Renzi), 2 miliardi in più che servirebbero soprattutto a garantire maggiori risorse per il personale e i farmaci innovativi.
Le dichiarazioni odierne di Renzi, tuttavia, pur confermando che un aumento del fondo 2017 ci sarà, lasciano capire che sul quantum non c’è ancora una decisione condivisa e che
non è detto che l’aumento sarà di 2 miliardi come auspicato e rivendicato dal ministro della Salute.