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Manovra. Se 2 + 2 + 2 = 3 (forse)

di Biagio Papotto

09 NOV - Gentile direttore,
asseverare un’operazione come quella che campeggia in alto. Serve soltanto ad esemplificare che…i conti non tornano. Qualche parola di presentazione: la Legge di Bilancio, nell’ultima versione da noi visionata, riporta cifre varie. Addirittura ottimisticamente potevamo ipotizzare uno stanziamento di >4 mld. di euro per il triennio 2019-2021. Ingenui? Forse.
 
Però non sarebbero stati troppi, per finanziare simultaneamente la spesa complessiva per i contratti di lavoro degli oltre 1.100.000 lavoratori cui si fa riferimento nei commi dell’art. 34. Si tratta – giova ricordarlo – di somme che sono indicate AL LORDO degli oneri previdenziali e dell’IRAP, quindi si deve immediatamente ipotizzare una robusta loro diminuzione al momento di trasformarsi in aumento.
 
Poi nella relazione tecnica si legge che in realtà quelle somme non sono vere. In realtà si dovrebbe trattare di una spesa globale complessiva di poco superiore 8 ancora: forse ai 2 mld.
 
Va bene, ma insomma…di quanto stiamo parlando? 100 euro? Nemmeno per idea. 90? 80? No…
Be’, sapete cosa c’è?!?!
 
Noi della CISL Medici non ne possiamo più di giochetti matematici, di ritornelli politici, di attese inconcludenti e di promesse ancor meno credibili.
 
E poi…A QUALE rinnovo contrattuale facciamo riferimento? Si parla del prossimo triennio come se avessimo già concluso quello attuale. Cioè…si, come calendario anche il 2018 volge al termine, ma il CCNL della dirigenza medica-veterinaria 2016-2018 è ancora ben al di là della dirittura di arrivo. E si tenta anche di dipingere i sindacati medici come quelli che fanno i riottosi, che giocano al rialzo, che sono cattivi e non vogliono firmare.
 
Vediamo di fare il punto, allora…
 
Per lo scorso triennio non ci sono prospettive rapide.
 
Per la Sanità intesa come servizio pubblico (e specchio e linfa per il Paese, non dimentichiamolo) non ci sono soldi, anzi, ogni volta si cerca di ridurre il poco che c’è (e che non basta).
 
Per il prossimo triennio si impone alle Regioni di “trovare” soldi (che non bastano) e di predisporre gli atti di indirizzo per gettare “tre ossi a quattro cani” (poi se la vedano loro).
 
Manca una qualsiasi seria progettualità NON per il 2050, ma addirittura per il prossimo quinquennio, quando la situazione sarà catastrofica, in termini di risorse umane forse più che economiche.
 
Non parliamo più di Finanziaria, di prospettive, di dialogo con il governo, di aperture, di fiducia.
Aspettiamo i risultati, molto semplicemente. E se non arriveranno sarà mobilitazione senza sconti a partire dallo sciopero del 23 novembre p.v..
 
Biagio Papotto
Segretario Cisl Medici

09 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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