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Il nuovo Ospedale dell’Asp Siracusa e il rischio di perdere l’opportunità di crescere in sanità

di Michele Stornello

09 NOV - Gentile Direttore,
la vicenda del nuovo Ospedale da costruire e per il quale il Governo regionale con meritevole azione ha dato un significativo impulso alla sua realizzazione corre il rischio di vedere prevalere un asfittico pragmatismo (nella migliore delle possibili interpretazioni ipotetiche!) su di una progettualità di respiro più ampio, cosa questa che Siracusa e la sua provincia meriterebbero.
 
L’estremo invito che si vuole rivolgere a questo Consiglio Comunale è quello di guardare con consapevole e responsabile lucidità alle prospettive di gestione della sanità della Provincia per i prossimi venti anni almeno (si ricorda che la Azienda è di ambito provinciale).

In tal senso è opportuno ricordare pubblicamente che le caratteristiche fondamentali che devono caratterizzare l’ubicazione ed il profilo di un ospedale di oggi sono riconducibili ai tempi di percorrenza che da ogni punto del territorio che l’Ospedale deve servire ci vogliono per raggiungerlo e dalla dotazione di competenze e di tecnologia.

E’ ancora opportuno ricordare a tutti che le risorse che dalla Regione vengono assegnate ad ogni singola Azienda Sanitaria sono fissate da parametri uguali per ciascuna di esse a prescindere dalle strutture ospedaliere in essa contenute. In altre parole la ottimizzazione dell’impiego delle risorse è sotto la responsabilità delle autorità territoriali.

Se si riflette sul combinato su esposto e cioè sulla rigidità di assegnazione pro capite delle risorse economiche assegnate, sui tempi di percorrenza e sulla dotazione ottimale di competenze e tecnologia non può sfuggire a nessuno che risulta più sicuro un ospedale in cui si concentrano queste ultime e che sia il più rapidamente raggiungibile da ogni punto del territorio che si vuole servire.

Potrebbe indurre in errore il pensare che la brevità del tempo di percorrenza sia legato solo ad interventi classificabili come attività di pronto soccorso.
Infatti questo tipo di attività può essere svolta anche da presidi territoriali appositamente predisposti. Il tempo di percorrenza e quindi il tempo che si impiega per giungere in Ospedale, vuoi da casa o vuoi da un presidio territoriale di pronto soccorso, condiziona oggi più di un intervento salva vita o invalidante.

Ed un numero sempre più crescente di questa tipologia di interventi richiede, alta competenza, alta tecnologia ed ampia casistica.

Il concetto della ampia casistica è un altro punto significativo che ad un organo decisionale in campo sanitario non può e non deve sfuggire.
Infatti anche l’OMS ha fissato quale è il numero di interventi da fare ogni anno per definire sicuro un ospedale. Ci si misura dunque sul terreno della sicurezza e non, come più volte erroneamente presentato, su aspetti di economicità sui quali si è speculato e non poco politicamente.

Se quanto detto è dunque vero, il sito, dove l’Ospedale dovrebbe sorgere, deve avere le caratteristiche di un rapido avvicinamento dai vari centri abitativi della Provincia – zona montana inclusa. Da ciò ne deriva una dotazione di alta tecnologia e di alta competenza che non è possibile duplicare in altre strutture. Infine un Ospedale collocato centralmente in relazione al territorio e così dotato di competenze e tecnologia raccoglierebbe inevitabilmente un’ampia casistica, decisivo strumento per la crescita della sicurezza e della qualità di sanità erogata e limiterebbe non poco i cosiddetti viaggi della speranza.

Un Ospedale collocato perifericamente nel sito indicato dal Consiglio Comunale può rispondere a queste caratteristiche ed a queste prospettive?

Per quanto ci si sforzi di immaginarlo tale prospettiva appare significativamente compromessa e, in ragione di ciò, condiziona in senso negativo lo sviluppo della sanità siracusana per almeno i prossimi venti anni.

Lo stesso Sindaco Garozzo e Zappia, commissario dell’ASP dell’epoca, prevedevano la possibilità di un sito allocato nei pressi dello svincolo autostradale, sito che sarebbe rispondente ai criteri esposti.

Ci si augura che una riflessione ultima sulla vicenda possa correggere una decisione che, come inizialmente detto, appare penalizzante per il futuro della nostra sanità ed ancorata ad una visione riduttiva quando come da molti ora si afferma che il possibile è preferibile al meglio. Questo concetto non vale quando si parla di salute.
 
Dott. Michele Stornello
Presidente Associazione Nazionale Primari Ospedalieri – Sez. Siciliana  


09 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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