Gentile Direttore,
dopo la conclusione della campagna elettorale in cui molti si sono concentrati solo sugli aspetti del finanziamento del Ssn come causa dei problemi crescenti di mal-funzionamento che tutti gli italiani possono costatare sulla loro pelle, forse potrebbe arrivare la possibilità di affrontare con maggiore serenità e serietà i veri problemi di profonda Riforma che sono urgenti. Come ha scritto Maffei il gran parlare del SSN da un lato forse ha aiutato i vincitori, ma senza dubbio non ha mostrato tra i cittadini, visto l’astensionismo enorme, un reale effetto di trascinamento per andare a votare.
Sembra che ci sia diffusamente forse una sensazione negativa e piena di sfiducia . E non sarebbe in fondo strano se pensiamo che gli Italiani hanno visto negli ultimi decenni da un lato continui e vistosi tagli alla Sanità da parte tutti i Governi, tagli alla formazione dei professionisti, riduzione di ospedali e posti letto, riduzione di servizi nel territorio (ad es. Psichiatria , Anziani e Disabilità ) nel mentre si pontificava sulla eccelsa qualità della tutela della Salute nel nostro Paese con varie classifiche, dati di Agenas e Scuola Sant'Anna etc. Allora una persona anche “semplice” ma attenta a quello che gli accade intorno può forse anche pensare che ci sia un accordo generale a smantellare il SSN e le sue garanzie.
E’ una sensazione ben supportata anche dal Libro “Codice Rosso” della Gabbanelli che con dati, ed anche con interpretazioni in parte discutibili , da corpo in sostanza a questa ipotesi quasi di “complotto” pur se peraltro manca nel libro la doverosa documentazione ( forse perché anche lei partecipava un po’ alla campagna elettorale ?) di come questi problemi e questi comportamenti negativi per il SSN risalgano , come tutti noi sappiamo bene , a decenni addietro e non siano ascrivibili solo agli ultimi anni.
Non che il finanziamento non sia aspetto importante ma chi ha un minimo di competenza sa che non può bastare da solo e sa anche che non ci sono risorse da sprecare : parlo di competenza tecnica ma anche competenza quotidiana da “utente” che vede di persona evidenti inefficienze, superficialità nelle disposizioni sempre più difficili da comprendere e rispettare, evidenti disordini organizzativi a tutti i livelli , evidentissimo eccesso di burocrazia, evidentissime difficoltà di comunicazione e collaborazione tra organismi del SSN ed anche tra singoli Servizi e persino tra singoli operatori. Viceversa è sempre più evidente e forte il dominio del “denaro” a tutti i livelli come unico fattore determinante come ha ben scritto Enzo Bozza: il primum movens è stato trasformare tutte le attività di tutela della salute “Prevenzione, Cura e Riabilitazione” ed i Diritti che le giustificano come prodotti di Aziende commerciali che comprano, vendono e sul mercato offrono qualcosa o cancellano qualcos’altro quando autonomamente decidono.
La stessa problematica della violenza trova almeno in parte probabilmente la genesi nella progressiva perdita di prestigio che gli Operatori scontano, non per colpa loro ma per colpa della progressiva perdita di prestigio prima di tutto Etico e Sociale delle strutture e del sistema tutto.
Inefficienza e superficialità ministeriale e regionale nell’affrontare il tema della carenza (talvolta presunta) di professionisti che ha generato iniziative automatiche di ampliamento dell’accesso a Medicina che produrrà tra qualche anno una pletora di Laureati che contrasta con la esigenza di pagarli molto meglio e destinarli a compiti sempre più qualificati, specifici e specialistici ; viceversa l’ampliamento al più presto necessario di Medici di Base, Infermieri e di Specialisti non si ottiene con l’aumento (che da solo poi rimane fittizio) dei posti nella formazione ma con la qualificazione sia organizzativa che economica di queste attività negli Ospedali e nel Territorio in modo che ritornino ad esser attrattivi e funzionalmente efficaci.
Comincia ad esser accolto (vedi Maffei ed Alparone alcuni giorni fa ) il senso profondo della “produttività” che anche nel SSN deve esser valutata e premiata superando il vecchio sistema contrattuale degli stipendi tutti uguali. Questo tema interroga naturalmente una necessaria e profonda revisione della organizzazione complessiva del SSN in parallelo con la riforma della Formazione.
Un altro tema che comincia ad esser esplicitamente preso in considerazione è la evidenza della inadeguatezza complessiva del sistema che possiamo sintetizzare Ministero-Regioni-Agenas-Agenzie Regionali Aziende che dopo la modifica del Capo V della Costituzione ha preso in mano (per così dire ?) il Sistema Sanitario Nazionale. Ennesimo recente esempio . è la chiarissima l’analisi della Corte dei Conti sui finanziamenti alle Regioni dal 2020 per le liste di attesa e sui comportamenti disomogenei, sui dati non confrontabili e frammentari inviati a Roma e sulla abitudine delle Regioni di utilizzare dal 2019 in poi questi fondi per ripianare i loro bilanci e non per fronteggiare la crescita di domanda delle prestazioni.
Qui dentro sta tutta la criticità organizzativa e gestionale che deve esser affrontata con una grande opera di riforma.
Prima di tutto però va riaffermato che non è affatto scontato (come vogliono in tanti far accettare per interessi di vario genere e molto forti ) che non si possa mantenere e far ben funzionare un Sistema Sanitario Nazionale generalista, democratico ed egualitario come era nelle sue origini: le capacità finanziarie dello Stato sono del tutto adeguate alla sua sostenibilità laddove si decida di eliminare i grandi sprechi che progressivamente come sanguisughe lo hanno indebolito.
Basti pensare in primis alle Assicurazioni, ai Fondi, all’utilizzo crescente e da tempo dei “gettonisti” insieme agli altri sprechi nel personale ed anche ovviamente al necessario “governo” che le Regioni hanno cessato di svolgere sull’utilizzo delle strutture di diritto privato coinvolte nella programmazione territoriale a supporto del Servizio Nazionale : un vero governo che non può esser affidato solo a pletoriche normative e procedure di accreditamento burocratico (il DM 70 /2015 in questo come in tante altre cose è vetusto , talvolta oramai dannoso e da rivedere profondamente) ma invece a valutazioni e verifiche di qualità strutturali, organizzative e di risultato che oramai ben funzionano in altri Paesi . E perché no anche per la selezione ed i contratti di lavoro per il personale impiegato nel privato al pari di quello pubblico per dare anche questa garanzia ai cittadini “utenti” anche del privato : anche in questo ambito dovrebbe funzionare la regola che le risorse debbono andare di pari passo con la qualità e l’efficacia dei risultati e non la sola burocrazia formale.
La approvazione dei nuovi LEA è un segnale positivo, al di la delle settoriali problematiche ancora presenti su alcune tariffe ed alcune mancanze: sono state trovate delle risorse se pur limitate ma è stato riaffermato il principio della tutela egualitaria per tutti i cittadini.
Anche nello Sciopero, pur focalizzato sugli aspetti economici, sono emerse richieste e proposte significative sui temi della formazione e della organizzazione delle strutture da riformare al più presto.
La problematica principale che ora abbiamo davanti è riformare il sistema ed orientarlo ai bisogni epidemiologici e demografici di oggi e dell’immediato futuro con tutte le criticità della Fragilità e Disabilità della nostra popolazione altrettanto urgenti come quelle della risposta tempestiva ed efficace a questioni di Prevenzione e di Cura. E quindi, come ha scritto molto bene Martelloni, rivedere ad es. la distribuzione di compiti e di finanziamenti tra sanità ospedaliera e territoriale collegando questo alla revisione delle esigenze di personale per il futuro.
Superate le battaglie di campagna elettorale, e prima delle altre del prossimo anno, dobbiamo finalmente vedere l’inizio di una vera azione riformatrice per riportare il nostro Sistema Sanitario ad esser nazionale, generalista , egualitario, sostenibile ed accessibile.
Alessandro Giustini