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La Triptorelina e quello che non va del parere del Cnb

di N. Bragazzi, A.Paolo di Napoli, M.Converti

20 DIC -

Gentile direttore,
come AMIGAY aps pensiamo siano da rilevare le criticità etiche e scientifiche del documento del Comitato Nazionale di Bioetica sul tema dei bloccanti della pubertà e minori transgender, perché apre un dibattito complesso sul piano etico e scientifico. La questione tocca aspetti rilevanti relativi ai diritti dei minori transgender e gender variant, nonché dei minori intersex, tra l’altro del tutto ignorati dalle relazioni presentate. Tuttavia, l’approccio adottato dal CNB evidenzia lacune significative nella comprensione della complessità del tema, sollevando questioni critiche in ambito clinico e sociale.

Il CNB sostiene che l’utilizzo della triptorelina debba essere circoscritto a sperimentazioni cliniche promosse dal Ministero della Salute, in considerazione delle incertezze relative al rapporto rischi-benefici del farmaco. Viene inoltre sottolineata l’importanza di un approccio multidisciplinare nelle valutazioni cliniche, con la prescrizione subordinata all’inefficacia dimostrata di percorsi psicoterapeutici, psicologici ed eventualmente psichiatrici. Il Comitato raccomanda anche una rigorosa documentazione di ogni fase del processo decisionale. Parallelamente, il CNB evidenzia l’insufficienza di dati scientifici attualmente disponibili, richiedendo al Ministero di finanziare studi clinici indipendenti per colmare questa lacuna.

Un elemento centrale delle criticità riguarda l’interpretazione del disagio psicologico nelle persone transgender. Attribuire tali difficoltà a una presunta “scelta” di transizione, senza tenere conto del Minority Stress, rappresenta una distorsione significativa. È ampiamente documentato in letteratura che il Minority Stress—ossia il carico psicologico derivante da discriminazioni sistemiche, esclusione sociale e ostacoli ai percorsi di affermazione di genere—gioca un ruolo chiave nell’insorgenza di comorbilità psicologiche (Hendricks & Testa, 2012).

Ignorare questa dimensione non solo minimizza le vere cause del disagio, ma può perpetuare una narrativa patologizzante e stigmatizzante.

Il secondo punto fondamentale è il richiamo antiscientifico, ancorché rifletta il senso di una legge datata 1982, di pretendere l’intervento di psicologi, psichiatri e psicoterapeuti per esorcizzare il malessere di una persona transgender facendola regredire dai propri propositi, disconoscendo la sua capacità di autodeterminazione.

Nel merito dell’intervento forzoso di professionisti della salute per modificare l’identità di genere di un minore, si tratta evidentemente delle famigerate Terapie di Conversione o Terapie Riparative, già condannate dal 2016 dalla WPA e la cui pericolosità è stata ampiamente dimostrata in uno studio scientifico di Anne Forsythe (2022). https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8902682/

Modificare attraverso l’intervento di psicologi, psicoterapeuti e psichiatri l’identità di un minore aumenta oggettivamente solamente i sintomi gravi da Minority Stress: Ansia, Depressione, Disturbi della condotta alimentare, Abuso di stupefacenti, nicotina o alcol, Rischio suicidario.

Il nostro Paese dovrebbe uscire dalla confusione nel merito e vietare attraverso le Deontologie Professionali di Psicologi, Psichiatri e Psicoterapeuti codeste pratiche disumane, richieste invece come “normalizzanti” dal CNB, che non ha ricevuto, evidentemente, o non ha richiesto veramente tutte le informazioni scientifiche adeguate.

Un’altra preoccupazione rilevante riguarda il rischio di auto-terapia dei minori esclusi dai protocolli così circoscritti. La restrizione dell’accesso alla triptorelina alle sole sperimentazioni cliniche potrebbe spingere alcuni minori transgender a ricorrere a farmaci come estrogeni o testosterone reperiti sul mercato nero o a dei sempli, ma inadeguati, anticoncezionali, per le ragazze transgender. L’utilizzo di tali sostanze senza supervisione medica espone i giovani a gravi rischi per la salute, tra cui alterazioni metaboliche, danni epatici e cardiovascolari, oltre a una mancata personalizzazione del trattamento (Coleman et al., 2022).

Un aspetto problematico del documento riguarda la disparità nel trattamento della triptorelina. Mentre questa è già utilizzata in sicurezza per trattare la pubertà precoce nei minori non transgender, tra l’altro in un’età ancor più precoce, il CNB propone restrizioni più severe per i minori transgender, giustificate da una presunta mancanza di dati. Questo approccio, tuttavia, sembra trascurare il principio di equità nell’accesso alle cure, penalizzando in modo ingiustificato i minori gender variant (Ashley, 2019).

Il documento presenta inoltre una significativa omissione: non vengono considerati i bisogni specifici dei minori intersex. Le persone con variazioni dello sviluppo sessuale affrontano spesso interventi medici non necessari e decisioni prese senza un adeguato consenso informato (Roen, 2019). L’assenza di riferimenti a queste problematiche nel testo del CNB evidenzia una mancanza di inclusività e una visione parziale delle questioni legate al genere e alla sessualità.

Nonostante il CNB dichiari che il documento non sia anti-transgender né anti-gender, l’adozione di un linguaggio e di argomentazioni che riflettono pregiudizi e stereotipi di fatto è esattamente transfobico.

Per affrontare in modo etico e scientificamente informato la questione dei bloccanti della pubertà, è essenziale:

  1. Promuovere studi clinici indipendenti che garantiscano dati robusti sull’efficacia e i rischi associati.
  2. Adottare un approccio che riconosca il ruolo del Minority Stress e le sue implicazioni nella salute mentale.
  3. Garantire l’equità nell’accesso alle cure, evitando disparità di trattamento tra minori transgender e cisgender.
  4. Includere esplicitamente nel dibattito le necessità e i diritti delle persone intersex.
  5. Vietare esplicitamente ogni forma di Terapia Riparativa su persone LGBTI

Un cambiamento di paradigma, basato sull’evidenza scientifica e sui diritti umani, è necessario per garantire un trattamento equo e inclusivo ai minori coinvolti (McNamara et al., 2024).

Riferimenti bibliografici

Ashley F. Gatekeeping hormone replacement therapy for transgender patients is dehumanising. J Med Ethics. 2019 Jul;45(7):480-482. doi: 10.1136/medethics-2018-105293. Epub 2019 Apr 15. PMID: 30988174.

Coleman E, et al. Standards of Care for the Health of Transgender and Gender Diverse People, Version 8. Int J Transgend Health. 2022 Sep 6;23(Suppl 1):S1-S259. doi: 10.1080/26895269.2022.2100644. PMID: 36238954; PMCID: PMC9553112.

Hendricks ML, Testa RJ. A conceptual framework for clinical work with transgender and gender nonconforming clients: An adaptation of the Minority Stress Model. Professional Psychology: Research and Practice. 2012;43(5):460–467.

Forsythe A, Pick C, Tremblay G, Malaviya S, Green A, Sandman K. Humanistic and Economic Burden of Conversion Therapy Among LGBTQ Youths in the United States. JAMA Pediatr. 2022 May 1;176(5):493-501. doi: 10.1001/jamapediatrics.2022.0042. PMID: 35254391; PMCID: PMC8902682.

McNamara M, Baker K, Connelly K, Janssen A, Olson-Kennedy J, Pang KC, Scheim A, Turban J, Alsttot A. An evidence-based critique of ‘The Cass Review’on gender-affirming care for adolescent gender dysphoria. 2024. Disponibile alla URL: https://law.yale.edu/sites/default/files/documents/integrity-project_cass-response.pdf

Roen K. Intersex or Diverse Sex Development: Critical Review of Psychosocial Health Care Research and Indications for Practice. J Sex Res. 2019 May-Jun;56(4-5):511-528. doi: 10.1080/00224499.2019.1578331. Epub 2019 Mar 25. PMID: 30907687.

Nicola Bragazzi

Epidemiologo
Socio AMIGAY aps

Andrea Paolo di Napoli
Psicologo
Componente del direttivo AMIGAY aps

Manlio Converti
Psichiatra
Presidente AMIGAY aps



20 dicembre 2024
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