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Aumentare i posti di specializzazione non serve ad aumentare l’efficienza del sistema

di Massimo Minerva

11 GIU -

Gentile direttore,
a breve ci sarà l’attribuzione di contratti delle scuole di specializzazione. L’andamento dell’acquisizione dei contratti di specializzazione negli ultimi anni rende opportuna una riflessione per comprendere ed eventualmente rendere più efficiente il sistema ottimizzandone la loro distribuzione per tipologia e per Sede.

Per diversi anni i candidati crescevano progressivamente ed hanno raggiunto il valore di 23.744 nel 2020. Con l’aumento dei contratti si è arrivati ad un numero di candidati nel 2023 pari a 14.036, il valore più basso mai raggiunto da quando esiste il concorso nazionale unico. Il rapporto tra il numero candidati ed i posti banditi, che aveva raggiunto il valore di 2,31 nel 2019 è crollato a 0,89 nel 2023.

Come era facilmente prevedibile, il numero dei contratti non acquisiti ha avuto l’andamento opposto. Fino al 2020 praticamente tutti i contratti venivano acquisiti (nel 2020 solo 32 posti sono rimasti vuoti). Ma dal 2021 al 2023 un totale di 10.739 contratti sono rimasti inutilizzati (di cui 8.359 di finanziamento statale), Nel solo 2023, ben 5.551 posti non sono stati acquisiti (vedi Tabella 1), di cui 4.528 a finanziamento statale. Per dare un peso a questi numeri, si consideri che nel 2018 il totale dei contratti finanziati è stato di 6.200.


In particolare alcune specializzazioni hanno particolarmente risentito di tale fenomeno. In particolare Microbiologia, Farmacologia, Patologia Clinica, Radioterapia, Medicina nucleare e soprattutto Medicina d’emergenza sono state quelle che hanno mostrato la minore attrattività.

La dimostrazione che aumentare i posti non serva ad aumentare l’efficienza del sistema, ovvero l’aumento effettivo degli specializzandi, sta nell’evidenza dei numeri.

Dal 2022 al 2023 i posti statali finanziati sono aumentati di 1.579 unità, ma il numero degli iscritti è diminuito di 901.

Nello specifico sono ben 21 le tipologie di scuole che, pur avendo avuto un aumento di posti banditi, hanno avuto una diminuzione in valore assoluto del numero degli iscritti e tra queste Chirurgia Generale (aumento di 63 posti banditi, diminuzione di 168 iscritti), Medicina d’emergenza (aumento di 48 posti banditi, diminuzione di 106 iscritti), Anestesia e Rianimazione (aumento di 367 posti banditi, diminuzione di 160 iscritti). In tabella 2 l’elenco completo.

Ma perché succede questo? La ragione è che non tutte le scuole hanno la stessa attrattività. Per misurare l’attrattività delle diverse scuole, una possibilità è misurare le scelte dei primi 1000. Costoro possono scegliere qualsiasi scuola ed in qualche modo ci descrivono i desideri degli aspiranti specializzandi.

Circa la metà si distribuisce tra sole 3 tipologie di scuola (Cardiologia, Dermatologia e Pediatria) ed un ulteriore 20% tra altre 4 scuole (Neurologia, Oftalmologia, Chirurgia plastica e Gastroenterologia).

Aumentando i posti in modo indiscriminato, le scuole più ambite vengono completamente occupate e quindi i loro iscritti aumentano, mentre le altre scuole si devono spartire il rimanente della platea dei candidati.

Per alcune scuole, come si vede, rimangono solo le briciole.

Esiste poi l’enorme problema degli abbandoni.

Il D.I. 402/2017 (pag. 296 dell’Allegato 2) prevede la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza delle scuola anche attraverso la misurazione di questo parametro.

Degli iscritti negli ultimi 4 concorsi, ed in riferimento ai soli contratti statali, ci sono stati ben 5.806 posti abbandonati, che rappresentano l’11,6% di coloro che si erano iscritti. Il dato è sottostimato, a causa del mancato aggiornamento degli iscritti sul sito Cineca del concorso SSM 2022.

Mediamente l’abbandono del percorso avviene dopo 286 giorni. Ognuno di quei giorni ha un costo di 68,50 €, per il reddito che lo specializzando acquisisce durante la specializzazione.

Il danno economico che lo Stato subisce supera quindi i 113.000.000 di €.

Si può ridurre questo danno? L’analisi statistica dei dati degli abbandoni potrebbe aiutare in questo senso.

Faccio qualche esempio.

Negli ultimi 4 concorsi ci sono stati 29 posti di chirurgia maxillo-facciale abbandonati, 13 dei quali in carico ad una sola scuola sulle 13 esistenti. Il rischio che in quella scuola un posto venga abbandonato è quasi 5 volte superiore rispetto alle altre. Per la precisione il rischio relativo è 4,93 (2,63-9,24 IC 95%).

Nello stesso periodo gli abbandoni medi nelle scuole di ginecologia è stata del 9,8%. Ma in una specifica scuola gli abbandoni sono stati del 28,1%. il rischio relativo è 2,96 (1,67-5,23 IC 95%).

Sono convinto che, applicando un’analisi degli abbandoni come sarebbe obbligatorio fare in base al D.I. 402, la riduzione della distribuzione dei posti nelle scuole più abbandonate avrebbe due vantaggi: risparmiare denaro pubblico e stimolare comportamenti virtuosi.

Se si osservasse il rischio relativo sulla perdita di posti nelle singole specializzazioni (per abbandoni o non assegnazioni) in relazione alla sede in cui i posti vengono banditi si potrebbe direzionare l’attribuzione dei posti proprio dove i posti non si perdono e questo potrebbe migliorare l’efficienza del sistema.

Massimo Minerva
Presidente dell’Associazione ALS – Associazione Liberi Specializzandi – Fattore 2a



11 giugno 2024
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