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La medicina generale e la nuova convenzione: un’altra occasione di cambiamento persa

di Ornella Mancin

13 FEB -

Gentile direttore,
in questi giorni c’è stata la firma di Fimmg e Fmt sull’ipotesi di accordo del contratto nazionale 2019-2021 a cui con probabilità si sommeranno le firme degli altri sindacati minori, il cui ruolo non risulta dirimente per l’accordo.

Ad una prima e sommaria lettura fatico, come immagino molti altri colleghi, a rallegrami per un accordo che nasce vecchio, senza novità di rilievo, che cerca di colpirci sfoggiando le cifre degli arretrati ma che non pone mano alle questioni di fondo della medicina di famiglia.

L’accordo si riferisce all’ACN 2019-2021 dato che, come ormai di prassi, molti contratti in Italia vengono rinnovati anni dopo la loro scadenza. Nel frattempo, c’è stata la pandemia, la guerra in Ucraina, l’aumento delle materie prime, l’inflazione… La nostra convenzione è perennemente in ritardo, fuori contesto storico, ancorata al passato, mentre attorno c’è una società che cambia, con necessità e bisogni in continuo mutamento e che avrebbe bisogno di modelli organizzativi e proposte innovative.

La medicina di famiglia è in forte sofferenza per tutta una serie di cause che abbiamo denunciato più volte e che non possono non essere note ai nostri sindacalisti. Ma questo ACN nasce come se tutto quello che abbiamo vissuto con la pandemia non fosse mai esistito, come se il nostro lavoro fosse identico a 5 anni fa. Sono morti centinaia di colleghi durante la pandemia senza che vi sia stato un giusto risarcimento ma di questo il ”nuovo” ACN non sembra tenerne conto. Non sono previste tutele per i medici di famiglia. Pare vi sia una apertura verso le colleghe incinte o con figli piccoli a cui potrà essere concesso lo smart working e la telemedicina. Ma siamo sicuri che si possa sostituire completamente la visita medica con la telemedicina? E quando ci sarà bisogno di sentire un torace o mettere una mano sun una pancia chi lo farà? Temo che alla fine dei conti la cosa risulterà abbastanza impraticabile.

Noi abbiamo bisogno di tutele vere non fittizie: abbiamo bisogno di poterci assentare se ammalati, di avere i giusti congedi per maternità o per la cura dei figli piccoli, la possibilità di fare le ferie previste e non di complicarci la vita dal punto di vista medico legale.

Di fatto la nostra professione non è più appetibile perché facciamo sempre meno i medici e sempre più i burocrati, perché non abbiamo tutele e perché non abbiamo più un tempo in cui possiamo staccare dal lavoro e dedicarci alla nostra vita personale. E’ questo che sta spingendo sempre più colleghi a chiedere la dipendenza. Ma questo ACN che risposte dà?

Se non si vuole la dipendenza serve comunque un cambiamento radicale, un cambio di passo, una nuova convenzione capace di porre le basi a un accordo innovativo che garantisca un tempo di lavoro certo, la copertura per malattia e infortunio, la possibilità di poter usufruire di un giusto riposo. Da questi ACN rinnovati perennemente in ritardo non possiamo aspettarci altro che dei ritocchi, incapaci di dare una svolta significativa alla professione.

Che dire poi dei 15.000 euro di arretrati (per chi è massimalista) sbandierati sulla stampa come fossero la panacea di tutti i mali? Corrispondono a meno del 4% di aumento salariale , cifra che non copre neanche l’inflazione che ha eroso in questi ultimi anni il nostro potere di acquisto oltre che ad aver portato a un forte aumento delle nostre spese( benzina, luce, gas, affitti etc); senza contare che dovrebbero “risarcirci” di tutto l’enorme carico lavorativo a cui siamo stati sottoposti durante la pandemia ( test antigenici per gli insegnanti, tracciamenti , codifica delle quarantene ,certificazioni, tamponi , vaccini, reperibilità 12 ore al giorno…)

Non c’è poi molto da brindare soprattutto a fronte del fatto che poco o nulla si è ottenuto in termini di miglioramento delle condizioni di lavoro, della sburocratizzazione e delle maggiori tutele.

Vengono di fatto aumentati i massimali e richieste ore aggiunte di lavoro da svolgere non si sa bene dove (distretto? Case di comunità) e non vi è nessun accenno a una riduzione del carico burocratico.

Il nuovo ACN è di fatto un’altra occasione di cambiamento persa e del resto se non c’è volontà di mettere mano a tutto l’impianto della convenzione non si potrà ottenere nulla di più di questo: qualche spicciolo ( già eroso dall’inflazione) e qualche ritocco che induca a pensare a dei cambiamenti inesistenti alla prova dei fatti ; in questo modo da questa professione chi può scappa anticipatamente e i giovani se ne tengono alla larga.

Del resto la Fimmg, sindacato che ha in mano le nostre sorti da anni, non pare avere come mission il cambiamento.

Ornella Mancin

Medico di famiglia



13 febbraio 2024
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