“Nella manovra per il 2025, che molto probabilmente supererà il mio step oggi alla Camera dei Deputati, non si sono trovate le risorse adeguate a sostenere la medicina convenzionata, né sono stati proposti incentivi, detassazioni e decontribuzioni, validi a sostenere il lavoro dei medici, che pagano in proprio i costi di gestione dei loro studi”.
Così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani che aggiunge: “Si prosegue a disinvestire nella medicina generale, nella specialistica ambulatoriale pubblica e nell’assistenza primaria che il Servizio Sanitario Nazionale deve garantire ai cittadini, a fronte anche della grave carenza di medici di famiglia e di specialisti ambulatoriali. Quattro milioni di cittadini italiani, infatti, sono senza medico di in tutta Italia configurando una vera e propria emergenza sociale.
Si continua a non rimuovere il tetto alla spesa per l’assunzione del personale sanitario. Nella medicina ospedaliera, in due anni (dal 2020 al 2022) sono stati tagliati 32.500 posti letto e fra il 2019 e 2022 oltre 11mila medici hanno lasciato le strutture pubbliche, mentre 95 ospedali sono stati chiusi in 10 anni.
Mentre i Pronto Soccorso sono sull’orlo dell’abisso, in tutta Italia, si annuncia che l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati viene nuovamente incrementato di 0,5 punti percentuali per l’anno 2025 e di 1 punto percentuale a decorrere dall’anno 2026. Bisognava, invece, prevedere incentivi per assunzioni di nuovo personale nella medicina dell’emergenza urgenza.
Chiediamo - conlcude - che la Legge di Bilancio 2025 contenga nei suoi provvedimenti collegati norme per sburocratizzare il lavoro nella medicina generale, valorizzando la telemedicina per le certificazioni INPS e autocertificazioni dei primi 3 giorni di malattia. Queste misure (le stiamo chiedendo anche con una petizione pubblica che ha raggiunto quattordicimila firme in poco tempo) potrebbero essere a costo zero per lo Stato. In questo modo si migliorerebbero, di molto, le condizioni di lavoro dei medici di famiglia che avrebbero più tempo per la cura dei pazienti”.