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Caso Gemmato. Schillaci: “Nessun conflitto d’interessi a suo carico, come riconosciuto anche da Anac”


"Il sottosegretario alla Salute possiede il 25 per cento di una farmacia, poi diventato 33 per cento dopo un lascito testamentario, e il 10 per cento della società Therapia Srl. Ultimata l'istruttoria, l'Autorità, in sede di adunanza del 15 febbraio 2023, ha dichiarato l'insussistenza di cause di incompatibilità per il Sottosegretario medesimo ai sensi della menzionata legge".

06 NOV -

"Il Sottosegretario Gemmato ha dichiarato ad Anac tutte le partecipazioni societarie in suo possesso, in particolare il 25 per cento di una farmacia, poi diventato 33 per cento dopo un lascito testamentario, e il 10 per cento della società Therapia Srl. Ultimata l'istruttoria, l'Autorità, in sede di adunanza del 15 febbraio 2023, ha dichiarato l'insussistenza di cause di incompatibilità per il Sottosegretario medesimo ai sensi della menzionata legge. Da ciò deriva, altresì, l'insussistenza di qualsivoglia conflitto di interessi".

Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha risposto in aula all'interrogazione sul tema presentata da Marco Pellegrini (M5S).

Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.

"Grazie, Presidente. Con riferimento al quesito posto dagli onorevoli interroganti, faccio presente che sin dalla nomina del Sottosegretario di Stato per la Salute, onorevole Marcello Gemmato, la Direzione conflitto di interessi dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato, su iniziativa dello stesso Sottosegretario, tutte le procedure previste dalla legge n. 215 del 2004, volte a verificare la sussistenza di eventuali cause di incompatibilità per i titolari di cariche di Governo. Il Sottosegretario Gemmato, a tal fine, ha dichiarato a questa Autorità tutte le partecipazioni societarie in suo possesso, in particolare il 25 per cento di una farmacia, poi diventato 33 per cento dopo un lascito testamentario, e il 10 per cento della società Therapia Srl.


Ultimata l'istruttoria, l'Autorità, in sede di adunanza del 15 febbraio 2023, ha dichiarato l'insussistenza di cause di incompatibilità per il Sottosegretario medesimo ai sensi della menzionata legge. Da ciò deriva, altresì, l'insussistenza di qualsivoglia conflitto di interessi. A ciò va ulteriormente aggiunto che le partecipazioni in proprietà del Sottosegretario risultano minoritarie e non consentono allo stesso di esercitare alcuna attività di direzione o gestione della società Therapia Srl. Faccio presente, altresì, che le partecipazioni societarie del Sottosegretario sono state rese pubbliche sin dalla precedente legislatura e sono tra l'altro visionabili sia sul portale della Camera dei deputati sia sul sito Internet del Ministero della Salute nella sezione “Amministrazione trasparente”.

Tutto ciò premesso, non posso che condividere il fatto che gli onorevoli interroganti ci invitino alla massima attenzione sulle questioni di opportunità, così foriere di quelle opacità che le istituzioni non possono e non devono meritare. Da medico, prima ancora che da Ministro, durante la mia carriera sanitaria mi sono dedicato esclusivamente al servizio pubblico, proprio perché anche un ospedale non può essere visto dai pazienti se non come un luogo di ascolto e di serietà, prima che di cura. Ho sempre anteposto il benessere del paziente a qualsiasi altro interesse, anche accademico: una scelta non sempre scontata, ma per me doverosa per chi serve le istituzioni.

Questo stesso rigore guida, oggi, il mio operato come Ministro, in ossequio ai valori in cui credo e all'articolo 98 della Costituzione più volte richiamato dal Presidente Mattarella. L'autodisciplina e l'onore non sono optional per chi serve lo Stato, ma un dovere inderogabile. Questi stessi principi e la buona fede guidano sicuramente anche l'operato del Sottosegretario Gemmato.

Condivido con il Sottosegretario le battaglie sostanziali per l'abbattimento della piaga delle liste d'attesa. Sono certo, infine, che qualora dovessero emergere elementi che comprovino comportamenti inappropriati o irregolari ognuno di noi saprà trarne le dovute e inevitabili conseguenze, senza attendere sollecitazioni esterne".

La replica di Andrea Quartini (M5S). Non ci siamo, Ministro, purtroppo; non ci siamo, perché da un punto di vista di opportunità politica e morale siamo di fronte a un coerente imbarazzo istituzionale inaccettabile. È coerente semplicemente perché questa maggioranza ha boicottato la nostra proposta di legge sul conflitto di interessi e siamo ancora in attesa dei decreti attuativi della legge sulla trasparenza in sanità, peraltro, approvata, anche questa, grazie al MoVimento 5 Stelle nella scorsa legislatura.

Nel caso specifico, siamo di fronte a ben due conflitti di interesse, sia sul piano morale, sia di opportunità politica. Il Sottosegretario è socio di una società privata che ha infelicemente promosso se stessa con una réclame indecente contro il Servizio sanitario nazionale pubblico che il Sottosegretario dovrebbe difendere con onore e disciplina. Il Sottosegretario è farmacista e in ogni atto legislativo emergono favori alla categoria, con remunerazioni del farmaco vantaggiose, con benefici alle farmacie ed ai servizi. Non è sufficiente che in punta di diritto risulti compatibile con l'incarico assegnato, Ministro. Non solo, non siamo soddisfatti - lo ripeto, non siamo soddisfatti di questa risposta - ma annunciamo anche una mozione di censura che riteniamo doverosa per il rispetto della disciplina e dell'onore istituzionale che dobbiamo garantire e dei 4 milioni e mezzo di cittadini che rinunciano alle cure a causa delle liste d'attesa. Concludo molto rapidamente sottolineando anche il fatto che abbiamo una carenza organica di personale, di medici e di infermieri: abbiamo 30.000 infermieri che migrano all'estero e siamo costretti a chiamare 10.000 infermieri dall'India. Vogliamo muoverci nella direzione di rifinanziare sul serio, senza narrazioni bugiarde, il Servizio sanitario nazionale? Vogliamo abolire subito il tetto alle assunzioni del personale, Ministro? Non diciamo che lo faremo nel 2026, dobbiamo farlo subito, siamo in affanno, siamo al collasso, siamo al rischio di chiusura del Servizio sanitario nazionale pubblico.



06 novembre 2024
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