Governo e Parlamento
Schillaci: “In arrivo 10 mila infermieri dall’India”. E sulle liste d’attesa: “Regioni spendano i 200 milioni già stanziati”
“Al recente G7 della Salute ho parlato con la viceministra indiana. Nel suo Paese ci sono ben 3,3 milioni di infermieri, tantissimi. Vogliamo portarne qua, intanto, circa 10 mila. L’idea è di farli reclutare direttamente dalle Regioni e qualcuno si sta già muovendo per metterli in corsia, ad esempio la Campania. Noi facciamo da tramite, magari per verificare con le autorità consolari l’effettiva conoscenza della nostra lingua di chi vuole lavorare in Italia. Sulla formazione professionale non ci sono problemi, in India è buona. Da noi mancano 30 mila infermieri e siamo tra gli Stati che li pagano peggio. Vanno rivalutati gli stipendi e date nuove mansioni”. Parole del Ministro della Salute, Orazio Schillaci che in un’intervista a Repubblica annuncia l’imminente arrivo di professionisti indiani.
Il Ministro spiega poi come l’annunciato piano di assunzioni non partirà nel 2025: “Avevo parlato di piano pluriennale. Del resto, le Regioni ci devono ancora mandare il loro di piano triennale di assunzioni previsto dal decreto sulle liste di attesa. Ci devono ancora dire di quante risorse hanno bisogno”.
Schillaci commenta anche la delusione del settore per le scarse risorse stanziate in manovra: “Quest’anno c’è stato un grande impegno del governo sul cuneo fiscale, che si prende 17,3 miliardi. Come ha detto il ministro Giorgetti, il resto è stato dato alla sanità. Dobbiamo prendere nuovi medici e infermieri e anche pagare meglio. Lo faremo in un piano pluriennale. Comunque, alcune novità ci sono già. Gli infermieri avranno una nuova indennità di specificità”.
Altro tema quello della spesa farmaceutica fuori controllo. “La crescita deriva soprattutto dai costi dei nuovi farmaci, che curano sempre meglio malattie gravi. Il nostro è un sistema universalistico, praticamente senza paragoni in Europa salvo l’Inghilterra, e queste terapie le diamo a tutti. Io non voglio privatizzare niente e anzi difendo l’articolo 32 della Costituzione. Dobbiamo fare un patto sulla salute, mettendo al centro la prevenzione. Se vogliamo che il sistema resti gratuito e continui a garantire questi farmaci, dobbiamo fare in modo che si ammalino meno persone evitando le malattie che si possono prevenire. Le risorse per la sanità non saranno mai infinite”.
E poi una stoccata alle Regioni sulle liste d’attesa. “Le Regioni non hanno ancora esaurito il miliardo stanziato negli anni scorsi per abbattere i tempi di attesa. Ci sono 200 milioni non utilizzati. Siamo disposti a dare nuove risorse, ma intanto usino quelle. E comunque, abbiamo previsto premi per chi raggiunge buoni risultati. Nel recente report di Cittadinanzattiva si vede che il mancato accesso alle cure è legato alle liste di attesa lunghe non al fatto che gli italiani sono più poveri. Si va nel privato perché le liste pubbliche sono lunghe o chiuse. Così solo chi ha i soldi può andare a farsi visitare. Per questo alziamo il tetto di spesa per i privati convenzionati, dove i cittadini vanno gratis. Sto da sempre dalla parte dei più deboli. Da quella degli indiani, non dei cowboy”.