“Nonostante la manovra preveda un rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale (SSN) per importi crescenti (da 1,3 miliardi del 2025 a 8,9 dal 2030, comprensivi delle risorse per i rinnovi contrattuali), il tasso di crescita del finanziamento resta sempre inferiore a quello del PIL nominale programmatico. Eventuali modifiche per aumentare gli stanziamenti richiederebbero riduzioni di altre voci di spesa o interventi discrezionali di aumento delle entrate. In termini di incidenza sul PIL la spesa sanitaria tornerebbe nel 2026 al 6,4 per cento (livello pre-pandemia). Considerando che la stessa spesa è prevista crescere a un tasso superiore a quello del finanziamento del SSN, vi è il rischio di un significativo aumento del disavanzo dei servizi sanitari regionali, anche oltre il 2027”. È quanto rileva l’Ufficio parlamentare di Bilancio in audizione sulla manovra.
“Malgrado – prosegue - la principale criticità del SSN risieda attualmente nella carenza di personale, non sono finanziate nuove assunzioni. Vengono disposti il finanziamento delle prossime tornate contrattuali e l’incremento di una serie di indennità. Un altro gruppo di misure è a favore di alcuni soggetti privati che operano nella sanità e nel campo della farmaceutica. Inoltre, si interviene sul riparto del finanziamento tra le Regioni, plausibilmente favorendo quelle con Servizi sanitari regionali più forti”.
Il capitolo dedicato alla sanità nell’audizione dell’Upb.
Il DDLB 2025 incrementa il finanziamento del Servizio sanitario nazionale (SSN) di 1,3 miliardi nel 2025, 5,1 nel 2026, 5,8 nel 2027 e ancora di importi crescenti fino a raggiungere 8,9 miliardi dal 2030. Sono incluse le risorse necessarie per i rinnovi contrattuali relativi ai trienni 2025-27 e 2028-2030. Il maggiore finanziamento disposto con il DDLB e la scelta di come allocare le nuove risorse dovrebbero riflettere le priorità che il Governo intende affrontare nei prossimi cinque anni. A differenza del passato, quando la programmazione di bilancio era principalmente focalizzata sul primo anno, date le nuove regole della governance della UE il Governo si è impegnato con il PSB a rispettare nei prossimi cinque anni una traiettoria di crescita della spesa primaria netta. Eventuali modifiche, ad esempio volte a rafforzare gli stanziamenti per il SSN, richiederebbero riduzioni di altre voci di spesa di pari importo o interventi discrezionali per incrementare le entrate. Il tasso di crescita del finanziamento del SSN resta sempre inferiore a quello del PIL nominale (programmatico), avvicinandosi a quest’ultimo solo nel 2026. Nell’ambito della programmazione di medio termine – tenendo anche conto di quanto assegnato negli anni precedenti – il finanziamento del SSN in rapporto al PIL subisce una riduzione marginale (-0,1 decimi di punto) nel 2025, collocandosi al 6 per cento, rimane stabile nel 2026 (l’anno in cui è concentrato l’incremento maggiore in valore assoluto) e diminuisce ulteriormente di un decimo di punto l’anno dal 2027.
Gli effetti complessivi della manovra in campo sanitario, già indicati nel PSB, risultano inferiori all’incremento del finanziamento per effetto degli oneri riflessi calcolati sulle accresciute remunerazioni del personale. Nel 2026 l’incidenza della spesa sanitaria sul PIL tornerebbe ai livelli precedenti la pandemia. Ipotizzando che l’incremento del finanziamento venga utilizzato per intero, è possibile ricostruire la dinamica della spesa sanitaria a partire dalla sua evoluzione tendenziale, indicata nel PSB fino al 2027. Dopo l’incremento registrato nel 2020, dovuto, da un lato, alle esigenze straordinarie legate alla pandemia e, dall’altro, alla caduta del prodotto, il successivo calo fino al 6,2 per cento nel 2023 e l’aumento di un decimo di punto stimato nel preconsuntivo 2024, l’incidenza della spesa sanitaria sul PIL crescerebbe di un decimo di punto nel 2026, portandosi al 6,4 per cento, in linea con quanto registrato nel 2019. Nel triennio 2025-27 il tasso di crescita della spesa sanitaria risulta sempre superiore a quello medio annuo dell’1,5 per cento fissato per la spesa primaria netta nel PSB, sia nel quadro tendenziale, sia in quello programmatico così ricostruito (che implica variazioni pari al 3,8 per cento nel 2025, al 4,8 nel 2026 e al 2,2 nel 2027). Ne consegue che la distanza tra la spesa sanitaria e il finanziamento del SSN aumenta significativamente nel periodo di previsione, tanto che il divario nel 2027 risulta circa triplo rispetto a quello del 2024. Anche se una parte di tale differenza viene normalmente coperta dalle maggiori entrate proprie degli enti del SSN rispetto a quelle convenzionali incluse nel finanziamento ordinario, questi andamenti implicano un rischio significativo di aumento del disavanzo dei Servizi sanitari regionali (SSR), che potrebbe protrarsi anche negli anni successivi al 2027.
Il rifinanziamento del SSN previsto dal DDLB 2025 è volto all’adozione di una serie di misure, di cui non sempre emergono con chiarezza le finalità Alcuni interventi dispongono aumenti delle remunerazioni del personale, mentre non sono finanziate nuove assunzioni. Non viene dunque affrontata la principale criticità del SSN, ossia la carenza di personale sanitario, se non indirettamente attraverso i limitati incrementi retributivi, che potrebbero in qualche misura aumentare l’attrattività del SSN. Un altro gruppo di misure è a favore dei soggetti privati che operano nella sanità, dalle strutture accreditate alla distribuzione farmaceutica all’ingrosso e alle comunità terapeutiche. Per quanto concerne in particolare la spesa farmaceutica, emergono perplessità circa l’impatto nullo sul disavanzo riportato nella Relazione tecnica del DDLB, in quanto si potrebbe determinare una riduzione degli introiti da pay-back.
Inoltre, è previsto un incremento significativo (più di 900 milioni nel 2025 e circa 500 negli anni successivi) delle risorse per gli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale, senza tuttavia che si indichino le finalità che si intendono perseguire. Al riguardo va ricordato che, malgrado tali risorse rappresentino una quota del finanziamento del SSN vincolata appunto al perseguimento di tali obiettivi di carattere prioritario e di rilevo nazionale, di recente sono state utilizzate anche per coprire altre esigenze come, ad esempio, la flat tax sulle prestazioni aggiuntive, introdotta dal DL 73/2024 per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie, e l’incremento del tetto per i privati accreditati, come disposto dallo stesso DDLB. Infine, alcuni provvedimenti intervengono sul riparto del finanziamento tra le Regioni, tendenzialmente favorendo quelle con SSR più forti, attraverso l’introduzione di forme di premialità sulla gestione delle liste di attesa ed eventualmente tramite l’introduzione di ulteriori indicatori nell’ambito del Nuovo sistema di garanzia (NSG) volto al monitoraggio dell’erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEA). Quest’ultima operazione, di cui non è spiegata chiaramente la ratio, potrebbe essere inquadrata nell’ambito dell’applicazione di nuovi criteri di distribuzione delle risorse. Per quanto concerne la spesa in conto capitale, il DDLB incrementa le risorse del programma pluriennale di edilizia sanitaria (art. 20 della L. 67/1988 e successive modifiche) di 126,6 milioni annui dal 2027 al 2036, a compensazione di una riduzione del Fondo complementare al PNRR operata con il DL 19/2024.