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Mangiano più sano, ma troppa tv e smartphone. La fotografia dei bambini emiliano-romagnoli secondo “Okkio alla salute”

Nonostante l’attività fisica sia in aumento, lo stile di vita resta ancora troppo sedentario. L’indagine, coordinata dall’Istituto superiore di sanità in collaborazione con la Regione, ha coinvolto, nel 2023, 5.245 bambine e bambini tra gli 8 e i 9 anni, e 4.631 genitori. Fabi: “Prevenzione e collaborazione tra istituzioni, sanità, scuole e famiglie sono fondamentali per promuovere stili di vita sani e abitudini salutari tra i più giovani”. I DATI

17 DIC - In classe studiano educazione alimentare, consumano meno zuccheri e bibite gassate, mangiano più frutta e ortaggi, vanno a scuola a piedi o in bicicletta. Ma trascorrono una quantità maggiore di tempo, rispetto al passato, davanti alla tv e allo smartphone e, nonostante l’attività fisica sia in aumento dal 2008, conducono uno stile di vita ancora troppo sedentario. Sono le abitudini quotidiane delle bambine e dei bambini dell’Emilia-Romagna, secondo i dati rilevati a livello regionale nel 2023 da “Okkio alla salute”, il sistema di sorveglianza nazionale, coordinato dall’Iss, l’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con la Regione, che indaga sovrappeso e obesità, consuetudini alimentari e attività fisica delle alunne e degli alunni delle scuole primarie. I risultati sono stati presentati ieri, lunedì 16 dicembre, nel corso del webinar, organizzato dall’Assessorato alle Politiche per la salute, dal titolo “Stato ponderale e stili di vita dei bambini e delle bambine in Emilia-Romagna".

Nel 2023, in Emilia-Romagna, l’indagine ha coinvolto 5.245 bambine e bambini iscritti a 263 classi terze, tra gli 8 e i 9 anni, e 4.631 genitori. I risultati fanno emergere, complessivamente, una tendenza positiva rispetto alle abitudini alimentari e agli stili di vita dei più piccoli, anche rispetto alla media nazionale: sono in costante calo dal 2008 i bambini in sovrappeso o in condizioni di obesità (15 anni fa erano il 29,1% mentre nel 2023 il 25,7%), ed è aumentata nel tempo la mobilità attiva, con il 30% dei bambini che nel 2023 è andato a scuola a piedi, in bici o con il monopattino, dato in crescita rispetto al 24% del 2019 (e al 20% del 2008). Maggiore consapevolezza, poi, in famiglia, rispetto alla necessità di adottare comportamenti salutari: il 57% dei genitori ha ridotto il consumo di alimenti già pronti o in scatola e il 67% ha aumentato quello di frutta e ortaggi.

Bene anche la scuola: l’educazione alimentare è prevista nell’attività curriculare dell’85% delle scuole oggetto di indagine (era l’82% nel 2019). Gli istituti che distribuiscono frutta, latte o yogurt nel corso della giornata sono più che raddoppiati dal 2008, arrivando al 47% nel 2023 (contro il 21% di 15 anni fa) e i distributori automatici di alimenti sono presenti nel 52% delle scuole, la metà dei quali fornito di merende sane. Inoltre, nel 62% delle classi analizzate si svolgono normalmente almeno 2 ore di educazione fisica a settimana, mentre le scuole che offrono la possibilità di effettuare attività motoria all’interno dell’edificio, ma fuori dall'orario scolastico, sono il 62%.

Cresce, tuttavia, il tempo trascorso dai più piccoli davanti a tv e smartphone (il 36,4% dei bambini ne è esposto quotidianamente da 3 a 4 ore) e, nonostante l’attività fisica degli under 10 segua un trend in aumento costante dal 2008, poco più di 1 bambino su 20 ha un livello di movimento raccomandato per la sua età.

"La prevenzione è lo strumento più efficace- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi- per intercettare e correggere precocemente stili di vita che possono portare a sovrappeso e obesità nei bambini, con tutte le conseguenze che queste condizioni comportano per la loro salute. È essenziale agire in anticipo, promuovendo una sana alimentazione, l’attività fisica, la riduzione della sedentarietà e offrendo alle famiglie un adeguato supporto tramite formazione, counselling ed educazione nutrizionale”.

“Tutto questo richiede un approccio di rete- prosegue l’assessore-, che coinvolga scuole, sanità, famiglie, istituzioni e comunità, attori fondamentali nella promozione della salute delle giovani generazioni. La partecipazione e la collaborazione tra istituzioni locali, organizzazioni pubbliche e private e società civile sono infatti indispensabili per fare in modo che l’adozione di sani stili di vita non ricada solo sulla responsabilità individuale o delle singole famiglie- conclude-, ma diventi un obiettivo condiviso e sostenuto da una responsabilità collettiva”.

17 dicembre 2024
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