Page 3 - 05 Fattori Culturali
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Centro Studi

Intervennero diversi atti normativi volti a rendere più conveniente
nonché più accessibile il farmaco generico (nel frattempo ridenominato
equivalente) ai consumatori. Il percorso di diffusione dei farmaci
biosimilari, sebbene meno evidente rispetto agli equivalenti, visto che la
decisione di prescrizione spetta solo al personale medico, rischia le
medesime difficoltà di introduzione riscontrate negli stessi equivalenti.

NECESSARIA INFORMAZIONE AL PAZIENTE DA PARTE DEL PERSONALE SANITARIO

Alcuni studi avvalorano il principio che un percorso di condivisione delle
informazioni con il paziente consente di spostare permanentemente il consumo da un
farmaco biologico a un farmaco biosimilare.

Un esempio è dato dall’esperienza dello Skånes universitetssjukhus3.

Nel giugno 2009, la direzione dell’ospedale (centro prescrittore dell’intera
Regione) ha approvato un nuovo PDTA che prevedeva la somministrazione di farmaci
biosimilari per bambini che necessitavano di rhGH (ormone della crescita). Si è
adottato un approccio di dialogo, senza optare scelte top-down ma discutendo prima
fra i professionisti e poi con i familiari dei pazienti4. Associato alla strategia del
dialogo, è stato adottato un modello di previsione della crescita dei bambini
utilizzando il farmaco biologico originatore; se durante la somministrazione del
farmaco biosimilare si fosse verificato uno scostamento rispetto alle previsioni del
modello di crescita, il Centro immediatamente avrebbe ripreso la somministrazione
del farmaco biologico originator. I risultati sono stati molto positivi: su 102 pazienti,
98 hanno accettato la sostituzione con il biosimilare e su tali pazienti non sono state
riscontrate differenze di risultato rispetto ai farmaci originatori.

La necessità di un dialogo costruttivo con i pazienti viene confermato da un
altro studio5. Questo riguardava l’uso di insulina, e prevedeva la somministrazione di
un questionario a cui hanno risposto oltre 3.200 pazienti. Il questionario e lo studio
sono stati sviluppati negli USA, e pertanto il fattore prezzo è una variabile
determinante dei comportamenti dei diabetici. Dall’indagine condotta risulta che circa
il 66% della popolazione analizzata sarebbe ben disposta ad usare insulina

in maniera decisa sul mercato. Le Autorità pubbliche, invece, ritenevano che il ritardo fosse
determinato: (i) da una scarsa conoscenza/diffidenza di parte del personale sanitario, (ii) un modello di
remunerazione della farmacia che non facilitava l’accesso di questi farmaci, (iii) una strategia delle
aziende proprietarie di originatori (o me-too) volta a evidenziare possibili effetti collaterali prodotti da
farmaci equivalenti.
3 Flodmark C, Lilja K, Woehling H, Järvholm K, Switching From Originator to Biosimilar Human
Growth Hormone Using Dialogue Teamwork: Single-Center Experience From Sweden, in Biologics in
Therapy, (2013)3:35-43.
4 Essendo l’ospedale l’unico centro prescrittore della Regione, i sanitari potevano anche evitare questa
strategia e imporre una scelta del biosimilare.
5 Wilkins A, et al., Patient Perspectives on Biosimilar Insulin in Journal of Diabetes Science and
Technology, 2014 Vol. 8(1) 23–25.

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