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Covid. Se il Veneto decide di comprarsi i vaccini da solo. Lo può fare e con quali rischi?

L'acquisto da intermediari potrebbe non presentare criticità sotto il profilo regolatorio. Di contro, il problema potrebbe sussistere sul piano normativo e contrattuale dal momento che gli Stati membri dell'Ue hanno un vincolo a non acquistare fuori dall'ombrello europeo. Altro punto poco chiaro riguarda le provenienza di queste dosi dal momento che la Pfizer ha sottolineato di non star fornendo il proprio vaccino al mercato privato. E l'Ufficio europeo per la lotta antifrode mette in allerta gli Stati sul rischio di frode e vendita di vaccini contraffatti

di Giovanni Rodriquez
18 FEB - “Ho ricevuto offerte per 27 milioni di dosi di vaccino contro il Covid. Per la precisione, sono state selezionate due proposte contrattuali, da 12 milioni e 15 milioni di dosi di vaccino Pfizer, a prezzi in linea con il mercato”. Così ieri il presidente della Regione Veneto Luca Zaia nel corso del punto stampa regionale sulla situazione epidemiologica.
 
Alla luce di queste offerte, la Regione lo scorso 3 febbraio ha contattato l’Aifa ed ha ricevuto indicazione di parlarne direttamente con il commissario straordinario all'emergenza Domenico Arcuri. "Il commissario - ha detto il governatore - non si è meravigliato, e mi ha chiesto, prima di iniziare ogni ragionamento, di farci dare dagli intermediari i codici dei lotti, per andare a capire rispetto alla casa madre se ci siamo con l'offerta".
 
Nei giorni scorsi, anche Lombardia ed Emilia Romagna hanno affiancato il Veneto dando la loro disponibilità a portare avanti questa operazione.
 
Ma è davvero possibile acquistare vaccini contro il Covid in questo modo? Sotto il profilo regolatorio questa operazione potrebbe non presentare profili di criticità. Come ci hanno spiegato alcuni esperti di legislazione farmaceutica, infatti, sussistono almeno tre motivi validi per i quali l'operazione di acquisto potrebbe in teoria essere avallata: in primo luogo si tratta di farmaci salvavita, sono poi prodotti già autorizzati sia a livello comunitario da Ema che nazionale da Aifa, e infine si è in una situazione contingente di carenza di farmaci visto che le tabelle delle forniture per il primo trimestre sono state riviste più volte al ribasso.
 
Del resto l'Aifa ha autorizzato recentemente l'acquisto di farmaci monoclonali da Paesi extra UE nonostante il mancato riconoscimento da parte di Ema. Nel caso dei vaccini Covid, invece, parliamo di prodotti regolarmente riconosciuti e già utilizzati in ambito europeo.
 
Di contro, il problema potrebbe sussistere sul piano normativo e contrattuale. Al momento gli Stati membri dell'Unione europea hanno un vincolo contrattuale di non comprare fuori dall'ombrello europeo, ma non le Regioni, “loro sono legate all'autorizzazione nazionale - ha sottolineato Zaia - e per questo abbiamo chiesto l'autorizzazione ad Aifa”. Una tesi ‘debole’ dal momento che le Regioni sono tecnicamente “organi dello Stato” per il diritto UE, e non soggetti ‘svincolati’ da esso. Piuttosto, si dovrà indagare se il divieto per uno Stato membro di negoziare un accordo preliminare di acquisto a livello bilaterale, sulla base dell'articolo 7 dell’accordo del contratto della Commissione europea, sia valido soltanto rispetto alle case farmaceutiche e non rispetto a intermediari terzi.
 
Altro punto poco chiaro riguarda le provenienza di queste dosi, dal momento che la Pfizer, da noi contattata, ha spiegato che “durante la pandemia i nostri contratti sono con i governi, e forniremo i vaccini secondo il canale da loro prescelto e i luoghi di vaccinazione designati, soggetti ad autorizzazione o approvazione regolatoria. Pfizer e BioNTech non stanno fornendo il loro vaccino al mercato privato in questo momento”.
 
Un ulteriore allarme è arrivato poi ieri dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “Ci sono zero garanzie su questi vaccini ed è estremamente rischioso acquistare un prodotto di questo tipo. Non si ha idea del viaggio che ha fatto e se la catena del freddo sia stata rispettata. Vediamo un numero crescente di frodi e tentativi di frode”.

Da dove arrivano dunque queste dosi trattate da intermediari? La prima ipotesi è che possa trattarsi di dosi destinate magari a Paesi poveri e finite in altre mani, o magari forniture per Paesi che hanno disdetto l’acquisto. Ma resta comunque anche l'ipotesi peggiore della possibile frode. “I governi dell'UE devono essere molto attenti nel monitorare i criminali che si spacciano per fornitori di vaccini Covid", ha avvertito l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf). "Stiamo ascoltando segnalazioni di truffatori che si offrono di vendere vaccini ai governi di tutta l'UE", ha aggiunto il direttore generale dell'Olaf Ville Itala.

Giovanni Rodriquez

18 febbraio 2021
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