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Sangue. Nella provincia di Verona donazioni in calo del 2%

Nel 2019 ben tre centri di raccolta hanno chiuso per carenza di personale. A influire sul calo delle donazioni, per Michela Maggiolo, anche gli stili di vita delle persone e le leggi che impongono 6 mesi di pausa al donatore che torni da un viaggio in zone tropicali. Signorelli (Ulss 9 Scaligera): “Da fine 2018 a oggi sono stati messi in atto concorsi e richieste di graduatorie per reclutare personale con risultati molto scarsi. Il Veneto è autosufficiente per il sangue, ma va tenuta viva l’attenzione”.

di Endrius Salvalaggio
20 SET - Torna costante l’allarme sull’emergenza sangue, e la situazione non sembra destinata a migliorare se si considera che, solo nella provincia di Verona, nel 2019, sono stati chiusi ben 3 centri di raccolta sangue (Caprino, Isola della Scala e Villafranca) a causa della carenza di personale. “Le donazioni stanno subendo una contrazione e sono in calo di circa il 2%”, spiega Michela Maggiolo presidente Avis provincia di Verona.

Diverse le ragioni di questa situazione, per Maggiolo: “Il cambiamento degli stili di vita, per cui i donatori donano meno durante l’anno, con una media annua al di sotto di due donazioni rispetto al passato che erano almeno dalle due alle tre”. Ma a contribuire a questa flessione, per Maggiolo, è anche la legge, “che impone al donatore una pausa fino a 6 mesi qualora avesse intrapreso un viaggio in zone tropicali”.

E poi c’è il problema della “carenza di medici nei centri trasfusionali sia a livello locale che regionale e nazionale, che ha causato nella provincia veronese la chiusura temporanea di tre Unità di raccolta sangue”.

Osservando i numeri, le unità di sangue donate nell’area di Verona da gennaio a giugno 2018 sono state 26.901 mentre quest’anno, nello stesso periodo, sono state 26.491 (–410 unità). Il plasma donato, sempre nello stesso periodo, hanno subito un calo del 4,2% (5.496 unità nel 2018 contro le 5.267 unità del 2019). Il sangue trasfuso, sempre nei primi sei mesi, invece, ha avuto un sensibile aumento: 28.554 unità nel 2018 a 29.425 nell’anno in corso, quindi un +3,1%. Su 21 mila donatori nella provincia veronese, si riscontra, nei primi sette mesi, un altro calo di 758 donazioni di plasma e sangue rispetto allo stesso periodo del 2018. P

“Per quanto riguarda il calo delle donazioni – sottolinea la dott.ssa Denise Signorelli, direttore sanitario Ulss 9 Scaligera - il Veneto è autosufficiente per il sangue. Certo che va tenuta viva l’attenzione e non possiamo esimerci dal mettere in campo tutte le azioni possibili. Da fine 2018 a oggi sono stati messi in atto concorsi e richieste di graduatorie per reclutare personale con risultati molto scarsi. Come ben sappiamo il problema della scarsità di determinate specializzazioni è nazionale”.

Sulla carenza delle donazioni fa sentire la sua voce anche Giorgio Brunello, presidente di Avis regionale Veneto: “Da tempo Avis regionale Veneto sottolinea il grosso problema del calo dei medici dedicati alla raccolta del sangue. Già è difficile incrementare i donatori e le donazioni, se poi mancano i medici, si riducono gli orari di apertura dei centri trasfusionali o peggio ancora si chiudono temporaneamente punti di raccolta (come in provincia di Verona), si mette a rischio l’intero sistema sanitario. Il donatore va supportato e agevolato, mai demotivato nel suo gesto straordinario e questo deve essere un punto fermo! Trovare una soluzione, non è facile, perché la carenza di medici è forte in tutte le specialità, ma un’attenzione in più al settore trasfusionale va sicuramente data. Senza sangue nessun ospedale può andare avanti e da questo punto fermo occorre partire per un maggior lavoro di squadra. Regione, istituzioni e associazioni del dono devono lavorare insieme, oggi più che mai. Credo che la soluzione possa arrivare anche da una maggiore collaborazione e dal mettere insieme le idee”.

L’Avis ricorda che può donare il sangue chi ha già compiuto i 18 anni e fino ai 65, in condizioni generali di buona salute e con peso corporeo superiore ai 50 kg, recandosi presso uno dei Centri Trasfusionali, negli ospedali di Verona e provincia, a digiuno da almeno 8 ore e portando la tessera sanitaria ed un documento di riconoscimento.

Endrius Salvalaggio

20 settembre 2019
© Riproduzione riservata

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