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Veneto. ‘Dopo di noi’. Dalla Regione le indicazione alle Asl su come mettere in atto i progetti per le persone con disabilità grave

L’obiettivo è creare per le persone con disabilità grave e privi di riferimenti familiari soluzioni alternative ai grandi  istituti e alle Rsa. Tramite il coinvolgimento del terzo settore, delle famiglie e dei servizi sociali, si punta a creare esperienze residenziali in appartamenti che riproducono le condizioni di una famiglia, ad avviare percorsi giornalieri di autonomia o forme di sostegno per soluzioni domiciliari.
 


20 FEB - La Regione Veneto ha fornito alle 9 aziende sanitarie dettagliate “indicazioni operative” per la realizzazione di progetti  di autonomia delle persone con disabilità grave, privi di riferimenti familiari.

Si tratta dell’attuazione del cosiddetto ‘Dopo di noi’, il programma regionale scaturito dalla legge nazionale 112/2016 e finalizzato ad avviare percorsi e soluzioni innovative per i disabili gravi in età adulta, quando la rete di genitori e congiunti viene meno. A questo scopo sono stati destinati poco più di 10 milioni di euro per il biennio 2017-18.

L’obiettivo del programma è sperimentare, tramite il coinvolgimento del terzo settore, delle famiglie e dei servizi sociali, esperienze residenziali in appartamenti che riproducono le condizioni di una famiglia, e avviare percorsi giornalieri di autonomia, nonché forme di sostegno per soluzioni domiciliari alternative ai grandi  istituti e alle Rsa.

“Le indicazioni che abbiamo dato alle Ulss – spiega l’assessore al sociale Manuela Lanzarin – privilegiano progetti di rete tra soggetti pubblici e privati (associazioni, cooperative, fondazioni), che dovranno coinvolgere anche le famiglie, quando possono mettere a disposizione di progetti personalizzati anche risorse proprie, come un alloggio o un assistente familiare o un aiuto finanziario. Le reti dovranno sempre avere un soggetto capofila, che si faccia garante del progetto, anche dal punto di vista finanziario. L’obiettivo è favorire soluzioni alloggiative di tipo familiare e percorsi di progressiva emancipazione e autonomia dei disabili, compatibili con le loro abilità e competenze. Anche il meccanismo di finanziamento dei progetti è stato pensato con livelli di sostegno decrescenti, proprio per incentivare l’attivazione delle persone e delle risorse del territorio. Spetta ora alle Ulss avviare nel concreto la co-progettazione, coinvolgendo gli enti locali, le associazioni, le famiglie e  i servizi territoriali, con un orizzonte temporale di medio-lungo periodo”.
 

Sono oltre 3 mila i disabili gravi attualmente ospitati nelle strutture residenziali del Veneto. La rete delle 252 strutture (tra grandi istituti, case alloggio, Rsa, centri diurni e strutture protette) offre 3.554 posti, di cui 3.200 accreditati (ai quali è garantito il contributo regionale).

20 febbraio 2018
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