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CoVeSaP e Anaao Assomed Veneto in piazza per la sanità di Belluno

“Più che una protesta abbiamo cercato di esaltare temi importanti ancora irrisolti sulla sanità in Veneto, in particolare per il territorio di Belluno come la carenza di personale, la crisi di certi servizi e le condizioni quasi di “schiavismo” che alcuni sanitari sono costretti a vivere”, spiega il segretario di Anaao Assomed Veneto, Luca Barutta.

di Endrius Salvalaggio
13 NOV - Una manifestazione per attirare l’attenzione verso della Regione del Veneto sui temi ancora oggi irrisolti come la carenza di personale, tagli dei posti letto, definanziamento e lunghe liste di attesa ecc. A promuoverla, negli scorsi giorni, il Coordinamento Veneto Sanità Pubblica (Covesap) e Anaao Assomed Veneto, con il sostegno delle maggiori organizzazioni sindacali del territorio. E proprio il segretario regionale di Anaao Assomed Luca Barutta spiega a Quotidiano Sanità le motivazioni più importati della manifestazione, precisando che non si è trattata di una vera e propria protesta.

“La manifestazione non è stata contro la Regione del Veneto – dice il segretario Barutta – ma ha voluto sensibilizzare ancora una volta ciò che per noi medici che lavoriamo sul campo è tutt’ora ancora è irrisolto. Stiamo parlando di un progressivo impoverimento delle strutture ospedaliere con chiusura o riduzione dell’efficienza di reparti e servizi, a fronte della costante mancanza di presidi e servizi nel territorio che possano prendere in carico e seguire i pazienti. La grande carenza di personale medico, infermieristico e delle altre professioni sanitarie, particolarmente evidente nella nostra Regione, sia in ambito ospedaliero che nell’assistenza distrettuale, con difficoltà sempre maggiori anche per accedere agli ambulatori dei medici di medicina generale”.

“La crisi dei Pronto soccorso, in generale – continua il segretario di Anaao Assomed Veneto - dove è sempre più presente personale medico in forza a cooperative di servizi, creando sperequazioni nel trattamento dei cittadini e tra gli operatori. L’aumento abnorme dei tempi di attesa per ottenere prestazioni specialistiche necessarie in regime di ricovero o ambulatoriali di tipo preventivo, curativo e riabilitativo, che vengono sempre più indirizzate al privato convenzionato, se non al privato puro. Motivo per cui più del 20% dei pazienti rinuncia a curarsi”.

Fenomeni che per Covesap e Anaao Assomed Veneto sono particolarmente evidenti nei territori periferici della Regione come nella provincia di Belluno dove si assiste ad una “desertificazione” dei servizi sanitari pubblici, con ospedali sempre più sguarniti di specialisti medici dipendenti, con reparti sull’orlo della chiusura o alla meno peggio gestiti da gettonisti e servizi territoriali sempre più risicati e scarsità di medici di medicina generale.

Temi che qualche mese fa ha portato a giocare la carta con il passaggio del Direttore generale Dal Ben dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova a diventare anche commissario della sanità pubblica bellunese, chiamato a fronteggiare in prima persona l’ormai cronica carenza di personale, la difficoltà di reperire medici, infermieri e Oss che sta mettendo a dura prova la tenuta di alcuni servizi.

Barutta, che ben conosce il territorio di Belluno poiché per anni vi ha prestato servizio, è più che convinto che ad essere rivista deve essere l’intera rete ospedaliera e non basta la buona volontà di pochi, ma Belluno e provincia necessiti di un intervento regionale. “Se noi continuiamo a rimodernare le strutture ospedaliere come le tac i robot, ecc. – spiega – ma non interveniamo sul personale investendo sulla professionalità medica specialistica ed infermieristica il problema rimarrà sempre ed era lo spirito con il quale volevamo portare all’attenzione il giorno della manifestazione a Belluno. Il personale che rappresento e che non rappresento è da anni sovracaricato da nuove incombenze che limita la vita di molti ospedalieri passando da una situazione di normale lavoro al servizio sanitario ad una forma di schiavismo del lavoro che punta tutto ormai sulla quantità delle prestazioni piuttosto che sulla qualità delle prestazioni”.

Un disagio generalizzato che Covesap ed Anaao Veneto colgono e che hanno voluto portare all’attenzione di chi governa la sanità in Veneto nell’auspicio, tutti assieme, di trovare al più presto delle azioni e soluzioni condivise.

Endrius Salvalaggio

13 novembre 2023
© Riproduzione riservata

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