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Sanità digitale. Leoni (Omceo Venezia): “In Veneto manca un sistema condiviso per le cartelle cliniche”

Il presidente dei medici e degli odontoiatri di Venezia solleva il problema delle cartelle cliniche dei pazienti non condivise fra gli ospedali, a volte nemmeno in tutte le strutture della stessa Ulss. Un limite che, per Giovanni Leoni, impoverisce la storia clinica del paziente. “Serve un intervento strutturale che metta in fila tutte le cartelle cliniche dei pazienti consultabili a livello regionale. Aiuterebbe noi medici nelle decisioni in particolare nelle urgenze”.

di Endrius Salvalaggio  
13 NOV - Capita, in Veneto, che un paziente che si reca in un ospedale per eseguire degli accertamenti diagnostici, poi un’altra struttura per un intervento chirurgico e, successivamente, in una terza struttura riabilitativa, abbia una storia clinica spezzettata e tre cartelle cliniche diverse, mai unite in un'unica cartella clinica personale. L’esempio che porta il presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Venezia, Giovanni Leoni rende bene l’idea di un fenomeno che diventa una criticità, per medici e pazienti.

“Lo dico da tempo: serve una condivisione unica delle cartelle cliniche dei pazienti e su base regionale invece di avere, per ogni Ulss, frammentazioni di gestionali che non comunicano fra di loro”, spiega Giovanni Leoni, che è anche segretario di Cimo Veneto. “Porto l’esempio dell’ospedale Civile dove lavoro. In questa struttura possiamo vedere i referti emessi dell’ospedale Civile e dell’Angelo di Mestre. Se per qualsiasi motivo lo stesso paziente è stato visto o ricoverato in una struttura sanitaria di Chioggia, di Mirano o Noale, ospedali che fanno sempre parte della stessa Ulss 3 Serenissima, come del resto il Civile e l’Angelo di Mestre, le cartelle personali di quel paziente non sono consultabili”.

“E questo limite, per noi medici – argomenta Leoni- è una perdita di informazioni che diversamente potremmo usare per aiutare meglio lo stesso paziente nella sua diagnosi personale. Questo interogeneità viene causata perché ogni struttura ospedaliera usa sistemi informatici diversi e gestionali diversi che non parlano fra di loro a livello regionale”.

Per il presidente Leoni prima si arriverà ad una unificazione dei setting dei dati e prima si giungerà ad una storia del paziente sempre più disponibile, completa ed importantissima, fra le altre cose, nei casi delle urgenze. “Arriva un momento – racconta il presidente Omceo Venezia, che ha lavorato anche fra i reparti di emergenza urgenza – in cui in pochissimo tempo devi decidere molte cose e se non hai tutte le informazioni disponibili perdi sicuramente meno tempo”.

Leoni non crede sia nemmeno una questione di sicurezza dei sistemi informatici, visti gli accessi tramite Spid o Carta identità elettronica di cui qualunque medico può avvalersi: “Il punto è che bisogna investire di più a livello regionale su una digitalizzazione omogenea che interoperi fra tutte le vai strutture sanitarie regionalim sia per il bene dei medici che per il bene dei pazienti. Speriamo che con la spinta degli investimenti verso una nuova digitalizzazione in forza al Pnrr diano al più presto i loro frutti”.

Endrius Salvalaggio

13 novembre 2023
© Riproduzione riservata

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