Quali interventi per rilanciare il Ssn? Coletto (Umbria): “Servono risorse, ma anche risposte ad altre criticità”
di Lucia Conti
Per l’assessore alla Salute dell’Umbria “vanno rivisti i criteri del riparto nazionale e maggiori finanziamenti per gli anziani”. Ma è anche “indispensabile tener sempre più conto dei diritti del personale” e “rivedere il DM 70 integrandolo con il DM 77, quindi con il territorio”. E poi “va affrontato a viso aperto il tema legato alla mancanza di medici e di personale sanitario” anche per garantire il funzionamento delle nuove Case della Comunità.
24 MAG - I tagli avvenuti a partire dal 2012 hanno minato “fortemente” la tenuta del sistema e ora “ci sarebbe bisogno di un ingente rifinanziamento del fondo sanitario nazionale” per portarlo al “7% del Pil”. Questa la priorità per l’assessore alla Salute della Regione Umbria,
Luca Coletto, che sugli allarmi relativi alla ‘morte dei Ssn’ e del diritto universalità ed equità delle cure in Italia scagiona la riforma del Titolo V della Costituzione: “Non addebiterei colpe al titolo V rispetto alla situazione finanziaria delle regioni, in quanto ci sono anche regioni dove gli effetti dovuti all'applicazione del titolo V hanno avuto esiti assolutamente positivi”, dice a
Quotidiano Sanità.
“Parlare di morte del sistema sanitario pubblico e del diritto alla cura mi pare eccessivo, ma capisco molto bene la preoccupazione dei cittadini”, dice Coletto, secondo il quale “per capire cosa sta succedendo bisogna andare un po’ indietro nel tempo con i primi tagli alle risorse nazionali che partono dal 2012 e che vanno giù negli anni successivi minando fortemente la tenuta del sistema. Ormai siamo andati decisamente in avanti e ora ci sarebbe bisogno di un ingente rifinanziamento del fondo sanitario nazionale per portare il rapporto fondo sanitario - pil oltre il 7%, visto che siamo la Cenerentola d’Europa sul fronte dei finanziamenti mentre siamo il paese che eroga più prestazioni su base universale e a minor costo”.
Sulle condizioni del servizio sanitario regionale dell’Umbria, l’assessore parla di una situazione “in linea con quelle delle altre regioni” anche se, sottolinea, “è necessario far ripartire la programmazione che è ferma al 2011 mentre andrebbe rivisitata ogni 3 anni per essere il più aderenti alle necessità della gente, che cambiano. Stiamo lavorando per questo. Bisognerà inoltre adeguare i parametri ai nuovi bisogni tenendo conto in particolare dell’invecchiamento della popolazione umbra che è seconda solo alla Liguria. In proposito andranno rivisti i criteri del riparto del Fondo sanitario nazionale tenendo conto del fatto che l’assistenza agli anziani assorbe buona parte delle risorse”.
Quella Umbra resta, comunque, una sanità ad alta prevalenza pubblica. “L'incidenza del volume delle prestazioni erogate dal privato rispetto al totale delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e ricoveri, erogate sia dalle strutture pubbliche che private – riferisce infatti Coletto -, ammonta a circa l'8% nel 2022, rappresentando in termini economico - finanziari circa il 3% del fondo sanitario indistinto assegnato alla Regione Umbria”.
Quali interventi sono allora auspicabili da parte dello Stato centrale per potenziare e migliorare il Ssr in Umbria e, in generale, per rilanciare il Ssn? Per l’assessore alla Salute dell’Umbria “vanno rivisti i criteri del riparto nazionale e maggiori finanziamenti per gli anziani. Aggiungerei inoltre, che è indispensabile tener sempre più conto dei diritti del personale, quindi di medici e infermieri e rivedere il DM 70 integrandolo con il DM 77, quindi con il territorio”. E poi “va affrontato a viso aperto il tema legato alla mancanza di medici e di personale sanitario in generale. Le nuove Case di Comunità se prive di personale, potrebbero risultare inefficaci rispetto ai risultati di salute attesi”.
Quanto alla Regione, Coletto ribadisce che “la sanità pubblica per la Giunta regionale resta una priorità perché rappresenta un bene da salvaguardare e continueremo a muoverci in questa direzione. Del resto, lo abbiamo dimostrato con il risanamento e il rilancio dell'Istituto Clinico Tiberino, ex Prosperius di Umbertide”.
“Nel 2020 – spiega ancora - abbiamo trovato una ‘sperimentazione gestionale’ in cui il pubblico era in minoranza e con una politica di spese fuori controllo. La Regione ha avviato una serie di azioni e varato la legge regionale che ha permesso la ricapitalizzazione dell’azienda, la ricostruzione di una governance ordinata in cui il pubblico ha poteri di indirizzo, vigilanza e controllo mentre il privato ha poteri di gestione. Ci siamo trovati ad affrontare una questione difficile – conclude Coletto -, ma siamo riusciti ad ottenere un risultato importante che di certo non va verso la strada della privatizzazione. Al contrario nell’asse societario la maggioranza ora è dell’ente pubblico”.
Lucia Conti
24 maggio 2023
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Umbria