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Tumori al pene e al testicolo. Casi in aumento. E' allarme soprattutto tra i giovani


Tra i 16 e i 24 anni quelli a i testicoli aumentano del 6% e quelli al pene registrano 4000 casi in più all'anno. La causa? Inquinamento e scarsa igiene. La mortalità è però in diminuzione. Importante la prevenzione e l’autopalpazione, per arrivare ad una diagnosi precoce. Al via il XXII Congresso SIUrO.

13 GIU - È partito a Bologna il XXII Congresso Nazionale SIUrO (Società Italiana di Urologia Oncologica), che continuerà fino a venerdì 15 giugno. Ma già nella prima giornata dell’evento, arriva il primo allarme: secondo i più recenti rapporti dell’AIRTUM (Associazione Nazionale dei Registri Tumori), pubblicati sulla rivista Epidemiologia e Prevenzione, i tumori urologici sono in aumento; soprattutto i giovani vedono sempre più numerosi i tumori del testicolo e del pene, in crescita ad un tasso allarmante pari al 6% l’anno.
 
Ogni anno vengono diagnosticati circa 4.000 nuovi casi di tumore del pene, soprattutto tra i giovani, tra i quali l’incidenza è in aumento a causa soprattutto della scarsa igiene -  accumulo di smegma e di altri agenti irritanti - e della diffusione del virus del papilloma umano HPV, virus a trasmissione sessuale. Negli ultimi 30 anni c'è stato un aumento della frequenza di tumore testicolare di circa il 45 per cento, oggi in crescita soprattutto nei giovanissimi tra i 16 e i 24 anni. In Italia la frequenza nella popolazione maschile è di circa 3 casi l’anno per 100.000 persone, ma nella fascia di età compresa tra i 16 e 40 anni si superano i 6 casi ogni 100.000, con un costante aumento dei numeri di incidenza, soprattutto tra gli under 24. Sotto accusa, oltre a cause genetiche e prematurità di nascita, ancora una volta l’inquinamento atmosferico, l’alimentazione scorretta, il fumo e l’alcool, ma soprattutto, per il tumore del pene, la scarsa igiene.
Per fortuna, nonostante questo, le percentuali di sopravvivenza sembrano aumentare. “Il trend della mortalità è in costante diminuzione con una media annuale di 0,4 decessi ogni 100.000 uomini in Italia”, ha sottolineato Giuseppe Martorana, Presidente SIUrO, docente di Urologia e direttore della Clinica Urologica del Sant'Orsola. “La mortalità è diminuita del 70 per cento a testimonianza dei significativi progressi raggiunti nella terapia di questo specifico tumore, oggi il 92 per cento degli uomini con cancro diffuso può essere curato. Fondamentale in questo senso risulta la diagnosi precoce”. In questo senso, e in maniera simile al tumore della mammella nelle donne, è importante l’autopalpazione: gli uomini devono dunque imparare a fare tenere sotto controllo dimensioni e aspetto dei testicoli, esaminandoli almeno una volta al mese con attenzione verso qualsiasi modifica dell'anatomia o della forma. Esattamente come le donne fanno l'autoesame del seno.
 
La prevenzione e la diagnosi precoce sono dunque centrali,ma anche la ricerca e il ruolo dei medici è fondamentale. “Si può vincere sia attraverso una strategia che coinvolga le singole persone sia grazie alla comunità scientifica che deve proseguire sulla via della multidisciplinarità”, ha concluso Martorana. “La nostra filosofia è il lavoro di gruppo. Prima di intervenire occorre definire il percorso attraverso l'interazione tra i vari specialisti, individuando il ruolo di ciascuna terapia a seconda del paziente. Non si può avere una visione solo chirurgica o solo oncologica”. Ecco perché il Congresso Nazionale non sarà solo un momento di confronto ma anche un momento di formazione importante: accanto alle sessioni cliniche in cui i diversi specialisti lavoreranno tra di loro, sono previsti corsi di formazione che permetteranno di approfondire le scelte terapeutiche, i diversi stati clinici, il trattamento delle neoplasie e fornire gli strumenti indispensabili a orientarsi nell’intricato mondo delle linee guida.

13 giugno 2012
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