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Ogni anno 1 milione di neonati prematuri non sopravvive. Oggi la Giornata Mondiale sul tema

di Viola Rita

E globalmente tre quarti di questi bambini potrebbero essere salvati mediante interventi cost-effective, secondo quanto riferisce l’Oms. La prematurità è la prima causa di decesso tra i piccoli di età inferiore ai 5 anni. Anche la Società Italiana di Neonatologia (Sin) punta l’attenzione sull’assistenza nella prima ora di vita del neonato e su un follow up cadenzato per i primi tre anni del bambino

17 NOV - Ogni anno, al mondo ben 15 milioni di bambini nascono prima del termine e globalmente circa un neonato su 10 è prematuro. Di questi piccoli, inoltre, soprattutto nei paesi a basso-medio reddito circa un milione non sopravvive a causa di complicazioni, ma ben tre quarti di loro potrebbero essere salvati mediante interventi correnti e cost-effective (tra cui utilizzo del calore, allattamento al seno, interventi per infezioni e problemi respiratori): si tratta di alcuni dati riferiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità oggi, 17 Novembre, in occasione del World Prematurity Day, la Giornata Mondiale sulla Prematurità. La Manifestazione globale è promossa dall’European Foundation for the care of newborns infants’ (EFCNI – Fondazione Europea per l’assistenza dei neonati) e in Italia da Vivere Onlus, Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia.
 
La manifestazione odierna si unisce alla Campagna globale “Calzini per la Vita”, con l’obiettivo di dare voce ai bambini prematuri e alle loro famiglie e a chi li sostiene per migliorare la loro salute.
L’Oms illustra come le complicanze della prematurità rappresentino la principale causa di mortalità e morbilità nonché la prima causa globale di decesso tra i bambini al di sotto dei cinque anni. Inoltre, senza un trattamento appropriato, i bambini possono incorrere in diverse disabilità durante il corso della vita, tra cui problemi dell’apprendimento, della vista e dell’udito; tali problemi possono compromettere anche gravemente la qualità della vita.
 
In tale occasione, l’Oms ha pubblicato nuove linee guida per migliorare la sopravvivenza e la salute futura dei neonati prematuri. Tali linee guida includono sia raccomandazioni per la madre ad imminente rischio di parto pretermine sia per il neonato prematuro subito dopo il momento della nascita. Inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità è impegnata su vari fronti per ridurre i problemi di salute e la mortalità legata alla nascita prematura.
 
Sempre nella Giornata Mondiale dedicata alla Prematurità, inoltre, la Società Italiana di Neonatologia (Sin) rimarca l’importanza dell’assistenza nella prima ora di vita dei neonati, la cosiddetta ‘golden hour’ (ora d’oro), e del follow up fino all’età di tre anni, mettendo a punto un Calendario dei controlli dalla nascita fino ai 36 mesi (vedere l’approfondimento).
 
Nascita prematura: alcuni dati
In Italia, nascono ogni anno circa 40mila neonati pretermine, cioè prima della 37a settimana di età gestazionale (Istat 2015/CeDAP 2014), spiegano gli esperti della Sin.
In circa la metà dei casi di nascita pretermine, le esatte cause rimangono sconosciute; tuttavia, sono stati identificati alcuni fattori di rischio, potenzialmente collegati a tale problema, tra cui gravidanze multiple, infezioni e condizioni croniche, come diabete e alta pressione sanguigna; errate abitudini dello stile di vita (fumo, uso di alcol o droghe e altro); inoltre esiste anche un’influenza genetica. Inoltre, alcuni fattori socio-demografici possono contribuire ad aumentare il rischio di parto prematuro (età inferiore ai 17 anni o superiore ai 35, condizioni economiche precarie).
Le donne necessitano di un migliore accesso alle cure primarie, sia durante che dopo la gravidanza, nonché alle informazioni relative alla prevenzione e alla consapevolezza dei rischi, dello stile di vita da adottare e di eventuali sintomi: tutto questo nell’obiettivo di ridurre la probabilità individuale e a livello complessivo il tasso delle nascite premature.
 
In generale, si definisce prematuro un bambino nato prima delle 37 settimane di gestazione della madre; in particolare, il neonato è ‘estremamente pretermine’ se nasce prima delle 28 settimane, molto pretermine se nasce tra le 28 e le 32 settimane e moderatamente pretermine o quasi al termine se la nascita avviene tra le 32 e le 37 settimane di gestazione. L’induzione del parto o il parto cesareo non devono essere effettuati prima delle 39 settimane salvo in caso di specifica indicazione medica, illustra l’Oms.
Inoltre, più di tre quarti dei bambini deceduti a causa di complicanze dovute alla prematurità (globalmente circa un milione nel 2013) potrebbero essere salvati attraverso interventi possibili e cost-effective, tra cui cure essenziali durante la nascita e subito dopo, sia per la madre che per il figlio, tra cui iniezioni di steroidi prenatali (somministrati in determinate e prestabilite condizioni), assistenza kangaroo mother care, nella quale il bambino viene tenuto a contatto con la pelle della madre ed allattato al seno frequentemente e gli antibiotici per il trattamento delle infezioni neonatali.
 
Viola Rita

17 novembre 2015
© Riproduzione riservata

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