Bere caffè allunga la vita
di Maria Rita Montebelli
Un vastissimo studio epidemiologico rivela che chi consuma caffè in quantità ragionevole, tende a vivere più a lungo perché protetto da una serie di patologie. Ignoti i meccanismi alla base di questo effetto benefico della bevanda nervina, che di certo non sono però imputabili alla caffeina, visto che l’effetto ‘elisir-di-lunga-vita’ lo possiede anche il caffè decaffeinato.
17 NOV - Lo scrive
Circulation. E quindi la fonte è più che affidabile: il caffè fa bene al cuore e allunga la vita. A dimostrarlo è un vastissimo studio epidemiologico che farà tirare un sospiro di sollievo a molti, visto che il caffè è una delle bevande più consumate in tutto il mondo. Secondo lo studio di Ming Ding e colleghi, autori della ricerca, le persone che bevono regolarmente caffè (da 1 a 5 tazze al giorno) corrono un rischio minore (del 15% circa) di morire di malattie cardiovascolari, patologie neurologiche, diabete di tipo 2 e addirittura di suicidarsi.
Il segreto non sarebbe nella caffeina, visto che i benefici del caffè valgono sia per quello
regular che per il decaffeinato; quindi secondo gli esperti, l’elisir di lunga vita del caffè è nascosto in altre sostanze contenute nei suoi chicchi.
“I composti bioattivi del caffè – spiega il primo autore dello studio
Ming Ding, dottorando presso la HarvardT.H. Chan
School of Public Health di Boston (USA) – riducono l’insulino-resistenza e l’infiammazione sistemica e potrebbero dunque essere loro i ‘responsabili’ di questa associazione inversa tra consumo di caffè e mortalità. Questa è la nostra ipotesi; spetterà ad altri studi investigare i meccanismi biologici alla base di questi effetti”.
La ricerca di Harvard si basa sui dati di tre mega-studi tuttora in corso e comprende le 74.890 donne del
Nurses’ Health Study; le 93.054 donne del
Nurses’ Health Study 2 e i 40.557 uomini del
Health Professionals Follow-up Study.
I ricercatori hanno valutato ogni 4 anni le abitudini relative al consumo di caffè attraverso appositi questionari validati, seguendo i partecipanti agli studi per un periodo esteso fino a 30 anni; in questo ampio lasso di tempo, 19.524 donne e 12.432 uomini sono morti per cause varie.
In generale le persone che bevono di frequente caffè sono anche quelle che fumavano di meno e che consumano meno alcol. Per evitare
bias relativi all’assenza di queste cattive abitudini nel consumatore di caffè medio, i ricercatori hanno dunque concentrato la loro analisi tra i ‘mai fumatori’, scoprendo così che gli effetti protettivi del caffè in questa categoria di persone risultano ancora più evidenti.
“Una dieta bilanciata e salutare – commenta il coordinatore dello studio,
Frank Hu, professore di Nutrizione ed Epidemiologia ad Harvard - dovrebbe dunque includere anche un consumo regolare di caffè. Naturalmente categorie di soggetti quali donne incinte e bambini dovrebbero fare molta attenzione all’assunzione di caffeina, sia dal caffè che da altre bevande”.
Questo studio ha rilevato solo la presenza di un effetto protettivo del consumo moderato di caffè rispetto alla mortalità per varie patologie, senza però dimostrare i meccanismi alla base di questo fenomeno; studi precedenti avevano dato risultati non univoci al riguardo. Gli autori di questo studio epidemiologico dunque invitano alla prudenza nell’interpretazione di questi risultati, in attesa del conforto di studi volti a definire i meccanismi alla base di questo effetto ‘allunga-vita’ del caffè.
Maria Rita Montebelli
17 novembre 2015
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