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Ricerca e sviluppo. La farmaceutica Boehringer Ingelheim annuncia 11 miliardi di investimenti in 5 anni

di Christian Toscano

L'approccio alla ricerca non sarà limitato ai laboratori di proprietà ma avrà altri fronti, tre in particolare: accordi bilaterali con il mondo accademico o con aziende biotecnologiche, partnership in fase pre-competitiva con il pubblico che garantiscono la partecipazione di ricercatori del mondo accademico con un approccio speculativo più ampio, e il crowdsourcing.

17 NOV - L'innovazione è il motore della crescita. Se questo postulato è valido per la gran parte delle imprese, per le case farmaceutiche è sempre più determinante. Boehringer Ingelheim ha fatto proprio questo assunto e ha annunciato un ambizioso piano in ricerca e sviluppo: nei prossimi cinque anni ha stilato un programma di 11 miliardi di euro. Sul totale degli investimenti cinque miliardi andranno in Ricerca & Sviluppo preclinici e un miliardo e mezzo è destinato alla collaborazione con partner esterni.
 
Il senso di questa scelta l'hanno spiegato i vertici dell'azienda durante la conferenza stampa di novembre a Berlino: coinvolgere elementi esterni nel processo di ricerca è diventato infatti essenziale per raggiungere nuovi traguardi. “La ricerca nel campo medico si evolve rapidamente. – spiega Adrian Carter corporate vice president of Global Research Networking di Boehringer Ingelheim – Nuovi sviluppi nell'ambito della cosiddetta 'mobile health', così come nella regolamentazione dei farmaci e nella open innovation stanno rivoluzionando il mondo delle scoperte farmaceutiche. La open innovation è diventata una parte fondamentale del nostro processo di scoperta di nuove molecole e abbiamo anche incluso le straordinarie potenzialità del crowdsourcing scientifico”.
 
La nuova strategia di Ricerca & Sviluppo
In sostanza l'approccio della casa alla ricerca non sarà limitato ai laboratori di proprietà ma avrà altri fronti, tre in particolare: anzitutto accordi bilaterali con il mondo accademico o con aziende biotecnologiche come per esempio la collaborazione con la Univeristy of Texas MD Anderson Cancer Center nell'ambito del tumore del pancreas o con l’Icahn School of Medicine del Mount Sinai, il Massachusetts General Hospital, lo Scripps Research Institute e il Weill Cornell Medicine per le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI); il secondo punto della strategia comprende le partnership in fase pre-competitiva con il pubblico che garantiscono la partecipazione di ricercatori del mondo accademico con un approccio speculativo più ampio; in terzo luogo c'è il crowdsourcing, un modello di ricerca particolarmente innovativo che permette di condividere le informazioni in rete, porre una domanda aperta ad un'ampia platea di professionisti del settore e implementare nelle strutture esistenti i ricercatori che abbiano dato la risposta più efficace al problema. Quest'ultimo tipo di programma viene effettuato con altre società o con start-up come InnoCentive e BioMed X. “La nuova strategia promuoverà collaborazioni esterne, consentendoci di essere più rapidi e flessibili. – Spiega il Dottor Michel Pairet, senior corporate vice president of Research and Non-clinical Development di Boehringer Ingelheim – Ciò è fondamentale per andare oltre i confini delle nostre attuali aree di focalizzazione, esplorando ambiti emergenti, nuove indicazioni e tecnologie, e cogliere maggiori opportunità”.
 

Le sfide per il futuro del farmaceutico
Il moltiplicarsi delle iniziative nella ricerca scientifica in tutto il mondo è certamente una grande conquista per i pazienti che possono sperare in passi avanti consistenti nella cura delle patologie in tempi relativamente rapidi, ma rappresenta una sfida per le aziende alle prese con una competizione sempre più dura tra le farmaceutiche. Per questo motivo la tendenza delle principali case è quella di delineare accuratamente non solo la strategia, ma anche l'ambito in cui concentrare i propri sforzi. La scelta di Boehringer Ingelheim è stata quella di concentrare gli sforzi in patologie ad oggi difficili da curare o incurabili e gli 11 miliardi di investimenti dei prossimi anni saranno incanalati secondo le linee guida che prevedono di concentrare le forze in aree in cui l'expertise dell'azienda è già consolidato, oltre a cercare di intercettare quelli che sono i nuovi spunti in ambito scientifico e tecnologico. Sulla scorta di questo piano l'azienda cerca di garantirsi un futuro solido come spiega Andreas Barner, chairman del Board of Managing Directors di Boehringer Ingelheim: “La nuova strategia e il nuovo programma riflettono la nostra filosofia aziendale di lungo termine, mirata alla crescita sostenibile e ci consentiranno di continuare la nostra lunga tradizione di successo nel rendere disponibili innovazioni terapeutiche di grande valore per i pazienti”.

Al di là di ogni considerazione, l'annuncio di un piano di investimenti consistente resta una buona notizia per tutti: a partire dai pazienti fino al mondo dei ricercatori che sempre più spesso fanno fatica a trovare nel pubblico una significativa fonte di risorse. Il sostegno dell'innovazione è sempre più nelle mani del privato e la possibilità di una ricerca libera almeno in parte da esigenze economiche di breve termine può garantire l'apertura di nuove prospettive scientifiche.
 
Christian Toscano

17 novembre 2015
© Riproduzione riservata

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