Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 17 AGOSTO 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Tumore al polmone EGFR positivo: efficace afatinib


Una nuova analisi dei dati dello studio LUX-Lung suggerisce il beneficio clinico di afatinib nei pazienti colpiti da tumore polmonare con probabilità di mutazione di EGFR.
In questo gruppo di pazienti il farmaco quadruplica la sopravvivenza libera da malattia.

10 DIC - Nuovi dati dimostrano che afatinib (BIBW 2992) aumenta in maniera significativa la sopravvivenza libera da malattia, ovvero il periodo che intercorre prima che il tumore riprenda a svilupparsi, di quattro volte (4.4 mesi contro 1 mese con placebo) in pazienti con tumore polmonare che hanno una maggiore probabilità di avere una mutazione del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR). Inoltre, questo sottogruppo di pazienti ha dimostrato la tendenza verso una maggiore sopravvivenza complessiva.
È il risultato di una nuova analisi post-hoc dei dati derivanti dallo studio clinico LUX-Lung 1 di fase IIb/IIIl presentata in occasione del simposio multidisciplinare di oncologia toracica di Chicago.
Afatinib è un farmaco sperimentale orale di Boehringer Ingelheim che inibisce in maniera irreversibile le tirosin-chinasi sia del recettore EGFR che del recettore epidermico umano 2 (HER2), in fase di sviluppo come terapia per diversi tumori solidi fra cui il tumore polmonare non a piccole cellule, il carcinoma mammario e il tumore della testa e del collo.
Alla luce di questi nuovi dati, “i risultati presentati in precedenza, che avevano indicato il mancato raggiungimento degli endpoint di sopravvivenza complessiva nella popolazione allo studio, possono essere stati falsati dalle successive terapie protratte nel tempo”, spiega una nota dell’azienda.
Lo studio LUX-Lung ha valutato afatinib rispetto a placebo in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in progressione dopo la chemioterapia e un inibitore di tirosin-chinasi EGFR di prima generazione, gefitinib o erlotinib. Il sottogruppo a cui i risultati dell’analisi si riferiscono comprende due terzi della totalità dei pazienti dello studio (391/585) con maggiore probabilità di mutazioni EGFR.
"Continuiamo a essere incoraggiati dai risultati di questo studio a mano a mano che ci muoviamo verso terapie personalizzate", ha dichiarato Vincent A. Miller, oncologo presso il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center e principale sperimentatore dello studio. "Questi dati non solo dimostrano l’azione di afatinib, ma suggeriscono che un certo sottogruppo di pazienti – quelli con maggiore probabilità di mutazioni EGFR – potrebbero rispondere in maniera più positiva al farmaco".
 

10 dicembre 2010
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy