La Sardegna diventa “laboratorio” grazie a due eventi di Anci e Federsanità
Tra i contenuti emersi durante il dibatto si è distinto il discorso sulla medicina di prossimità, considerata fondamentale per affrontare le esigenze del territorio e migliorare l'assistenza sanitaria. Una sanità che guarda al territorio come primo luogo di cura, che riveda l’organizzazione delle reti ospedaliere, che parli con i sindaci e con il terzo settore cercando l’integrazione socio sanitaria in un sistema universalistico e condiviso.
16 DIC - Due giornate all’insegna delle grandi sfide che attendono la sanità pubblica del domani che hanno visto la Sardegna protagonista di confronto e dibattito istituzionale.
Lo scorso 10 dicembre la Presidente di ANCI Sardegna,
Daniela Falconi e
Paolo Cannas Direttore Generale ASL 3 Nuoro e Presidente Federsanità Sardegna, hanno presentato Federsanità Anci Sardegna alla presenza dei sindaci, dell’Assessore alla Sanità,
Armando Bartolazzi e della Presidente Commissione Sanità
Carla Fundoni.
Insieme ai rappresentanti degli enti locali sono intervenuti, oltre
Daniela Falconi e
Paolo Cannas,
Carla Fundoni, presidente della commissione Sanità regionale,
Daniela Sitzia Dirigente Anci Sardegna, e
Salvatore Masia, Sindaco di Cheremule e vicepresidente di Federsanità Anci Sardegna.
A fare sintesi Daniela Falconi, padrona di casa, che ha espresso soddisfazione per la presenza contemporanea dei sindaci, dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie e di esponenti della politica regionale: "Come sindaci e amministratori locali della Sardegna, che per primi recepiscono criticità ed esigenze dei cittadini, all’assessore Bartolazzi e al consiglio regionale della Sardegna chiediamo uno sforzo per una riorganizzazione del sistema sanitario: non per costruire la casa dal tetto, ma per costruirla dalle fondamenta, quindi partendo da una sanità territoriale, da un'assistenza socio-assistenziale più vicina al cittadino".
L’Assessore alla Sanità Armando Bartolazzi intervenuto alla fine della giornata di lavoro commenta: "Sono intervenuto con molto piacere perché dai territori si deve ripartire ed in tal senso ci stiamo muovendo. Ci stiamo impegnando per il potenziamento della medicina di prossimità seguendo le indicazioni del DM77 a partire dallo sviluppo delle COT, delle case ed ospedali di comunità, infermieri di comunità e tanto altro. Il 2026 sarà un anno importante per l’implementazione di tutti gli strumenti utili compresa la tecnologia che sarà di supporto al cambiamento".
Tra i contenuti emersi durante il dibatto si è distinto, per l’impatto positivo che sta già avendo sulla sanità territoriale grazie alle iniziative intraprese anche dall’assessorato regionale, il discorso sulla medicina di prossimità, considerata fondamentale per affrontare le esigenze del territorio e migliorare l'assistenza sanitaria. "Noi oggi – ha spiegato Paolo Cannas – stiamo iniziando un percorso incentrato sul concetto di medicina di prossimità, con l’obiettivo di far camminare insieme i comuni, i sindaci e le direzioni generali delle aziende sanitarie, puntando sulla promozione dell’invecchiamento attivo, e più in generale per implementare iniziative che portino la medicina più vicino ai cittadini, affrontando le sfide legate all'invecchiamento e promuovendo politiche sociali e sanitarie adeguate. In questo senso sono tante le iniziative che porteremo avanti tutti insieme".
Il giorno successivo, mercoledì 12, nella Sala Castello dell’Hotel Regina Margherita, si è svolto in grande stile quello che è di fatto il battesimo ufficiale di Federsanità in Sardegna: il Laboratorio "La Sanità che cambia 2024 - Medicina di Prossimità, Reti Ospedaliere, Innovazione Tecnologica e Organizzativa". Si è trattato di una delle tappe che Federsanità sta intraprendendo in tutta Italia, in vista della celebrazione del proprio trentennale a ottobre del prossimo anno. Nelle sessioni di lavoro, al mattino e al pomeriggio, i professionisti di Federsanità hanno toccato tutti i temi utili a raggiungere una sanità pubblica più efficiente e sostenibile, confrontandosi sulle migliori pratiche messe in campo in ogni regione. Una sanità che guarda al territorio come primo luogo di cura, che riveda l’organizzazione delle reti ospedaliere, che parli con i sindaci e con il terzo settore cercando l’integrazione socio sanitaria in un sistema universalistico e condiviso.
A portare i saluti di Federsanità Nazionale da parte del Presidente
Fabrizio d’Alba, è intervenuto il vicario
Giovanni Iacono che ha ribadito: “Federsanità è nata con l’obiettivo di favorire azioni e politiche finalizzate alla promozione di percorsi di integrazione socio-sanitaria e socio-assistenziale, fortemente orientate ad una nuova concezione della 'presa in carico' dei pazienti basata su prossimità, proattività, personalizzazione, partecipazione. La costituzione della federazione regionale in Sardegna rafforza ulteriormente il ruolo della Confederazione e le politiche di integrazione in un momento storico del Paese di riordino dell'intero sistema di presa in carico e, in questo quadro, il dialogo tra amministratori locali e manager della sanità rappresenta la chiave di volta per valorizzare le azioni e le scelte”.
Paolo Cannas Responsabile Scientifico nonché Coordinatore Nazionale Forum Direttori Generali Federsanità: "Se il territorio funziona bene, è sicuro che anche gli ospedali soffrono meno. Il paziente cronico, con la presa in carico nel proprio domicilio e nel proprio territorio, non impatta più negativamente sull’ospedale, e migliora decisamente la sua qualità di vita». Ancora il direttore generale dell’ASL 3 di Nuoro: «Le sfide legate alla crescita della popolazione anziana includono proprio un cambiamento nell'assistenza sanitaria: per affrontare questa sfida epocale è fondamentale che i professionisti del settore sanitario collaborino per identificare e implementare le migliori pratiche per affrontare questa sfida".
Tra gli eventi della sessione mattutina particolarmente significativa è stata la tavola rotonda “Come integrare la medicina personalizzata nel percorso di cura del paziente oncologico”, moderata da
Michele Boero, Direttore della Struttura Complessa Medicina Nucleare dell’ARNAS G. Brotzu di Cagliari. "La sfida che ci attende è mettere al centro del percorso di cura la singola persona e le sue caratteristiche specifiche, con un approccio multidisciplinare che consente di tarare farmaci e terapie sulle esigenze del paziente, dettate dai suoi geni e dal suo ambiente di vita, sfruttando l’avanzamento delle tecnologie in ambito medico".
Non meno ricco il menù offerto nella sessione pomeridiana del laboratorio. La sessione legata all’implementazione delle tecnologie utili al cambiamento ha avuto come patrocinio l’AIIC (Associazione Italiana Ingegneri Clinici) che per il tramite del suo Presidente Umberto Nocco ha aperto i lavori. La sessione moderata dall’ingegner Giovanni Secci e dall’ingegner Sarah Montisci, ha approfondito il ruolo delle tecnologie nello sviluppo della medicina di prossimità ed in generale quanto sia importante poter contare sull’ingegneria clinica aziendale come supporto in questa fase di cambiamento.
Tra i temi trattati, si sono analizzati “Esempi di Soluzioni tecnologiche innovative. AI, Metaverso, Telemedicina”.
Gianluca Gioaconia Ingegnere clinico Azienda Ospedaliera dei Colli Napoli: "Anche la sanità pubblica sta raccogliendo la sfida di profonda trasformazione, grazie alle opportunità offerte dall’innovazione tecnologica e digitale. Introducendo soluzioni che, fino a ieri, sembravano fantascienza. Si pensi alla realtà estesa (che comprende realtà aumentata, mista e virtuale), che sta producendo un impatto rilevante anche sul settore sanitario, suscitando sempre maggiori curiosità e interesse negli stessi pazienti".
16 dicembre 2024
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