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Povertà. Dalla Regione ‘Buoni servizi sanitari’ per sostenere l’accesso alle cure  

di Elisabetta Caredda

Manca e Bartolazzi: “Misura alternativa ai percorsi di tutela per i soggetti più vulnerabili. Circa 400 le richieste pervenute nelle sole prime 2 ore di apertura del bando Aspal che ha raccolto le manifestazioni di interesse per l’applicazione dell’intervento. In questa fase sperimentale, la misura è rivolta a soggetti appartenenti a nuclei familiari con un ISEE al di sotto o pari a 10.000 euro, e/o a soggetti con esenzione per reddito”. LA DELIBERA

16 DIC - L'Assessora del Lavoro, Desirè Manca, e l'Assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, in armonia al Programma Regionale FSE+2021-2027 approvato dalla Commissione europea già due anni fa ed in un più esteso programma di azioni mirate al contrasto alle povertà, insieme alla Giunta, intendono avviare una politica strutturale di sistema dedicata a sostenere concretamente il diritto di accesso ai servizi sociosanitari, in particolare per le persone vulnerabili dal punto di vista socio-economico. Gli assessori approfondiscono l’argomento di questa nuova importante misura su Quotidiano Sanità.

“Il peso delle pressioni economiche e la crescita della spesa sanitaria - spiegano Manca e Bartolazzi – hanno aumentato il rischio di esclusione sociale, soprattutto nei confronti di coloro che hanno necessità di essere seguiti per maggiori bisogni di salute. Allo stesso tempo, le aspettative della popolazione per una assistenza sanitaria migliore e tecnologicamente più moderna, rapportate al profilo delle malattie in continua trasformazione anche a causa dell'invecchiamento della popolazione, producono delle pressioni significative sul bilancio delle amministrazioni pubbliche per via dell'incremento delle spese del sistema sanitario e del welfare locale”.

“Ecco che in proposito – proseguono gli assessori -, il benessere delle persone più fragili, non autosufficienti, delle persone anziane e a rischio di emarginazione sociale costituisce un obiettivo cardine delle politiche di inclusione attiva. Ragion per cui, con il contributo del programma regionale FSE+2021-2027, abbiamo pensato di potenziare i servizi di cura ampliando la capacità del sistema in termini di offerta, nonché sostenere il diritto universale di accesso ai servizi di cura, in particolare per le persone più vulnerabili, assicurando l'accesso prioritario e tempestivo a servizi di qualità, sostenibili e a prezzi accessibili”.

“La povertà sanitaria è purtroppo un fenomeno in crescita, è importante e urgente applicare questa misura per le famiglie in Sardegna. Basti pensare che nel giugno 2024, un'analisi condotta da 104 esperti raggruppati dal Centro per la ricerca economica applicata in Sanità (CREA), in base a 20 indicatori articolati su cinque dimensioni quali equità, appropriatezza, esiti, innovazione, economico-finanziaria e sociale, ha evidenziato che anche nell’isola è in aumento il fenomeno della rinuncia alle cure perché i tempi di attesa per esami e visite sono troppo lunghi oppure perché fare controlli costa troppo”.

“La rinuncia alle cure rappresenta un indicatore utile per valutare la qualità dei servizi sanitari e le conseguenze sulla salute generale della popolazione. Secondo i dati aggiornati al 2023 dell'indagine ‘Benessere equo e sostenibile’ (BES) curata dall'ISTAT, la quota di rinuncia alle cure cresce all'aumentare dell'età. Fino ai 13 anni è all'1,3% mentre il picco si registra nella fascia tra 55 e 59 anni (rinuncia l'11,1%). La quota rimane elevata tra le persone con più di 75 anni (9,8%). L'ISTAT ha rilevato anche un divario di genere: la quota di rinuncia è al 9% tra le donne e al 6,2% tra gli uomini”.

“Partendo da queste premesse, nasce dunque l’iniziativa di sostenere e dare attuazione all'erogazione di ‘buoni servizi sanitari’ per favorire l'accesso dei destinatari alle prestazioni sanitarie, i cui costi non potranno superare le tariffe indicate nel tariffario regionale pro tempore. L'utilizzo della suddetta misura, al fine anche di garantire il coordinamento con la disciplina sulla gestione delle liste di attesa e con le norme economiche-finanziarie in materia, è alternativo alle misure di cui ai percorsi di tutela previsti nella delibera n. 30/17 del 21.8.2024. Si chiarisce che se l'utente riceve il rimborso dalla ASL di competenza, non potrà in alcun caso accedere ai ‘buoni sanitari’, viceversa, nel caso in cui acceda ai ‘buoni sanitari’ non potrà godere del rimborso della ASL”.

“Il buono dovrà essere utilizzato esclusivamente dal soggetto destinatario dell'intervento per accedere alle prestazioni sanitarie erogate dal SSN in ambito regionale presso le strutture sanitarie pubblico o private, accreditate e/o autorizzate all'esercizio, che sono state individuate a seguito della pubblicazione di un Avviso di manifestazione di interesse da parte dell'Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro (ASPAL), incaricata della gestione della misura, che si occuperà, tra i vari adempimenti di competenza, del pagamento alle strutture delle prestazioni erogate in modo da garantire che nessun esborso finanziario sia richiesto ai destinatari della misura. All’apertura del bando, dopo solo due ore, abbiamo ricevuto da parte delle strutture sanitarie 400 richieste”.

“In questa fase sperimentale, la misura è rivolta a soggetti appartenenti a nuclei familiari con un ISEE al di sotto o pari a euro 10.000, e/o a soggetti con esenzione per reddito, fermo restando la possibilità di incrementare in futuro il valore soglia ISEE sopra definito al fine di estendere l'accesso ai benefici anche a fasce più ampie di vulnerabilità socio economica. Per questo primo programma di interventi, la dotazione complessiva finanziaria definita è di 10 milioni di euro”.

“Con il parere unanime dei colleghi di Giunta, dunque, abbiamo approvato gli indirizzi descritti per l’attivazione dei ‘Buoni servizi sanitari’, le risorse dedicate, abbiamo dato mandato alla Direzione generale della Sanità e alla Direzione generale del Lavoro di procedere all'istituzione di un tavolo tecnico con compiti di controllo strategico dell'attuazione dell'intervento, nonché all’Aspal di procedere alla definizione ed attivazione delle procedure amministrative necessarie per la concreta attuazione della misura” – concludono Manca e Bartolazzi.

Elisabetta Caredda

16 dicembre 2024
© Riproduzione riservata

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