“Il rischio che le Case e gli Ospedali di Comunità non riescano ad aprire per mancanza di risorse economiche e risorse umane è alto, per questo va ripensato il sistema”. Francesco Rocca, candidato alla presidenza della Regione Lazio per il centrodestra, non nasconde le sue preoccupazioni. A breve tutte le regioni dovranno confrontarsi sul funzionamento della nuova sanità territoriale che nascerà, tramite l’attuazione del DM 77, grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sicuramente, in caso di vittoria, dovrà attingere alle sue capacità da manager della sanità, mostrate in passato prima come commissario e poi direttore dell’ospedale Sant’Andrea di Roma e successivamente come presidente della Croce Rossa Italiana. Ma è sui temi più sentiti dai cittadini e dagli operatori sanitari che si giocherà questa partita elettorale, a partire dalle liste di attesa.
Dottor Rocca, qual è la sua ricetta per diminuire i tempi di attesa per le prestazioni?
In primis occorre una digitalizzazione dei posti letto: nel 2023 non possiamo più accettare che le comunicazioni avvengano via fax, come ancora succede. Occorre un cruscotto digitale che consenta il monitoraggio di tutti posti letto disponibili sul territorio, pubblici e privati accreditati. Si tratta di letti già pagati e di cui la regione dovrebbe disporre. Dobbiamo riappropriarci del governo della sanità, adesso c’è il caos. Vale lo stesso discorso per le prestazioni diagnostiche. Oggi c’è un ReCUP che mette a disposizione dei cittadini solo le prestazioni delle strutture pubbliche. Immagino, invece, un ReCUP in cui siano presenti tutte le strutture private accreditate. E poi ci dev’essere una digitalizzazione che semplifichi la procedura, penso alla creazione di un’applicazione.
La carenza di professionisti è uno dei grandi nodi da risolvere. Cosa si può fare nel breve periodo?
Anche nel Lazio purtroppo ogni giorno è un bollettino di guerra con tanti operatori sanitari aggrediti
Occorre una maggiore educazione. Capisco lo stress, però il rispetto per chi opera in prima linea non dovrebbe mancare mai. È inaccettabile ogni azione di violenza nei confronti degli operatori sanitari, non ci può essere giustificazione alcuna. Bisogna fare di tutto per abbattere la tensione e le attese. Ma abbiamo, in questo momento, operatori sanitari che stanno dando tutto e serve rispetto.
Case e Ospedali di Comunità, in molti stanno suggerendo che senza ulteriori risorse sarà una partenza difficile…
Il problema non sono solo le risorse economiche ma soprattutto quelle umane. Il rischio che non aprano è alto. Anche se si trovassero le risorse finanziarie non ci sarebbero risorse umane sufficienti per gestire la situazione attuale. Va ripensato il sistema in attesa di questi provvedimenti. Nel frattempo, dobbiamo utilizzare la telemedicina, i medici di medicina generale, gli ambulatori di quartiere. Penso anche sia utile consorziare i Mmg e rivedere i contratti nazionali. La strada da prendere è questa.
Giovanni Cedrone