Infermieri. Quel contratto che non abbiamo firmato
di Antonio De Palma
17 APR -
Gentile Direttore,
abbiamo letto quanto
da voi pubblicato inserito alle modifiche scarne e formali al Ccnl Sanità 2016-18, che l'Aran si accinge ad approvare. Il Nursing up non accetterà che il contratto sia modificato senza il nostro apporto attivo, come già annunciato in sede istituzionale all’ARAN in occasione della nostra ferma e determinata diffida preventiva recapitata solo pochi giorni addietro.
Siamo ancora in attesa di leggere quanto ci avevano preannunciato e parlo delle risposte che sono state date alle osservazioni del Governo, perché se da una parte è vero che l’attività di errata corrige è di prassi, è anche vero che modificare la sostanza di una pre-intesa prevede il coinvolgimento di tutte le parti sindacali rappresentative delle categorie.
Aspettiamo di leggere la versione del contratto riveduta e corretta e ci regoleremo di conseguenza.
È quasi superfluo ricordare che eventuali modifiche o integrazioni andavano fatte in sede di confronto, è sotto gli occhi di tutti però che il confronto, quello vero tra Aran e organizzazioni sindacali è durato 28 ore giorno e notte. Uno scenario scandaloso che i sindacati, dopo 9 anni di attesa, non avrebbero mai dovuto accettare. Un contratto così importante non si poteva firmare dopo una maratona, che poco o nessuno spazio di manovra ha concesso a chi difende il lavoro degli infermieri e degli altri professionisti sanitari. Una maratona non può risolvere criticità che si protraggono da anni.
Abusi, demansionamento sistematico, messa in discussione delle regole europee sulle 11 ore continuative, stipendi e indennità da fame. Tutto questo non cambierà con il nuovo contratto. Lo diciamo con forza innanzitutto ai colleghi che lavora con fatica ogni giorno in corsia. E lo diciamo a gran voce alle istituzioni che continuano a ignorare i problemi ma anche le potenzialità degli infermieri e di tutte le professioni sanitarie non mediche. E lo diciamo con ancora più forza ai colleghi sindacalisti che sembrano aver dimenticato la missione a cui sono stati chiamati non dalla politica, ma dai lavoratori.
Chi ha firmato in fretta e furia il contratto, scoprendo solo a cose fatte degli errori e delle lacune presenti nel testo, oggi dovrebbe vergognarsi di chiedere il voto per le Rsu.
Nursing up si è rifiutata di aderire a un testo sciatto e sbagliato. Abbiamo fatto le pulci rigo per rigo alla bozza e per questo abbiamo ricevuto le critiche nn solo della parte istituzionale, ma anche di alcuni sindacalisti che forse non hanno ben chiaro il quadro della professione e dei disagi dei lavoratori.
Un contratto si firma sulla pelle dei dipendenti, ciò che è scritto non è un optional o solo un atto formale: se non va bene bisogna avere il coraggio di non firmare. Il coraggio di assumersi le responsabilità a cui ogni sindacato è chiamato a rispondere.
Io credo che il tempo della verità sia ormai giunto e che questo pessimo contratto vada denunciato senza mezzi termini, perché:
- prevede che i lavoratori siano "tenuti a fare straordinario";
- prevede che l'importo perequativo di soli pochi euro il 31.12.2018 verrà meno,
- precarizza tutta la macchina organizzativa, prevedendo incarichi di organizzazione per specialisti ed esperti “a tempo”, senza risorse ad hoc, ma attingendo per queste funzioni le risorse necessarie a un fondo aziendale che deve, nel contempo, garantire anche straordinari e indennità già previste dai precedenti Ccnl per condizioni particolari di disagio lavorativo,
- non riconosce la categoria DS ai professionisti,
- perché non considera in alcun modo le problematiche dei turnisti e che, anzi, crea loro ulteriori problemi e li maltratta,
- riduce i coordinatori al lumicino, sulla strada di un inesorabile declino di identità.
Credo che ci siano tutte le ragioni per continuare la nostra lotta e ciò, beninteso, oltre le modifiche o le errate corrige alla bozza di contratto dei cui si parla.
Chiameremo il nuovo esecutivo e la nuova classe politica a darci risposte: mettendo in primo piano le risorse e il rispetto per gli infermieri che continua a mancare.
I colleghi sono ormai in grado di riconoscere chi si batte ogni giorno da anni per loro. Se non ci fosse stato il Nursing Up non si sarebbero fatti gli scioperi riuscitissimi del 23 febbraio e del 12 e 13 aprile scorsi, oltre alle manifestazioni di Torino, Genova, Milano, che hanno visto migliaia di colleghi in corteo uniti per la lotta. Se non ci fosse stato il Nursing up con le centinaia di assemblee partecipate su tutto il territorio nazionale, oggi forse tutte le problematiche relative agli infermieri e alle altre professioni sanitarie e al contratto non sarebbero sotto i riflettori. Se non ci fosse stato il Nursing Up non ci sarebbero diffide all’ARAN per un contratto che rispetti le esigenze dei lavoratori.
Bisogna continuare a lottare, per questo abbiamo bisogno del sostegno di colleghi che lavorano nella sanità pubblica. Per le elezioni RSU del 17-18-19 aprile 2018, chiediamo a tutti di votare compatti per la lista del Nursing Up, il sindacato storico degli e per gli infermieri.
Antonio De Palma
Presidente Nursing Up
17 aprile 2018
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