Una psichiatria post moderna
di Manlio Converti
17 APR -
Gentile direttore,
lo riconosce anche
Mario Maj: le grandi speranze e progressive della psichiatria biologica si sono arenate sulla soglia della complessità delle malattie mentali. Le basi genetiche ed epigenetiche esistono ma sono aspecifiche. Anche la psicopatologia si è dovuta fermare per forza: gli aspetti etnici anche italici e le tossicodipendenze diffuse proprio nell'adolescenza hanno reso impossibile usare predisposizioni riconoscibili come i sintomi di base e perfino un primo sintomo psicotico.
D'altra parte la diffusione della comunicazione scientifica stessa sta cambiando. Le case farmaceutiche hanno tagliato il personale e ogni tanto propongono eventi radicalmente estranei a loro, come la psichiatria sociale, lo sport come terapia o la riduzione del danno nelle dipendenze da stupefacenti.
La comunicazione alla popolazione generale invece non c'è mai stata: i mass media elargiscono diagnosi di pazzia ai criminali di ogni tipo, sani fino ad un attimo prima, ma anche ai suicidi per la grave crisi economica.
1) La prevenzione primaria sembra una meta irraggiungibile, eppure sarebbe utile diffondere il messaggio di speranza alle vittime di tragedie sociali, familiari e personali che esistono nuove tecniche Cognitivo Comportamentali (come quelle basate sul rapido o lento movimento oculare). Li allontanerebbe da tabagismo, etilismo, gambling e tossicomanie.
2) Un'altra speranza verrebbe dall'informare i genitori che le variazioni di orientamento sessuale e genere non producono danni ma i maltrattamenti omofobi e misogini si, dall'aumento di ansia al rischio suicidario.
3) Sempre i genitori o le scuole dovrebbero capire quali segnali sono "sintomi di base" di depressione maggiore o psicosi durante l'adolescenza e inviare dagli psicologi i minori.
Invece assistiamo a nuove generazioni di psichiatri impacciati nelle relazioni sociali fuori da piccole cerchietto, dove si parla solo degli stessi psicofarmaci o del nulla. I rari colleghi che approfondiscono un discorso sono emarginati o citati come mete irraggiungibili.
Altrove c'è spesso il vuoto.
1) Dopo le condanne per omicidio durante il TSO i vigili urbani, da sempre poco indicati nel ruolo, e talvolta anche le altre forze dell'ordine, non aiutano più i medici con i pazienti aggressivi.
L'alternativa tra un uso eccessivo della forza e il negarsi fisicamente ad ogni tipo di relazione con i pazienti è impensabile?
2) Altrove i politici aumentano i fondi per le strutture ricettive private, che escludono dalla vita sociale, mentre tagliano i fondi ai centri di Salute Mentale, resi ormai meri ambulatori.
3) Le giovani voci che parlano tra gli psichiatri sono omologate al potere, tutte le altre, a patto che esistano, sono tacitate.
E la società? Le famiglie che non siano affette da più drammi psicologici e sociali sono comunque impotenti, chiuse nel solipsismo della società omologata dalla televisione più che dalla vergogna di comunicare il disagio in pubblico.
Quando superano questa soglia diventano acerrimi nemici degli psicofarmaci (antichi ma necessari) oppure acerrimi nemici della emancipazione del congiunto malato.
1) A Napoli ho ascoltato la Storia italiana della Psichiatria, che nessuno mi aveva insegnato, dalla viva voce di Rotelli e dalle pagine della collega Capacchione e così ho capito che queste contraddizioni sono solo l'evoluzione di un passato peggiore.
2} A Napoli ho visto tanti piccoli gruppi sociali dividersi per inezie in nome di ideologie o ragioni politiche miserrime invece che unirsi per drenare risorse dagli avari politici italiani.
3) A Napoli ho trovato un Albatros ancora molto impacciato sulle sue gambe, capace di volare senza nessun sostegno economico esterno solo nella esperienza del Catering/Tavola Calda dello "Sfizzicariello".
Cosa accadrebbe se le esperienze positive sociali si potessero modellizzare e moltiplicare in tutte le province italiane?
Questa rivoluzione darebbe nuova vita alla speranza e nuova voce autonoma alle nuove generazioni di giovani medici, politici e cittadini?
Manlio Converti
Psichiatra
Presidente AMIGAY
17 aprile 2018
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore