Ricercatori. In Italia discriminati molti over 40
di Coorinamento ricercatori precari IRCCS pubblici e ARSI
17 APR -
Gentile Direttore,
come da prassi ormai consolidata, con cadenza biennale, la settimana scorsa è stato pubblicato il
Bando della ricerca finalizzata (RF) anno 2018 (esercizi finanziari anni 2016-2017) a cura della Direzione Generale della Ricerca e dell’Innovazione in Sanità del Ministero della Salute. Tale bando rappresenta una grandissima e unica opportunità di investimento pubblico in ricerca sanitaria, condotta da ricercatori consolidati (i cosiddetti progetti RF ordinari, per ricercatori con età superiore a 40 anni) o giovani ricercatori (detto GR o under-40) che svolgono la propria attività presso un Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico - IRCCS.
I criteri per l’eleggibilità di un ricercatore quale proponente del progetto in qualità di Principal Investigator (il cosiddetto PI del progetto), ovvero il numero di pubblicazioni e citazioni, sono radicalmente diversi - come intuibile - per i Ricercatori consolidati vs gli under-40.
Oltre al limite dei 40 anni, infatti, per i GR occorre avere un almeno un articolo a “primo nome” e un indice di citazione bibliografica (H-index) pari almeno a 4 (ovvero: un minimo di 4 pubblicazioni citate almeno 4 volte).
Per i progetti ordinari, un numero di pubblicazioni come “primo o corresponding author” da 8 a 15 associato ad H-index > 10 o 18 (ovvero un minimo di 10 o 18 pubblicazioni citate almeno 10 o 18 volte). A seconda delle aree in cui si intende presentare un progetto.
Ma passiamo oltre.
In totale controtendenza rispetto ai criteri stabiliti dall’European Research Council (ERC), nel bando RF del Ministero della Salute Italiana non sono previste estensioni al periodo di eleggibilità ai GR per coloro i quali abbiano avuto un’interruzione forzata della propria attività di ricerca.
L’
ERC, e conseguentemente la Commissione Europea, stabiliscono infatti di poter “decurtare” il tempo:
- dedicato all’accudimento dei figli (18 mesi per ogni figlio - la maternità)
- effettivo di congedo di paternità di cui si è usufruito
- di congedo per lunga malattia (superiore a 90 giorni) dello stesso PI o di un parente di primo grado
E’ evidente che con una forbice così ampia di H-index e numero di pubblicazioni allo scoccare dei 40 anni di età, il non poter “recuperare” il tempo felicemente investito nell’accudimento dei figli (o meno felicemente per curarsi) non possa essere accettabile.
Di certo risulta discriminatorio perché lesivo del diritto di pari opportunità: è ovvio che, per esempio, dato il periodo che si sta prendendo in considerazione (persone sotto i 40 anni per i GR) la probabilità di una assenza per maternità o paternità possa influire sulla produzione scientifica e quindi sia (a questo punto si potrebbe usare la parola “direttamente”) una variabile che penalizza alcuni ricercatori a discapito di altri.
Ci potrà venir detto che si tratta di criteri stabiliti per selezionare i migliori ricercatori.
Di fatto, a distanza di alcuni anni ormai dalla nascita del coordinamento nazionale dei ricercatori in sanità che ha condotto una attenta analisi degli altri importanti bandi a livello internazionale, non risulta che né la Comunità Europea (si vedano
qui i criteri di eleggibilità) né l’
NIH negli USA utilizzino tali indici bibliografici per stabilire la “solidità” di un ricercatore, quanto piuttosto gli anni di esperienza dopo opportuna specializzazione e/o ottenimento del titolo di PhD.
Le politiche di rilancio della ricerca sanitaria italiana partono da qui?
Chiediamo pertanto che, nel pieno rispetto delle linee-guida internazionali, a cui il Ministero della Salute Italiana dovrebbe ispirarsi nella concretezza, e al fine di garantire pari diritto d’accesso a Ricercatori e Ricercatrici, i criteri ERC sopra-descritti vengano inseriti d’urgenza nel bando.
Applaudiamo invece all’inserimento, nell’ambito della sezione Giovani Ricercatori, della sezione starting-grant per giovanissimi ricercatori (under 33).
Il Coordinamento dei ricercatori precari IRCCS pubblici e ARSI (Associazione dei Ricercatori in Sanità Italia)
17 aprile 2018
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