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Il Rapporto Pit è un’occasione persa? No, ecco perché

di I.Mori e V.Fava

19 LUG - Gentile Direttore,
le scriviamo in merito alla lettera del Dottor Marino Nonis, Direttore Sanitario dell’Ospedale Cristo Re di Roma, apparsa ieri su Quotidiano Sanità che ci fornisce l’occasione per  spiegare meglio  al Dott. Nonis e a tutti  i suoi lettori in cosa consiste l’attività del Pit salute e il valore della produzione di informazione civica  per Cittadinanzattiva.
 
Il PiT Salute, che è un servizio totalmente gratuito che Cittadinanzattiva mette a disposizione dei cittadini,  svolge la sua attività dal lontano 1996,  e si occupa di raccogliere richieste di consulenza e intervento che giungono dal territorio sul funzionamento e la qualità dei servizi e sullo stato di attuazione di leggi e provvedimenti che riguardano i diritti dei cittadini nei vari ambiti della salute. Comprendiamo che l’acronimo PiT (progetto integrato di tutela) non sia di immediata comprensione per chi dall’esterno visita per la prima volta il sito di Cittadinanzattiva, invece, per noi questo nome ha un forte valore simbolico e sostanziale perché indica, sin dal nome che abbiamo scelto per il nostro servizio, l’approccio che Cittadinanzattiva ha nella gestione delle segnalazioni dei cittadini e nell’attivazione, ove necessario, di forme di tutela atte a ripristinare i diritti violati. Per Cittadinanzattiva le forme che si possono mettere in atto per tutelare i diritti  sono tante e richiedono spesso l’attivazione di più attori (istituzioni, cittadini, medici, altre associazioni, ecc..) che a vario titolo possono contribuire a risolvere le criticità, per noi la tutela non è solo quella che si attua in sede giudiziaria perché crediamo che il potere del dialogo e del confronto sia fondamentale per risolvere a monte le questioni, questo è per noi il senso della tutela integrata.
 
Il rapporto Pit Salute altro non è che il prodotto di questa nostra attività di tutela quotidiana, svolta con passione e dedizione oltre che dagli operatori della sede centrale di Cittadinanzattiva, soprattutto dai tanti volontari del Tribunale per i diritti del malato sul territorio. Il rapporto nasce per dare un riscontro oggettivo della nostra attività, attraverso un lavoro trasparente ed onesto che metta al centro dell’attenzione pubblica  le problematiche che, spontaneamente, i cittadini ci sottopongono nel momento in cui accedono ai servizi sanitari. Il rapporto PiT Salute vuole rendere il cittadino portavoce dei propri diritti e riaffermare la centralità del cittadino/paziente che consideriamo parte integrante del sistema curante e non solamente un utente.
 
Il rapporto Pit Salute è uno “strumento”di partecipazione per i cittadini (quella partecipazione così raramente concessa altrove) che, attraverso il contributo in termini di storie vissute e testimonianze, consente di intravedere le falle del nostro SSN  e conseguentemente gli obiettivi di miglioramento da implementare. Non è uno strumento critico, piuttosto uno strumento propositivo che ci permette di produrre informazione civica e di confrontarci con tutti coloro che possono, anzi devono, migliorare le cose perché, per utilizzare un vecchio motto del Tribunale per i diritti del malato, “non accada ad altri”!
 
Venendo ai dati, mai in 16 anni di edizioni del rapporto PiT Salute, ci siamo arrogati la presunzione di poter fornire dati statisticamente significativi; l’averlo espresso all’interno della nota metodologica, in cui descriviamo il valore ed il limite del rapporto, non è un atto semplicemente dovuto ma rappresenta quell’onestà che ci contraddistingue e ci ha fatto guadagnare negli anni credibilità.
 
Il rapporto è un prodotto di comunicazione e per renderlo maggiormente esemplificativo è costruito proponendo una analisi dei dati raccolti nel corso dell’anno, una semplice ma efficace analisi delle frequenze. Il rapporto propone un confronto con le segnalazioni raccolte l’anno precedente con l’obiettivo di individuare particolari trend negativi (rivelatori di problemi emergenti, sui quali avviare riflessioni) ma anche trend positivi. Esso propone il solo dato numerico complessivo delle segnalazioni (nel caso del 2012, 27.491) che abbiamo ricevuto perché attraverso quel dato è possibile ottenere il valore numerico di ogni altra singola categoria analizzata.
Ringraziamo ancora il Dottor Nonis che ci ha permesso di spiegare meglio le nostre attività e restiamo a disposizione per ulteriori e più dettagliate informazioni.
 
Isabella Mori, responsabile PiT Unico-Cittadinanzattiva e Valeria Fava, consulente PiT Unico,  area salute e responsabile scientifico Rapporto PiT Salute
 

19 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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