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Professionisti senza portafoglio: una riflessione sulla sanità e le disparità di riconoscimento  

di Carchia Grazio Gioacchino 

14 GEN - Gentile Direttore,
in Italia, i professionisti sanitari vivono una condizione di costante sottovalutazione, nonostante il ruolo cruciale che ricoprono nella salvaguardia della salute pubblica. Questo fenomeno non si limita a un generico problema di riconoscimento economico, ma si articola in un sistema complesso di disparità che mina la valorizzazione professionale sia individuale che collettiva.

Come in politica si distingue tra ministri con portafoglio e senza portafoglio, anche in ambito sanitario esiste una classificazione implicita tra professionisti che godono di maggiore riconoscimento (economico, morale e sociale) e quelli che, pur avendo responsabilità equiparabili, vengono relegati a ruoli secondari o trascurati. Questo avviene nonostante le competenze e i titoli di studio spesso siano paragonabili.

Tuttavia, il paradosso non si ferma qui: anche all’interno dello stesso comparto sanitario, esistono ulteriori divisioni. Le professioni sono raggruppate in maniera indifferenziata, penalizzando soprattutto quei ruoli che si collocano "a metà strada" tra le figure più titolate e quelle meno specializzate. Questo approccio appiattisce il sistema, scoraggiando la crescita professionale e la possibilità di riconoscere adeguatamente chi, nel tempo, ha acquisito competenze e responsabilità superiori.

La politica, da parte sua, contribuisce a perpetuare queste disparità con un approccio spesso miope. Da un lato, si celebrano alcune professioni con provvedimenti e investimenti mirati; dall’altro, si ignorano le esigenze di altre figure, che rimangono legate a una concezione anacronistica del comparto unico. Questo immobilismo finisce per penalizzare tutti, creando malcontento e spingendo molti a cercare alternative fuori dal settore pubblico o addirittura fuori dal Paese.

Per superare queste criticità, è necessario un cambio di paradigma che riconosca:
1. Il valore di tutte le professioni sanitarie, indipendentemente dalla loro "visibilità" pubblica o dal peso politico che riescono a esercitare.
2. Le responsabilità acquisite nel tempo, premiando l’esperienza e l’aggiornamento professionale come fattori chiave per la crescita individuale e collettiva.
3. Un sistema di valorizzazione differenziato, che tenga conto delle peculiarità di ogni professione senza appiattire tutto in un unico comparto.

Il sistema sanitario non può funzionare senza una rete di professionisti valorizzati e motivati. Continuare a ignorare queste problematiche non solo crea disparità interne, ma mina la qualità complessiva dei servizi offerti ai cittadini. È tempo di riconoscere che tutti i professionisti, con o senza portafoglio, sono essenziali per la salute pubblica e meritano una valorizzazione equa e concreta.

Carchia Grazio Gioacchino
TSLB Tecnico Sanitario Di Laboratorio Medico
Fondatore del Gruppo PSU Professioni Sanitarie Unite

14 gennaio 2025
© Riproduzione riservata

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