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Dirigenza sanitaria: finanziamento o defiscalizzazione?

di Roberta Di Turi, Ivan Iacob

08 OTT -

Gentile direttore,
il Ministro della Salute Orazio Schillaci pensa di risolvere il problema del rinnovo contrattuale con la sola defiscalizzazione dell’indennità di specificità. Come se un piatto di lenticchie, peraltro offerto solo ad una parte della dirigenza sanitaria, potesse risolvere davvero la attuale crisi del SSN. Defiscalizzare significherebbe fornire l’alibi alla progressione economica solo di pochi (medici e nemmeno tutti) e limitare, a dir poco, i finanziamenti del prossimo CCNL per tutti gli altri!

I salari dei dirigenti medici, veterinari e sanitari del SSN che, ancora, presentano importanti differenze tra le diverse figure professionali che compongono la dirigenza sanitaria nella sua poliedrica interezza, storicamente sono sempre stati tra i più bassi tra quelli dei Paesi avanzati UE. Hanno, peraltro, registrato fino a tutto il 2023 un’ulteriore perdita media di almeno un 9%, perdita solo in parte e non per tutti calmierata a circa il 7% dall’incremento extracontrattuale delle indennità di esclusività. Nonostante la profonda crisi del SSN, la sua tenuta è esclusivamente legata alla professionalità e abnegazione del suo personale dipendente, ma non può durare ancora a lungo. I giovani infatti preferiscono scegliere la via estera o, nel migliore dei casi, il mondo del privato…

È giunto il momento di dare una svolta a tutto questo. È ora di cominciare a pensare a un finanziamento ad hoc per la specificità della dirigenza (tutta) del SSN. Come è notoriamente riconosciuto urbi et orbi, il personale dipendente rappresenta il vero patrimonio del SSN ma il Governo non può nemmeno lontanamente ipotizzare di sostenerlo e, contestualmente, tutelarlo semplicemente defiscalizzando una minima parte della retribuzione (peraltro già fortemente discriminante tra la componente medica e il resto della dirigenza sanitaria). Ovviamente andranno risolte anche le croniche carenze di personale, aboliti i tetti di spesa per le nuove assunzioni e il blocco del turn-over, che rendono insostenibili i ritmi di lavoro e favoriscono il ricorso alle cooperative o alle esternalizzazioni di alcuni servizi. Senza dimenticare il problema delle liste di attesa e della violenza crescente verso gli operatori sanitari: fenomeni sempre legati alle carenze di organico.

Non è, inoltre, più rinviabile l’identificazione delle risorse accessorie per il personale dirigente e dipendente di ruolo per porre fine agli annosi problemi del SSN. Per questo motivo riteniamo che

la specificità medica e sanitaria meriti un riconoscimento adeguato attraverso la identificazione di risorse aggiuntive concrete.

È giunto il tempo che il Governo dedichi la dovuta attenzione agli interventi urgenti non più differibili ripetutamente richiesti e si impegni concretamente per migliorare il clima di lavoro di tutta la sanità pubblica e favorire la soddisfazione dei bisogni dei cittadini.

Non è un grido di dolore, è solo disperazione per un quadro che ci vede spettatori inermi rispetto alla crisi del nostro SSN, pericolosamente vicina all’irreversibilità

Roberta Di Turi

Segretario generale Sinafo

Ivan Iacob
Segretario generale AUPI



08 ottobre 2024
© Riproduzione riservata

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