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Per il terzo anno consecutivo le opzioni degli specializzanti lanciano un segnale di disaffezione verso il Ssn

di Giuseppe Belleri

08 OTT - Gentile direttore,
i dati dei contratti di specializzazione banditi e assegnati nel 2024 (dati ANAAO giovani riportati dal QS) confermano il trend già emerso nel 2023:

· le specializzazioni più gettonate, con percentuali tra il 90 e il 100% di posti assegnati, sono 26 su 51 e tra queste fanno l’en plein quelle cliniche più specifiche e differenziate: dermatologia, cardiologia, chirurgia plastica, pediatria, oftalmologia, gastroenterologia, endocrinologia, medicina termale, radiodiagnostica;

· 13 sono comprese tra il 51 e l'89%: ematologia, medicina interna, geriatria, igiene, malattie infettive, genetica, anestesia, chirurgia generale, urologia etc..;

· sono sotto il 50% 12 specializzazioni generaliste o non cliniche, quasi tutte incardinate nell'organizzazione ospedaliera: farmacologia, statistica, patologia clinica, microbiologia e virologia, biochimica, radioterapia, cure palliative, medicina nucleare e medicina di comunità, emergenza sanitaria etc...

Questi dati confermano il trend in atto nel biennio 2022-2023. In particolare nel 2022 solo 6 discipline erano sotto il 50% di contratti assegnati: Microbiologia con il 26%, Patologia Clinica con il 37%, Radioterapia con il 38%, Farmacologia con il 45%, Medicina di Comunità e Cure Primarie con il 46% e medicina d'Emergenza con il 50%, specialità che nel triennio hanno subito un crollo del 50% circa, con i record di farmacologia passate dal 45% al 17% e microbiologia dal 26 all'11%. Le preferenze degli specializzandi assecondano la tendenza alla privatizzazione di fatto per il divario tra offerta di prestazioni pubbliche e domanda non soddisfatta, che confluisce nella libera professione mediata dai centri polispecialistici sorti ovunque assieme all'incremento delle polizze sanitarie integrative.

Questa polarizzazione non è casuale ed è confermata dal dato speculare: le discipline meno attrattive, con meno del 50% di assegnazioni, sono quelle generaliste a diretto contatto con gli utenti senza filtri all'accesso e/o prive di sbocchi sul mercato, come l'emergenza/urgenza e la medicina di comunità. Invece le più gettonate sono le specializzazioni cliniche esercitata sia in ambiente organizzativo con un rapporto di subordinazione sia in un contesto libero-professione (ALPI) oppure in forma totalmente privata come dermatologia, oftalmologia, chirurgia plastica etc..

Le scelte dei neo-laureati possono essere interpretate come una sorta di indice di fiducia nella futura carriera per la possibilità di intercettare la domanda emergente che non trova una sufficiente offerta da parte del SSN e prefigurano una sorta di piano B professionale per una via di fuga preventiva dalla crisi sistemica. Per il terzo anno consecutivo le opzioni degli specializzanti lanciano un segnale di disaffezione verso il SSN, difficilmente reversibile nel medio periodo e non ben valutato dai decisori pubblici.

Insomma nuvole minacciose si addensano all’orizzonte annunciando per i prossimi anni una “tempesta” organizzativa perfetta, che è peraltro già in atto nell'Emergenza Sanitaria e in minor misura nella medicina territorio, dove gli ambititi carenti restano cronicamente vacanti specie nelle aree interne in via di spopolamento. Nell'aprile del 2022 l'allora ministro Speranza, in risposta alla carenza di professionisti nei PS, assicurava: "Per il personale medico avremo difficoltà per i prossimi 2-3 anni ma poi, grazie agli investimenti messi in campo e alle borse di specializzazione medica finanziate arrivate a oltre 17mila, la situazione cambierà". Dopo 2 anni e mezzo si dovrebbe intravvedere la luce in fondo al tunnel.

Invece nonostante l'aumento dei contratti offerti e un certo miglioramento nelle assegnazioni - passate in un anno dal 24 al 30% - l’ES resta l’epicentro di un sommovimento tellurico, per l'annosa sottovalutazione del circolo vizioso che stringe elettivamente il PS in una morsa tra

· dimissioni degli operatori stremati da ritmi di lavoro ed esposti a rischi di aggressioni fino all'incolumità personale, come testimoniano le cronache quotidianamente;

· scuola di specializzazione e concorsi deserti per un ricambio generazionale mal gestito a livello programmatorio;

· cronico sovraffollamento delle strutture per carenza sia di posti letto ospedalieri (boarding) sia di prestazioni ambulatoriali che costringono molti assistiti ad eccessi in PS da "ultima spiaggia";

· esasperazione della gente con conflittualità tra assistiti e operatori sanitari identificati loro malgrado come responsabili delle lunghe attese (effetto parafulmine del personale di front office).

Da queste concause, strutturali di lungo periodo e contingenti, emerge un quadro di sofferenza cronica sia in PS che sul territorio, dove confluiscono e si concentrano le contraddizioni che coinvolgono i professionisti, "capri espiatori" micro delle disfunzioni macro. Resta da verificare in che misura i dati della partecipazione al Concorso per l'accesso al Corso regionale di MG saranno allineati al trend generale delle scelte degli specializzandi.

Dott. Giuseppe Belleri
Ex MMG - Brescia

08 ottobre 2024
© Riproduzione riservata

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