Professioni Sanitarie e occupazione: la sanità ha bisogno di noi, ma non ci riconosce
di Diego Catania
25 LUG -
Gentile Direttore,ho letto
l’interessante analisi del collega Angelo Mastrillo a commento del XXVI rapporto annuale del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna, da cui emerge il primato occupazionale dell’area delle Professioni Sanitarie per i laureati nell’anno 2022.
Il rapporto delinea un andamento positivo pressoché costante negli ultimi 16 anni, che attualmente vede una percentuale del 77% di Professionisti Sanitari occupati a un anno dalla laurea e colloca ai primissimi posti proprio alcune delle Professioni Sanitarie degli Ordini TSRM e PSTRP: Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (82%), Tecnico di Neurofisiopatologia (81%), Igienista Dentale (81%), Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (79%) e Logopedista (77%), con ulteriori prospettive di crescita, vista la carenza attuale di Professionisti Sanitari.
I dati parlano chiaro: la maggior parte dei laureati nelle discipline delle Professioni Sanitarie ha uno sbocco lavorativo sicuro e pressoché immediato, segno dell’importanza delle nostre competenze per il Servizio Sanitario Nazionale. Viene da domandarsi, allora, perché alcuni Corsi di Laurea soffrano di una carenza di studenti, per esempio i CdL in Assistenza Sanitaria e Terapia Occupazionale, come evidenziato dal report dello stesso Mastrillo su “
Il Sole 24 Ore”, che si ritrovano a inizio anno con tante ‘sedie vuote’ rispetto ai posti a disposizione. La risposta, a mio avviso, è che la sanità ha bisogno delle nostre competenze, ma non sa valorizzarle: i Professionisti Sanitari, una volta entrati nel mondo del lavoro, diventano ostaggi di un sistema statico, privo di reali avanzamenti di carriera; ne consegue un percorso poco attrattivo per i giovani, giustamente alla ricerca di prospettive di crescita professionale ed economica. È dunque di estrema importanza, affinché la domanda del SSN possa incontrare pienamente la risposta, che il Ministero della Salute strutturi percorsi di sviluppo per le Professioni Sanitarie, prevedendo la valorizzazione delle competenze e della professionalità acquisita con avanzamenti di ruolo e riconoscimenti economici. Allo stesso tempo, è importante che le Istituzioni preposte progettino azioni mirate di sensibilizzazione presso le scuole superiori sul territorio nazionale, presentando agli studenti Professioni meno note al grande pubblico ma molto richieste dal mondo del lavoro e fondamentali per il SSN.
Occorre riflettere, inoltre, sul rovescio della medaglia. Alcune Professioni Sanitarie, infatti, registrano un tasso di occupazione relativamente basso: penso, ad esempio, agli Ortottisti, con una percentuale del 59%, e ai Dietisti, con 56% (
valori medi dal 2007 al 2022). Ciò accade perché le competenze riconosciute dal loro profilo professionale sono spesso erose da altre figure. Non posso non citare, in merito,
gli OdG al Piano sociosanitario integrato lombardo 2024-2028, che assegnano agli ottici optometristi la facoltà di eseguire gli screening oculistici, sottraendo ambiti di attività propri dell’Ortottista e del medico oculista,
come già rilevato dall’Ordine dei Medici di Milano. Su questo tema, l’Ordine che rappresento ha prontamente attivato l’Ufficio Legale, perché tali incongruenze del sistema non possono essere tollerate. Il medesimo discorso interessa i Dietisti, abilitati a elaborare piani nutrizionali in ambito clinico, ma spesso impropriamente sostituiti da altre figure professionali, perfino nel testo dei bandi pubblici indetti da ATS e ASST. Anche qui occorre vigilare perché le competenze di Professionisti opportunamente formati e abilitati siano salvaguardate e trovino una tempestiva collocazione nel mondo del lavoro: ne va della qualità delle cure offerte dal nostro Servizio Sanitario Nazionale e della sicurezza dei cittadini.
Diego CataniaPresidente dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio
25 luglio 2024
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore