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Sul finanziamento della sanità i conti di Meloni non tornano 

di Sandro Venanzi  

23 APR - Gentile Direttore,
in questi giorni è riesplosa la querelle su livello ed adeguatezza del finanziamento del SSN che evidenzia posizioni nettamente e convintamente contrastanti tra Governo ed Opposizioni. Particolarmente convinta la posizione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale ha in varie circostanze, in questi giorni, dichiarato che il finanziamento del Sistema Sanitario nel 2024 di 134 miliardi sia il più alto di sempre anche in termini di percentuale del PIL, che ha dichiarato essere al 6,88%, invitando a non credere alle fake news di chi sostiene il contrario. Ha inoltre dichiarato che tali dati sono tutti pienamente verificabili.

La verifica più immediata e incontestabile credo possa essere fatta consultando il DEF 2024 che la stessa Presidente del Consiglio ha recentemente presentato insieme al Ministro delle Finanze da cui risulta che il finanziamento della sanità del 2024 è addirittura superiore a quanto dichiarato ma corrisponde al 6,4% del PIL, il livello più basso di sempre. Infatti, il livello più basso precedente era stato raggiunto nel 2019 quando è stato del 6,45%.

A partire dal decennio pre-pandemico, periodo di grandi restrizioni della finanza pubblica, il livello di incidenza della spesa sanitaria sul PIL non è mai sceso sotto il 6,5% salvo appunto il 2019. Nel 2022, anno di avvento del nuovo Governo, la spesa sanitaria è stata all’incirca del 6,8%. Il 2023, primo anno sotto la guida del nuovo Governo, sempre secondo quanto riportato nel DEF, la percentuale di spesa è scesa al 6,3 per poi risalire al 6,4 nella previsione di quest’anno. In realtà si è verificato un imprevisto slittamento nella corresponsione di arretrati di rinnovi contrattuali dal 23 al 24 per un ammontare di circa 3 miliardi, in ogni caso la spesa sanitaria nel primo biennio del nuovo governo risulta essere intorno al 6,3-6,4 % ed è prevista in ulteriore riduzione al 6,2% nel biennio successivo.

Obiettivamente non si comprende dove la Presidente Meloni abbia desunto la percentuale di finanziamento del Sistema Sanitario nel 2024. La percentuale da lei citata si ritrova in alcuni documenti ufficiali relativamente alla spesa del 2022.

Credo che uno degli aspetti oggettivi che alimenta questa convinzione della maggioranza di fare molto meglio che in passato nel finanziare la sanità pubblica sia la mancata considerazione della notevole diversità nella dinamica del PIL nominale negli anni più recenti rispetto al decennio pre-pandemico. Negli anni recenti il PIL nominale sta crescendo a ritmi di oltre 100 miliardi l’anno, in gran parte per la significativa incidenza della componente inflattiva. Una situazione completamente diversa dal decennio passato quando il PIL nominale cresceva di poche decine di miliardi l’anno per la depressione e l’inflazione quasi nulla per diversi anni. Ciò limitava sensibilmente la dinamica dei costi in aggiunta a misure aggiuntive come i limiti imposti alla crescita del costo per il lavoro dei dipendenti.

Paragonare gli incrementi delle componenti della spesa pubblica in questo periodo in termini di cifre assolute rispetto alle dinamiche del decennio scorso è completamente fuorviante ed attualmente gli incrementi del fondo sanitario di 2-3 miliardi l’anno, ancorché superiori a quelli medi del decennio passato, sono del tutto inadeguati a far fronte alla dinamica della spesa considerando ad esempio la spesa per i dipendenti che ha ripreso a salire sensibilmente una volta cessato il blocco dei rinnovi contrattuali.

Tutto questo spiega perché prevedere incrementi di 2-3 miliardi l’anno al fondo sanitario continuerà a far diminuire come previsto la percentuale di finanziamento verso il 6%, a distanza abissale da quanto si investe in altri paesi in Europa ed a livelli tali da far prevedere il collasso definitivo della sanità pubblica.

Dr. Sandro Venanzi
Ex Direttore di Struttura Complessa USL UMBRIA 2 attualmente in pensione
Membro della Segreteria Aziendale Anaao Assomed Usl Umbria 2

23 aprile 2024
© Riproduzione riservata

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