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Ormai in molte sanità regionali il clima è quello del Grande Fratello, quello di Orwell ovviamente

di Claudio Maria Maffei

21 SET -

Gentile direttore,
leggere il passaggio del nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici in cui si parla dell’utilizzo dei social da parte dei dipendenti pubblici fa venire i brividi. Infatti, su questo tema il Codice così si esprime: “Nell'utilizzo dei propri account di social media, il dipendente utilizza ogni cautela affinché' le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di appartenenza. In ogni caso il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all'immagine dell'amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale.”

Non ho la competenza di trattare la questione in punta di diritto, ma abbastanza conoscenza di come funzionano le sanità regionali per capire che nelle mani sbagliate (e ne girano parecchie di mani di questo tipo nelle sanità regionali) queste due frasi consegnano davvero la sanità al Grande Fratello di cui parlava Orwell in “1984”. Ricordo a me e ai pochi altri che non se lo ricordano che (uso come fonte un intervento di Davide Pecoriello): “1984’’ descrive la distopica società insediatasi successivamente alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conclusa da un olocausto nucleare, dalle quali ceneri sociali, emersero tre grandi macro nazioni totalitarie: Oceania, Eurasia ed Estasia. Le tre superpotenze sono perennemente in guerra tra loro, nel tentativo di spartirsi gli ultimi lembi di terra non ancora assoggettati. Le vicende del romanzo sono ambientate in Oceania, precisamente in Inghilterra, che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale acquisisce il nome di Pista Uno. L’Oceania viene controllata da un regime totalitario chiamato Grande Fratello, il quale esercita un’egemonia totale sui propri cittadini tramite tre Ministeri. Il Ministero della Verità è adibito al revisionismo storico ed alla promulgazione della propaganda, il Ministero dell’Amore alla repressione dei dissidenti politici, mente il Ministero della Pace è adibito all’amministrazione bellica.

Torniamo adesso al codice di comportamento dei dipendenti pubblici e all’assetto delle nostre sanità regionali in cui col rinnovo dei vertici politici si rinnovano quelli manageriali (se non cambiano le persone cambiano il loro modo di ”vedere le cose”), che rispondono alla Giunta che fissa loro gli obiettivi e i criteri di verifica che a cascata vengono trasferiti ai diversi livelli dirigenziali. In un sistema così può succedere che le decisioni più insensate e persino quelle contro la normativa passino senza il minimo confronto, costringendo con quel Codice operatori e dirigenti al silenzio assoluto senza alcuna possibilità di spazio per una critica personale. Ma proprio nessuna forma di critica, ad un livello che corrisponde ad una vera autocensura.

Faccio ancora una volta l’esempio del “mio” laboratorio marchigiano che condivido con il Presidente Meloni (ma lei non credo lo sappia) e che produce con continuità soluzioni diciamo come minimo discutibili e spesso contro la norma. Tra quelle discutibili cito lo screening di massa coi tamponi rapidi e tra quelle contro la norma il programma di edilizia sanitaria.

Se io dipendente in un mio blog o nella mia pagina Facebook o in tutti e due scrivo e dimostro che scelte così sono inaccettabili perché mettono a rischio la salute dei cittadini (lo screening di massa) e la tenuta del sistema (la rete ospedaliera su misura della politica) nuoccio più io al prestigio, al decoro o all'immagine della sanità in cui lavoro o chi prende quelle decisioni? Non mi si risponda che ci sono i luoghi giusti per esercitare il proprio diritto di critica perché è solo ridicolo affermarlo in realtà come le Marche (ma non saranno la sola Regione ad avere questo problema) in cui le scelte non passano mai attraverso un coinvolgimento vero degli interessati a qualunque titolo (cittadini, operatori, forze sociali).

Questa possibilità di controllo da Grande Fratello degli operatori e dei dirigenti della sanità pubblica reso possibile dal nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici mi sembra un ennesimo pessimo segnale. Un dibattito pubblico sulle sanità regionali da elettroencefalogramma piatto non aiuta il rilancio del Ssn e favorisce la disaffezione di chi ci lavora. E, infine, un codice di comportamento dei decisori pubblici no vero?

Claudio Maria Maffei



21 settembre 2023
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