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Umberto I. Oltre 48 milioni per appaltare infermieri. Il no della Uls: “Basta lavoro precario”

La delibera 0001177 del 19 dicembre 2019 autorizza l’esperimento di una gara per l’affidamento dei servizi di assistenza infermieristica e attività di supporto per la durata di 12 mesi eventualmente rinnovabili fino a due volte, e per un importo annuale presunto di 16.150.000 di euro oltre all’Iva. Per l’Unione Lavoratori Sanità Roma e Lazio è “inaccettabile. Ci sono circa 7400 infermieri che aspettano da mesi di entrare in servizio”. Nel 2018 il Tar aveva annullato una delibera simile del Policlinico perché allontanava agli infermieri in graduatoria la possibilità di essere assunti.

29 GEN - “Riteniamo inaccettabile che nel Servizio Sanitario della Regione Lazio dove mancano oltre 4000 Infermieri, secondo i dati del centro studi Fnopi, invece che assumerli tramite la graduatoria aperta del concorso del Sant’Andrea si proceda ancora ad appaltare il lavoro ad agenzie interinali e alle cooperative”. Lo dichiarano, in una nota, Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo ULS-Unione Lavoratori Sanità Roma e Lazio, puntando il dito contro la recente delibera (delibera 0001177 del 19.12.2019) del Direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma, che autorizza l’esperimento di una gara per l’affidamento dei servizi di assistenza infermieristica e attività di supporto per la durata di 12 mesi eventualmente rinnovabili fino a due volte, e per un importo annuale presunto di 16.150.000 di euro oltre all’Iva, per un valore complessivo triennale di 48.450.000 euro oltre Iva.

"Nonostante i fuochi fatui da tempo accesi sulla trionfale uscita dal commissariamento della Regione Lazio è sotto gli occhi di tutti che in diverse ASL – proseguono,i sindacalisti ULS – si continuano ad approvare delibere con gare al massimo ribasso per affidare i servizi di assistenza Infermieristica e di attività di supporto a soggetti privati. Come al Policlinico Umberto I di Roma (delibera 0001177 del 19.12.2019) dove si vorrebbe autorizzare una spesa triennale in tal senso per un importo di oltre 48 milioni di euro, nonostante risultino circa 7400 Infermieri che aspettano da mesi di entrare in servizio nella Sanità regionale dopo l’ultimo concorso espletato all’ Azienda Ospedaliera Sant’Andrea. Che si aspetta ad accelerare le procedure di assunzione degli idonei? Perché si continua a precarizzare il lavoro degli operatori sanitari? Il lavoro in appalto è una vergogna e l’analisi dei costi relativi dovrebbe mettere in guardia gli amministratori della cosa pubblica”.

“Il taglio dei posti letto unitamente al blocco del turn over del personale hanno depauperato di risorse la Sanità del Lazio in nome di un piano di rientro che ha di fatto reso nullo il diritto alla Salute per i cittadini. Sollecitiamo – concludono dal Direttivo ULS Roma e Lazio- il Presidente Nicola Zingaretti e il suo assessorato alla Salute a intervenire immediatamente per porre fine alla stagione dei bandi di gara per esternalizzare il lavoro degli Infermieri negli Ospedali, nel sistema di emergenza-urgenza e sul territorio. Si metta un punto definitivo con la Sanità in appalto e con i Lavoratori precari”.
 

Nell'agosto 2018 il Tar del Lazio aveva già annullato una simile delibera del Policlinico. Nelle motivazioni si leggeva, tra le altre cose: "L’affidamento mediante procedura aperta dei "servizi infermieristici ed ausiliari di supporto all'attività sanitaria", allontana per i ricorrenti - idonei in una graduatoria (ancora valida ed efficace) di un concorso, per titoli ed esami, indetto dalla amministrazione resistente per il reclutamento di Collaboratori professionali sanitari – infermieri - la possibilità di essere assunti, per effetto dello scorrimento della graduatoria".

29 gennaio 2020
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