La Procura di Tivoli e la violenza contro gli operatori sanitari
28 GEN -
Gentile Direttore,
in una intervista concessa all’Opinione sui tristi e gravi episodi avvenuti in una scuola materna di Formello, il Procuratore di Tivoli dott. Francesco Menditto, del quale è ben nota ed apprezzata la costante attività nel monitoraggio, prevenzione e repressione dei fenomeni di violenza di genere e contro bambini ed anziani, ha usato una frase meritevole di una attenta riflessione. “Primo obiettivo di noi Pubblici ministeri è intervenire velocemente, avere le denunce e mettere in sicurezza le vittime. Noi siamo il Pronto Soccorso, per intenderci”.
E’ chiaro che il Procuratore intendeva fare riferimento ai risultati ottenuti anche in virtù del grande lavoro realizzato dal Tavolo tecnico costituito a seguito della firma del Protocollo di Intesa tra Asl Roma 5, Procura della Repubblica presso Tribunale Tivoli, Ordine degli Psicologi del Lazio, Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Tivoli e Camera Penale di Tivoli.
Tavolo tecnico finalizzato a realizzare quel sistema integrato di protezione delle vittime di reato, in condizione di particolare vulnerabilità e di violenza di genere.
E proprio grazie all’impulso della Procura c’è stata l’apertura di uno spazio di ascolto ed accoglienza per le vittime di reato, iniziativa questa che all’epoca è stata la prima nel suo genere in tutta Italia al punto da essere il “Modello Tivoli”.
Quando si parla di violenza va evidenziato anche quello che è diventato ormai un allarme sociale ovvero il fenomeno delle aggressioni ai medici e agli altri operatori sanitari. Un fenomeno in continuo aumento sia per il numero degli episodi sia per la gravità degli stessi.
“Probabilmente anche per questi reati ai danni dei medici e degli operatori sanitari, che sono in aumento e lo stiamo verificando, e per questo hanno bisogno di una tutela penale specifica e all’interno degli Istituti che sono previsti oggi, bisogna immaginare un’attenzione continua dello Stato per cui gli indagati non devono essere abbandonati ma devono essere controllati con delle misure che evitino la reiterazione del reato”.
Parole queste del Procuratore di Tivoli a conferma che da un lato gli Uffici giudiziari sono ben consapevoli della drammaticità del fenomeno, sono “sul pezzo” come credo si possa dire in termini giornalistici, e dall’altro ritengo sia necessaria e non più rinviabile una migliore tutela nei confronti dei medici e degli infermieri.
Che poi si possa e si debba cercare la svolta nella approvazione del ddl specifico alla Camera, che noi si continui a chiedere l’attivarsi della Regione Lazio nel procedere d’ufficio nelle denunce contro gli aggressori, che si debbano adottare senza ulteriori indugi tutte le misure idonee alla messa in sicurezza degli operatori, ormai è un dato acquisito. Attendiamo il passaggio alla fase operativa.
Luciano Cifaldi
Oncologo, Segretario generale Cisl Medici Lazio
28 gennaio 2020
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