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Diabete. All’Asl Roma 5 nasce il Comitato di Coordinamento Aziendale Diabetologico

Il coordinamento si sta facendo carico dell’organizzazione strutturale della diabetologia aziendale. “Stiamo lavorando per rendere i percorsi diagnostico-terapeutici omogenei e funzionali modellandoli alle realtà territoriali locali”. Tra i principali obiettivi, far emergere i casi di diabete sommersi. “Tutto questo lavoro sarà condiviso con i Medici di Medicina Generale”, spiega il responsabile Vincenzo Fiore.

02 GEN - Il diabete è una patologia killer che, nella sola Asl Roma 5, con un bacino di utenza di circa 500mila persone, colpisce tra il 5 e il 6% della popolazione. Sono, infatti, circa 40mila i malati di diabete accertati. Molte le iniziative di sensibilizzazione intraprese ed abbracciate dall’Azienda che lo scorso novembre ha aderito alla Giornata Mondiale del Diabete, all’edizione 2018 del DiaDaydi Federfarma, alla Giornata Mondiale del Diabete per il Lazio aprendo le porte dei suoi ambulatori per dare consigli e ed informazioni. Ed ora potrà anche contare su un Comitato di Coordinamento Aziendale Diabetologico.

“Il diabete è una malattia subdola – spiega in una nota il Commissario straordinario della Asl Roma 5, Giuseppe Quintavalle –. Se non curata o trascurata, può portare nel tempo a gravi complicanze agli occhi, ai reni, alla circolazione, al cuore e al sistema nervoso periferico. Per aggredirla occorre puntare sulla prevenzione, sull’informazione, sul miglioramento dei servizi e attivare azioni di sensibilizzazione verso i giovani affinché comprendano l’importanza di intraprendere sani stili di vita: corretta alimentazione e attività fisica. Inoltre - ha concluso - è importante la continuità della cura nella consapevolezza che per questa malattia giocare d’anticipo è fondamentale. Per questo, così come previsto dal Piano Sanitario regionale per la malattia Diabetica, sono stati avviati, a settembre, i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) su input della Direzione Sanitaria Aziendale ed è nato un coordinamento per la loro applicazione e per la strutturazione del governo clinico della patologia. Per vincere questa guerra serve la collaborazione di tutti”.

“Grazie al Commissario e al Direttore Sanitario Aziendale è stato creato un coordinamento diabetologico aziendale – evidezia il responsabile dott. Vincenzo Fiore – che unitamente ai componenti del Coordinamento, costituito da esperti diabetologi che storicamente operano nel settore, si stanno facendo carico dell’organizzazione strutturale della diabetologia aziendale. Gli obiettivi da raggiungere, così come previsto dal Piano Sanitario regionale per la Malattia Diabetica, sono quelli della razionalizzazione ed dell’evoluzione del modello organizzativo, che va adattato ed arricchito in tema di percorsi e modelli (PDTA). “Stiamo lavorando per rendere i percorsi diagnostico-terapeutici omogenei e funzionali modellandoli alle realtà territoriali locali. Tutto questo lavoro da parte del coordinamento produrrà un PDTA finale che dovrà essere condiviso con i Medici di Medicina Generale (MMG), il cui compito assistenziale è essenziale e imprescindibile”.

Oltre alla razionalizzazione dei percorsi, per quanto riguarda i pazienti diabetici, esiste un sommerso da far emergere. “Per questo si punta proprio all’implementazione dei PDTA”, prosegue Fiore. “Agiremo su più fronti: quello della prevenzione, quello dell’informazione e quello del rafforzamento dei percorsi dedicati esclusivamente alle “complicanze” (anche per ridurre i fenomeni di mobilità passiva). A tale proposito stiamo studiando anche dei percorsi riservati ai pazienti psichiatrici delle REMS. Per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati è fondamentale la collaborazione con i MMG, i primi a poter identificare i soggetti a rischio per poi indirizzare le persone verso i servizi più idonei, ospedalieri e/o distrettuali; sono proprio i MMG ad avviare i PDTA, in accordo con il paziente, e con lo specialista”.

“A nostro favore c’è un team storico di esperti diabetologi – continua Fiore – con un expertise scientifico e con una solida base culturale internistica. Ma il ruolo, anche di guida, dei MMG è fondamentale per intraprendere giusti percorsi nel rispetto delle peculiarità territoriali, eleggendo l’ospedale esclusivamente come luogo di cura delle condizioni più complicate, all’applicazione delle nuove tecnologie, dei percorsi complessi come quello dei diabetici fragili, oncologici e al diabete in gravidanza, puntando per i casi nuovi e cronici stabili sui servizi distrettuali e territoriali. Inoltre, il coordinamento, si sta facendo carico dell’informatizzazione e della messa in rete dei vari punti di erogazione e delle strutture diabetologiche di 2° livello. Da sottolineare la grande importanza dei servizi infermieristici (ormai specialisti nella gestione di questo tipo di pazienti) in questo anche i rappresentanti delle Direzioni Distrettuali, con il compito di valutare il tipo di offerta specialistica disponibile e l'entità delle risorse a disposizione Distretto in rapporto alla domanda-richiesta di prestazioni”.

02 gennaio 2019
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