Al San Camillo sgomberato il padiglione Monaldi, occupato da da persone senza fissa dimora
Come programmato da giorni ed in stretta collaborazione tra Polizia di Stato e azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, ha preso il via stamattina una campagna di controllo e tutela delle legalità all'interno del perimetro. Il Dg dìAlba: "Municipio e Comune di Roma si facciano carico in modo concreto di affrontare il problema dei senza fissa dimora che ruotano intorno al nostro ospedale, dove in modo improprio finiscono per rifugiarsi".
03 FEB - Come programmato da giorni ed in stretta collaborazione tra Polizia di Stato e azienda Ospedaliera San Camillo –Forlanini, ha preso il via stamattina una campagna di controllo e tutela delle legalità all'interno del perimetro. Un'azione fortemente voluta dalla Direzione Generale dell'Ospedale e sostenuta con determinazione dalla Polizia di Stato, che ha messo a disposizione uomini e competenze, volta a garantire l'agibilità e la legalità in tutti gli spazi.
L'attenzione della Polizia, come accaduto stamattina, si concentrerà in quelle strutture non più adibite ad usi sanitari ed ospedalieri che, nonostante i controlli finalizzati al loro allontanamento, vengono nuovamente occupati da senza fissa dimora. Come accaduto nel Padiglione Monaldi, da tempo non più utilizzato e in via di abbattimento perchè lesionato, dove si erano introdotti dei senza fissa dimora allontanati stamattina dagli agenti del Commissariato Monteverde. I servizi continueranno anche nei prossimi giorni.
"Quello della tutela della legalità all'interno degli spazi fisici di questo azienda è un problema che si ripropone ciclicamente - afferma il direttore generale del San Camillo-Forlanini
Fabrizio d'Alba - con il quale dobbiamo confrontarci in maniera pragmatica. E' certo che in un contesto urbano e sociale come quello della città di Roma in cui gli squilibri si sommano a cambiamenti rapidi, in cui aumentano sempre di più le persone in stato d'indigenza e povertà che vivono per strada, accade che spazi vuoti possano divenire quasi un approdo obbligato. Una logica che, come Azienda ospedaliera non possiamo accettare, e che già in passato ha costretto l'ospedale ad investire risorse economiche e di personale per tutelare l'agibilità dei padiglioni. Sono certo che, la collaborazione sempre più stretta con le forze di Polizia ci permetterà di esercitare in modo continuo il controllo di chi entra ed esce dai nostri spazi garantendo la sicurezza ovunque. Allo stesso tempo auspico fortemente che le istituzioni (Municipio e Comune di Roma) si facciano carico in modo concreto di affrontare il problema dei senza fissa dimora che ruotano intorno al nostro ospedale, dove in modo improprio finiscono per rifugiarsi".
03 febbraio 2017
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