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Amami: “La medicina difensiva è di fatto obbligatoria per legge”


Lo denuncia Maurizio Maggiorotti, presidente dell’Amami (Associazione per i Medici Accusati di Malpractice Ingiustamente) dal convegno La professione sanitaria tra le attese dei cittadini e i timori dei professionisti, in corso ad Arezzo.

14 MAG - L’allarme dell’Amami arriva a commento dei dati diffusi nei giorni scorsi dall’Ania, che parla di un’esplosione delle denunce in sanità - aumentate del 200% dal 1994 ad oggi - e dalla dichiarazione di Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia), secondo il quale i motivi più frequenti che spingono i pazienti a fare causa al medico di famiglia sono esami di controllo non prescritti, diagnosi errate e prescrizioni sbagliata di farmaci.

Per il presidente dell’Amami, Maurizio Maggiorotti, “la medicina difensiva, che obbliga i medici a prescrivere esami scarsamente utili, viene criticata astrattamente da chi non è esposto al quotidiano controllo della magistratura”. La verità, continua il presidente, è che “sono sempre più frequenti le sentenze che condannano i medici per non aver prescritto esami clinici, utili solo in una minima percentuale di casi. Questo significa che la medicina difensiva è diventata, di fatto, obbligatoria per legge”.

“Da una parte - continua il presidente dell’Amami - si chiede ai medici di prescrivere solo ricoveri, esami e farmaci indispensabili e dall’altra, nei giudizi per malpractice, si condannano per omissione i medici che non hanno fatto la diagnosi più improbabile o non hanno prescritto esami di terzo livello. In questo stato di cose prescrivere in eccesso diventa la routine”.

Da Maggiorotti arriva però un plauso l’introduzione dell’obbligo di tentativo di conciliazione per le cause civili di responsabilità medica previsto dal dlgs 28/2010 approvato il 4 marzo dal Consiglio dei Ministri. “La nostra storica richiesta è stata ascoltata, e se lo sarà anche quella relativa al fondo vittime dell'alea terapeutica – conclude - è probabile che questo momento buio del rapporto medico-paziente diventi un ricordo del passato”.



 

14 maggio 2010
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